Lettera a mia nonna

Cara nonna, grazie a te che mi hai insegnato a camminare sempre sulle mie gambe e a non abbassare mai la testa

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DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Ricordo quando sono nata e l’abbraccio di mia madre che sembrava quasi non volesse lasciarmi andare più. E poi ricordo il tuo, che aveva il suo stesso odore e la sua stessa forza.

C’è un cancello che ognuno di noi ha nella mente e una strada che ha percorso per anni tutti i giorni. È quella che porta a casa della nonna, a quelle mura che di solito odorano di foto vecchie, cibo buono e pane col pomodoro a ogni ora del giorno. Anche se non ci pensiamo costantemente i ricordi sono sempre lì, pronti a riaffiorare e aggrappati al nostro cuore. Quello che mi viene in mente quando ti penso, sono le corse che facevo dalla macchina dei miei genitori fino al tuo cancello, urlando “nonnaaaa” a squarciagola. Ricordo che ci mettevi seduti in cucina e intanto ci facevi assaggiare quello che preparavi e ti arrabbiavi con mamma perché secondo te eravamo troppo magri. Anche se non era vero.

Cara nonna, che forse ti ho dato troppe volte per scontata. Come quando ci venivi a prendere a scuola e per noi era normale che ci facessi trovare la merenda. Come era normale che ci difendessi da qualsiasi cosa di brutto potesse capitarci, fosse anche il gelato che cascava per terra. Ricordo la mia prima cotta e di come tu te ne sia accorta subito. E allora mi hai raccontato la tua storia d’amore con nonno: vi eravate messi insieme così giovani eppure non voi siete mai separati, ma come avete fatto? Com’è stato possibile rendere un sentimento fugace qualcosa di lungo e duraturo? Ma forse persone come lo eri tu, nonna, difficilmente verranno in futuro. Persone che si prendono cura di te senza chiedere nulla in cambio e facendoti sentire come se fossi la cosa più amata dell’universo.

Quando la sera devo andare a letto e mi pettino, penso a te nonna. A quando mi facevi le trecce e mi dicevi di non buttarmi mai giù, e che se mi fosse capitato di cadere nella vita dovevo rialzarmi immediatamente. Perché la vita è dura. Tu l’hai sempre affrontata col sorriso e mi hai fatta rimanere in piedi dandomi la mano. Ma oggi so che, quando la lascerai, è grazie a te se andrò avanti a testa alta.