Politelia o capezzolo sovrannumerario: cosa sapere

È la più comune tra le malformazioni al seno, ed è in genere asintomatica: ecco in cosa consiste la politelia

Foto di Federico Beretta

Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

L’anatomia della mammella umana

La mammella umana è una struttura pari e simmetrica, situata nella parte anteriore del torace tra la terza e la settima costa, composta principalmente da tessuto adiposo e ghiandolare. Si appoggia su due muscoli principali: il grande pettorale e il muscolo dentato anteriore.

Durante la pubertà, le mammelle maschili rimangono poco sviluppate, mentre quelle femminili, sotto l’influenza degli estrogeni, subiscono un significativo sviluppo sia in termini di tessuto adiposo sia ghiandolare. La dimensione e la forma della mammella femminile variano notevolmente, principalmente a causa della distribuzione del tessuto adiposo.

La struttura della mammella femminile può essere suddivisa idealmente in quattro quadranti, con una serie di componenti tra cui lobuli ghiandolari, dotti galattofori e tessuto adiposo. Il capezzolo, situato all’apice della mammella, è circondato dall’areola, caratterizzata da piccole sporgenze chiamate tubercoli di Montgomery. Durante l’allattamento, la contrazione dei muscoli areolari facilita il deflusso del latte, che è il nutrimento fornito al neonato dalla madre.

Il tessuto fibroso della mammella forma strutture di sostegno chiamate retinacoli, che suddividono il tessuto ghiandolare in lobi e lobuli. Questi lobuli contengono gli alveoli, unità secernenti del latte, che sono rivestiti da cellule che favoriscono il movimento del latte attraverso i dotti galattofori.

La vascolarizzazione della mammella è fornita dalle arterie mammarie esterne e interne, mentre il drenaggio linfatico avviene attraverso i linfonodi ascellari e mammari.

Durante la gravidanza, la mammella subisce importanti modifiche sotto l’influenza degli ormoni, con ipertrofia alveolare e sviluppo del sistema ghiandolare in preparazione all’allattamento. L’invecchiamento porta a una diminuzione del volume della mammella con una maggiore predominanza del tessuto adiposo.

La mammella maschile, meno sviluppata di quella femminile, è costituita da una struttura più piccola con una minore presenza di tessuto ghiandolare.

Cos’è la politelia

La politelia è una condizione congenita caratterizzata dalla presenza di uno o più capezzoli sovrannumerari che possono essere associati o meno a tessuto ghiandolare mammario aggiuntivo. Questa anomalia è riscontrabile nei mammiferi, compresi gli esseri umani, e si manifesta solitamente lungo le cosiddette “linee mammarie”, che decorrono dalle ascelle all’inguine.

L’incidenza precisa della politelia è difficile da determinare, in ogni caso, rappresenta la malformazione più comune che coinvolge il seno, colpendo circa lo 0,5% al 5,5% delle donne, con capezzoli aggiuntivi che, nel 75% dei casi, hanno un diametro non superiore al 30% rispetto a quello dei capezzoli originali. Questo li rende significativamente più piccoli e quindi meno evidenti. Alcuni studi indicano una prevalenza maggiore nei maschi rispetto alle femmine, mentre altri riportano una prevalenza più alta nelle donne, soprattutto in alcune etnie come le donne caucasiche e asiatiche. Si stima che circa il 6% dei casi possa presentare una componente genetica.

Dal punto di vista clinico, i capezzoli sovrannumerari possono essere confusi con nei cutanei e si presentano comunemente lungo la linea mammaria, sebbene possano localizzarsi anche in altre parti del corpo, come il dorso o la pianta del piede. La diagnosi differenziale può comprendere nevi, neurofibromi e papillomi, e la valutazione clinica da parte del proprio medico di fiducia è fondamentale per una corretta identificazione della condizione.

La classificazione di questa condizione si basa sul grado di differenziazione del tessuto e riflette la presenza o meno di tessuto mammario funzionale e di altre caratteristiche. In base a ciò, si distinguono politelia e polimastia, con la prima che si riferisce alla presenza di un solo capezzolo sovrannumerario e la seconda all’associazione di questi con tessuto mammario.

Il trattamento della politelia

Per quanto riguarda il trattamento della politelia, le opzioni terapeutiche dipendono dalle esigenze e dalle preferenze del paziente. In molti casi, la politelia non richiede intervento chirurgico, specialmente se i capezzoli sovrannumerari non causano sintomi o disagio. Tuttavia, la rimozione chirurgica può essere considerata per motivi estetici o se sono presenti dei sintomi, ad esempio durante l’allattamento.

Le procedure chirurgiche per la rimozione dei capezzoli sovrannumerari possono variare in base alla presenza o meno di tessuto mammario sottostante. Se il capezzolo sovrannumerario è associato a tessuto ghiandolare funzionale, potrebbe essere necessario un intervento più invasivo per rimuovere completamente il tessuto mammario. Al contrario, se è principalmente una protuberanza cutanea, la rimozione può essere eseguita in modo relativamente semplice. L’intervento viene eseguito sotto anestesia locale e ha una durata approssimativa di trenta minuti. Dopo l’intervento, è generalmente possibile riprendere le normali attività quotidiane, evitando però di sollecitare la zona trattata per alcuni giorni.

Durante l’operazione, il chirurgo plastico individua la zona intorno al capezzolo extra e lo rimuove con precisione utilizzando un bisturi. Successivamente, sutura la ferita con punti riassorbibili posizionati sotto la pelle, garantendo così che la cicatrice residua sia invisibile o poco visibile. La visibilità della cicatrice dipende anche dall’estensione e dalla dimensione del capezzolo supernumerario rimosso.

È importante considerare eventuali correlazioni tra la politelia e altre malattie congenite o sindromi. Sebbene la politelia sia spesso una condizione isolata, può essere associata a disturbi genetici o anomalie congenite. Pertanto, una valutazione completa del paziente può essere necessaria per identificare eventuali condizioni sottostanti e pianificare il trattamento in modo appropriato.

Le secrezioni del capezzolo

Le secrezioni dal capezzolo possono presentare diverse caratteristiche: torbide, biancastre, sanguinolente o quasi limpide. È importante notare che mentre possono essere normali in alcune circostanze, come alla fine della gravidanza o durante l’allattamento, non sono mai normali nei ragazzi o negli uomini.

Le cause più comuni includono un tumore benigno nei dotti lattiferi, ispessimento dei dotti lattiferi, modificazioni fibrocistiche o un’infezione mammaria. Meno comuni sono gli alti livelli di prolattina o il cancro al seno.

La consultazione medica è raccomandata entro uno o due giorni se ci sono segni di infezione, come arrossamento, gonfiore o secrezione di pus. Altrimenti, è consigliabile consultare un medico entro una settimana se la secrezione è spontanea, se si hanno più di 40 anni, se interessa solo una mammella, se è sanguinolenta o se si avverte un nodulo.

Durante la visita medica, il medico porrà domande sui sintomi e sulla salute generale, eseguendo un esame delle mammelle e, se necessario, ulteriori esami come esami del sangue, esame al microscopio della secrezione, ecografia o mammografia. Il trattamento dipende dalla causa sottostante.

In conclusione, la politelia è una condizione congenita relativamente comune che può essere gestita in modo efficace attraverso valutazione clinica e, se necessario, intervento chirurgico. La decisione di trattare la politelia dipende dalle esigenze e dalle preferenze del paziente, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e risolvere eventuali sintomi o preoccupazioni estetiche.

Fonti bibliografiche: