La notizia della morte di Robert Redford, a 89 anni, ha riportato i riflettori su una delle storie d’amore più riservate e autentiche di Hollywood: quella con la moglie Sibylle Szaggars. Un legame fatto di arte, natura e impegno ambientale, nato lontano dai clamori e dalle luci dei set, e cresciuto passo dopo passo fino al matrimonio nel 2009.
Se il mondo ha sempre visto Redford come l’icona del cinema, l’uomo dagli occhi azzurri e dal fascino senza tempo, accanto a lui Sibylle ha incarnato una compagna discreta ma luminosa, capace di regalargli quella che lo stesso attore definì una nuova vita”.
Robert Redford e Sibylle Szaggars, l’incontro tra arte e natura
Sibylle Szaggars nasce ad Amburgo, in Germania, nel 1957, e sin da bambina mostra una naturale inclinazione verso l’arte. Pennelli, schizzi e viaggi: sono questi i tre pilastri che formano il suo immaginario. Le culture indigene e i paesaggi incontaminati che incontra nei suoi spostamenti con la famiglia diventano fonte inesauribile di ispirazione, al punto da trasformare il suo lavoro in un ponte continuo tra creatività e attivismo ambientale.
Negli anni Ottanta si trasferisce a Londra, poi negli Stati Uniti, affascinata dalle terre del Sud-Ovest, dal deserto e dalle montagne dello Utah. Ed è proprio lì che il destino bussa alla porta. Nel 1996, durante una vacanza sugli sci al Sundance Mountain Resort – il luogo che Robert Redford aveva creato negli anni Sessanta come rifugio naturale e culla del cinema indipendente – avviene l’incontro.
Lei non conosce quasi nulla della carriera dell’attore. Lo ammette con disarmante sincerità, raccontando anni dopo di aver noleggiato alcune delle sue pellicole e di averne guardati appena quindici minuti a testa per “prepararsi” alla cena a cui era stata invitata. Ma Redford non parlò mai dei suoi film. E fu proprio quella semplicità a far scoccare la scintilla: “È stato un inizio meraviglioso, due persone che si incontravano senza sovrastrutture”, dichiarò l’attore.
Dopo oltre dieci anni di relazione, nel luglio 2009 Robert Redford e Sibylle Szaggars si sposano ad Amburgo, nella città natale di lei. La cerimonia è intima, appena trenta invitati, ospitati al Louis C. Jacob Hotel, con un’atmosfera elegante e raccolta che riflette perfettamente la personalità della coppia.

L’attivismo e i progetti condivisi
L’unione di Robert Redford e Sibylle Szaggars non si è mai limitata alla sfera privata. Insieme hanno condiviso una missione: proteggere il pianeta. Già dagli anni Settanta Redford aveva dimostrato un interesse attivo per l’ambiente, ma è con Sibylle che questo impegno assume una nuova forma.
Nel 2015 nasce The Way of the Rain, l’organizzazione no profit fondata da lei e sostenuta da Redford, che ne diventa vicepresidente. Il progetto combina performance artistiche, musica, pittura e scenografie multimediali con un obiettivo preciso: sensibilizzare il pubblico sulla fragilità della Terra e sul cambiamento climatico.
Una delle esibizioni più acclamate di Sibylle è The Way of the Rain – Voice of Hope, presentata nel 2018 in occasione del Smith Nature Symposium & Benefit, evento che premiò la coppia per il loro impegno ambientale. Un trionfo di luci, colori e suoni che trasforma l’arte in esperienza sensoriale e in manifesto etico.
Il loro impegno li porta anche a Monaco, dove nel 2015 ricevono insieme il Prince Rainier III Award della Princess Grace Foundation-USA, riconoscimento assegnato a figure che si distinguono per l’impegno civile.
Vita tra montagne e atelier
Dopo il matrimonio, la coppia ha vissuto tra lo Utah e Santa Fe, in New Mexico, dove Sibylle ha fondato la sua galleria d’arte e dove continua a portare avanti i suoi progetti. La loro casa nello Utah, immersa nei boschi vicino al Sundance Resort, è stata descritta da lei stessa come “una fonte di ispirazione e un luogo sereno“. Dalle finestre affacciate sulle montagne sono nati molti dei suoi quadri, paesaggi che mescolano memoria e denuncia ambientale.
Sibylle, infatti, non è soltanto pittrice: il suo lavoro spazia dalla fotografia alle installazioni, fino alle performance che intrecciano danza, musica e pittura dal vivo. Una dimensione artistica che ha sempre rispecchiato la sua attenzione per la natura. “Dall’inizio della mia carriera ho sentito la necessità di avvertire dei pericoli di estinzione attraverso il colore e la bellezza”, raccontava in un’intervista.