La GenZ usa il preservativo? Una fotografia della situazione attuale

Con il calo dell’uso del preservativo i rischi sono aumento: ecco cosa dicono davvero i dati sulla salute sessuale della GenZ e perché proteggersi è un gesto d’amore

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Giulia Farsetti

Giornalista e Sex Editor

Giornalista e Social Media Manager, da sempre ama scrivere, creare contenuti e raccontare storie. Da anni studia e scrive di benessere e sessualità. Gestisce diversi profili social e, da brava Vergine, adora organizzare tutto alla perfezione… Con immancabili evidenziatori colorati!

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Quando parliamo di GenZ, spesso pensiamo a una generazione consapevole, digitale, informata, soprattutto se consideriamo che si parla dei giovani nati tra la metà degli anni ’90 e i primi anni del 2010. Paradossalmente, però, nella sessualità risulta che molti giovani di questa fascia d’eta hanno iniziato ad abbassare la guardia riguardo l’uso del preservativo. Ma cosa significa nel presente e nel futuro questa tendenza? E come correre ai ripari?

La GenZ e il preservativo: i dati oggi

Purtroppo, non utilizzare il preservativo nei rapporti sessuali ha potenziali conseguenze per la salute sessuale e il benessere fisico e psicologico: secondo un rapporto dell’OMS Europa, che si basa sui dati dello studio Health Behaviour in School-aged Children (HBSC), tra il 2014 e il 2022 l’uso del preservativo durante l’ultimo rapporto da parte di adolescenti sessualmente attivi è drasticamente calato. Quasi un terzo degli adolescenti (circa il 30%) ha dichiarato di non aver usato né preservativo né pillola nell’ultimo rapporto, una cifra che rimane stabile da anni.

Questa fotografia non è soltanto allarmante per i numeri, ma per ciò che implica: più rapporti non protetti significa più fragilità, più rischi reali di contrarre infezioni sessualmente trasmissibili (IST) o trovarsi in gravidanze non pianificate. L’OMS per questo lancia un appello: serve più educazione sessuale, più accesso a metodi di prevenzione e politiche che sostengano i giovani nel fare scelte consapevoli.

Perché l’uso del preservativo sta calando?

Esistono vari fattori per cui l’utilizzo del preservativo è in calo, soprattutto tra i giovani; uno di questi motivi è la mancanza di educazione sessuale. Secondo il rapporto OMS, rimane profondamente inadeguata in molti paesi e questa mancanza porta inevitabilmente a un’assenza di dialogo sull’affettività, il consenso, le relazioni e anche l’uso dei metodi contraccettivi e i pericoli delle IST.

Tuttavia, l’inadeguatezza dell’educazione sessuale non è l’unico “problema”: molti giovani raccontano che parlare di preservativo con il partner può essere imbarazzante o che usarlo “rovinerebbe il momento”. Inoltre, la percezione del rischio è spesso distorta: le IST possono sembrare un problema lontano, qualcosa che riguarda solo “gli altri”, oppure una preoccupazione passata. Infine, guardare la pornografia senza la giusta conoscenza (cioè che è tutto finto e realizzato ad hoc) può far pensare che l’uso del profilattico sia superfluo e “scomodo”.

Secondo esperti, il mancato uso del preservativo, unito a una scarsa abitudine di fare test, può aumentare il tasso di diagnosi tardive di infezioni. Inoltre, rapporti recenti collegano la bassa protezione con una crescita di casi di sifilide, gonorrea, clamidia in Europa. Non solo: se i giovani non usano un metodo contraccettivo, aumentano anche i rischi di gravidanze indesiderate, con conseguenze che possono scuotere la vita di una ragazza, oltre che della coppia, soprattutto se la sessualità viene vissuta senza una rete di supporto educativa o sanitaria.

Il ruolo dell’educazione sessuale

Oltre agli aspetti preoccupati, ci sono però delle soluzioni e vie d’uscita che anche il report dell’OMS indica: ad esempio, è fondamentale investire in un’educazione sessuale completa, che non sia solo tecnica, ma che includa relazioni, consenso, identità e comunicazione. Gli adolescenti non hanno solo bisogno di sapere come usare un preservativo, ma di poter parlare liberamente di desideri, paure, dignità.

Sarebbe opportuno fare in modo che nella scuola ci siano “spazi sicuri” dove parlare, senza giudizio, di sessualità e rafforzare i servizi sul territorio che offrano consulenze e informazioni libere.

Basta pensare che l’educazione sessuale sia un “incoraggiamento al sesso”: parlare e conoscere la sessualità è un modo per fornire ai giovani la giusta conoscenza al momento giusto, così da portare a scelte più responsabili.

Perché usare il preservativo è un gesto d’amore

Usare il preservativo significa ridurre i rischi di malattie sessualmente trasmissibili o gravidanze indesiderate e questo è un atto di amore, premura e rispetto non solo verso se stessi, ma anche verso l’altra persona con cui si condivide un momento così intimo. Non significa “interrompere il momento”, ma, simbolicamente, dire “mi importa di te e della tua salute” e “mi amo”, ma anche “voglio che stiamo bene e tranquilli insieme”. Quando una coppia decide di proteggersi, costruisce una cultura della responsabilità condivisa e di cura reciproca.

Specialmente nelle prime esperienze, usare il preservativo può diventare un atto di affetto, una scelta che salda la relazione con un filo di rispetto e comprensione. In questo modo, proteggersi non è un freno, ma un modo per vivere la relazione e la sessualità con più serenità e consapevolezza.

La GenZ nel futuro

La fotografia attuale della GenZ e dell’uso del preservativo è, in molti sensi, allarmante. Questo trend non può che essere letto come una chiamata all’azione, tramite un’educazione sessuale realistica e completa, più accesso a metodi contraccettivi, servizi sanitari attenti ai bisogni dei giovani. Serve sicuramente una volontà politica, ma anche della comunità: dalle scuole alle famiglie, fino alle associazioni presenti sui territori.

Per la GenZ, usare il preservativo non dovrebbe essere visto come un obbligo scomodo, ma come una scelta forte, consapevole e gentile verso se stessi e gli altri. Se vogliamo costruire un futuro in cui i giovani abbiano davvero il potere di decidere del proprio corpo, è importante partire da più dialogo, più conoscenza, più supporto.