Cancro al seno: come diminuire il rischio di ammalarsi. Intervista all’oncologa Del Mastro

La dottoressa Lucia Del Mastro, medico oncologo e ricercatrice AIRC, ci spiega i progressi nella cura del tumore alla mammella e come possiamo prevenirlo

Pubblicato: 30 Ottobre 2017 11:35

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Redazione

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Il cancro al seno è il tumore femminile più diffuso. In Italia nel 2017 colpite 50.000 donne. Di tumore al seno nel nostro Paese si ammala 1 donna su 8 nell’arco della vita. Grazie ai progressi della ricerca, ammalarsi oggi di tumore al seno è però diverso da 25 anni fa, perché la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è cresciuta fino all’87 per cento (Fonte: AIOM e AIRTUM, I numeri del cancro in Italia 2017). Ma ancora c’è molto da fare. Abbiamo intervistato la dottoressa Lucia Del Mastro, medico oncologo e ricercatrice AIRC per spiegarci i progressi nella cura di questo tumore e cosa possiamo fare noi donne per prevenirlo e limitare al massimo il rischio di ammalarsi.

Quali speranze di guarigione ci sono oggi per le donne colpite da tumore al seno?
Dagli anni ’90 si è assistito a una progressiva diminuzione della mortalità per cancro al seno. Questo risultato positivo è dovuto da un lato all’introduzione dello screening, ossia della mammografia, per la diagnosi precoce, dall’altro ai trattamenti cui sono sottoposte le pazienti, che permettono di diminuire il rischio di metastasi nelle donne che sono state operate.

In cosa consiste la sua ricerca e quali risultati ha ottenuto?
Mi occupo nello specifico di tumore alla mammella. Quello che ho fatto come ricercatore AIRC si può sintetizzare in due aspetti principali. Primo, abbiamo messo a punto uno schema di chemioterapia che viene utilizzato dopo l’intervento chirurgico e che si è dimostrato più efficace rispetto a quello standard in vigore fino a pochi anni fa. Ora questo tipo di chemioterapia, frutto di una ricerca italiana, è adottato in tutto il mondo.
In secondo luogo abbiamo definito una strategia per preservare nelle giovani donne malate di cancro al seno la fertilità che poteva essere compromessa dalla chemioterapia. Questa tecnica, che ha cambiato le linee guida a livello internazionale nel trattamento del cancro, viene proposta alle giovani pazienti per dare loro la possibilità di avere figli, preservando la funzione ovarica.

In quale fascia d’età si manifesta più frequentemente il tumore al seno?
L’età media dello sviluppo del tumore al seno è al di sopra dei 50 anni. Al di sotto dei 40 anni si verifica solo nel 10% dei casi. La percentuale non è bassa se si considera che i numeri sono elevati: 50mila casi in un anno in Italia, vuol dire che nel nostro Paese 5mila donne sotto i 40 anni si ammalano di cancro alla mammella ogni anno.

Cosa consiglia per prevenire il tumore?
Innanzitutto, la diagnosi precoce attraverso la mammografia che permette di aumentare le probabilità di guarigione. Poi, fondamentale è adottare corretti stili di vita. Tra questi quello che si è dimostrato il più efficace è l’attività fisica da praticare regolarmente. Oltre ovviamente a evitare il sovrappeso. Questi sono i fattori più importanti da tener presente per ridurre il rischio di ammalarsi di cancro al seno.

Quali sono i campanelli d’allarme che non vanno trascurati?
Qualsiasi cambiamento della mammella, come rigonfiamenti o retrazione della cute, potrebbe essere un sintomo del cancro al seno. In questi casi la donna deve subito farsi visitare dal medico.

Lei si occupa di un tumore prettamente femminile, quanto il suo essere donna ha influito nella scelta del campo d’indagine?
Sicuramente il mio interesse è volto al tema della fertilità. La mia maternità ha coinciso con la ricerca sulla preservazione della fertilità delle giovani donne, perché ho capito l’importanza e la bellezza dell’essere mamma. Come studiosa ho voluto dare la possibilità anche alle giovani donne malate di tumore al seno di avere un figlio.