Tracheite: sintomi, cause e cura

La tracheite è un'infiammazione della trachea, spesso causata da infezioni virali o batteriche, che provoca tosse e difficoltà respiratorie

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Pubblicato: 17 Aprile 2024 09:02

La tracheite è un’infiammazione della trachea, l’organo che funge da condotto per l’aria tra le vie aeree superiori e quelle inferiori del nostro sistema respiratorio. Questa condizione può essere provocata da infezioni virali o batteriche e può manifestarsi con sintomi come dolore al collo, tosse secca o produttiva, e talvolta difficoltà respiratorie o raucedine. La trachea rappresenta una parte fondamentale nell’apparato respiratorio, che è composto da una serie di organi cavi progettati per facilitare il transito dell’aria dall’ambiente esterno fino ai polmoni e viceversa.

Le vie aeree si suddividono in vie aeree superiori e inferiori. Le superiori includono il naso, la bocca, le fosse nasali, i seni paranasali, la faringe e la laringe; queste sono responsabili della filtrazione, del riscaldamento e dell’umidificazione dell’aria inspirata. Le vie aeree inferiori, che comprendono la trachea, i bronchi e i bronchioli, sono principalmente dedicate al trasporto dell’aria ai polmoni dove avviene lo scambio gassoso. In caso di tracheite, il trattamento può variare da terapie sintomatiche e riposo a farmaci antinfiammatori, antibiotici, o antivirali, a seconda dell’agente eziologico e della severità dell’infiammazione.

Cos’è la trachea?

Soffermandoci sulla trachea, essa non è altro che quella parte del nostro corpo, che si trova in posizione centrale nel torace davanti all’esofago e collega la laringe ai bronchirappresentando il primo tratto delle vie aeree inferiori. Si tratta in particolare di un condotto cartilagineo lungo circa 12 centimetri, fatto di tessuto fibroso elastico. I suoi anelli cartilaginei sono sovrapposti a ferro di cavallo, per permettere un’apertura posteriore che è chiusa dal tessuto muscolare.

Questi anelli sono collegati tra loro da legamenti di tessuto connettivo. Le parti interne della trachea sono rivestite di mucosa e piccolissime ciglia vibratili, cioè peli come quelli che troviamo nelle narici, ma in questo caso microscopici. Il movimento di questi peli mantiene pulite le vie respiratorie, spostando verso l’alto il muco normalmente presente in esse e necessario per catturare gli agenti dannosi alla salute dell’organismo, che entrano nel nostro corpo attraverso latria che respiriamo.

Anche la trachea, come accennato sopra, può essere attaccata da virus e batteri. Questa infiammazione porta alla tracheite. Spesso si tratta di una condizione, che si manifesta come conseguenza di altri processi, caratterizzati tutti da uno stato infiammatorio alla base come:

  • batterica;
  • virale;
  • allergie causate dalla presenza di alcuni specifici allergeni nell’ambiente in cui vive il paziente;
  • inalazione di aria contenente agenti irritanti, quali ad esempio quelli di natura chimica.

I sintomi della tracheite

La tracheite generalmente si manifesta con  tosse profonda detta canina per il tipico suono abbaiante e secco, spesso preceduta da bruciore e solletico alla gola, in taluni casi febbre. Infatti, la tosse secca caratteristica della tracheite può trasformarsi e portare alla comparsa di catarro purulento se si estende a livello polmonare. Ciò avviene soprattutto in caso di tracheite batterica.

A questo stato può aggiungersi anche la nascita di un forte dolore e senso di costrizione al petto, retrosternale, che si accentuano quando si tossisce. La mucosa infiammata, inoltre, si può gonfiare e portare a un moderato restringimento del condotto tracheale, che genera fastidio nell’atto respiratorio e la comparsa di alcuni suoni caratteristici emessi con il respiro, come i rantoli. Di seguito elenchiamo i sintomi tipici associati ad una tracheite:

  • mal di gola, con arrossamenti causati dalla vasodilatazione e all’essudato di natura infiammatoria;
  • presenza di muco più o meno denso, il cui colore dipenderà dal processo sottostante;
  • tosse persistente, produttiva o non;
  • problemi di natura respiratoria.

Le cause della tracheite

Le cause che possono portare ad un’infiammazione della trachea sono varie e di diversa natura, virale o batterica. L’infezione può essere primaria, se colpisce direttamente la trachea, oppure secondaria ad altre infezioni delle alte vie respiratorie, come la rinite, sinusite, tonsillite, laringite.

In questo caso l’infezione può estendersi fino al nastro tracheale. In genere chi ha già un sistema immunitario deficitario per altre cause è più esposto al rischio di sviluppare una tracheite complicata.

La tracheite batterica

I batteri che possono infiammare la tracheite sono diversi. Una delle forme più frequenti, soprattutto nei bambini, è quella dello Staphylococcus aureus, che può comparire anche in seguito a una sovrainfezione secondaria a forme virali, come il raffreddore.

Ci sono altri batteri che possono portare a questo stato della trachea, come lo streptococcopneumoniae, la Klebsiella pneumoniae, entrambi noti per causare successivamente complicanze come la polmonite batterica.

La tracheite virale 

L’infiammazione della trachea dovuta al virus è spesso la conseguenza di altre infezioni virali, come quelle delle alte vie aeree e quindi può essere imputata soprattutto a virus influenzali e parainfluenzali, adenovirus e rhinovirus.

La tracheite irritativa o allergica

Anche se meno frequentemente, la tracheite può essere anche di tipo irritativo o allergico. Nel primo caso è dovuta all’inalazione di agenti irritanti come il fumo di sigaretta o sostanze derivanti dall’inquinamento. Nel secondo caso può essere causata dalle allergie di cui soffre il paziente come quelle al polline, alle polveri, peli di animali o ad altri allergeni.

L’irritazione della trachea può essere anche secondaria a un reflusso gastroesofageo. Le esalazioni acide, risalendo dallo stomaco lungo l’esofago, possono raggiungere la trachea attraverso la laringe e  determinarne irritazione conseguente.

Tracheite: quando rivolgersi al medico

Anche se di norma la prognosi è ottima, la tracheite può diventare una situazione di emergenza. In questo caso e soprattutto nei bambini, è opportuno rivolgersi al Pronto Soccorso quando, oltre all’infezione, compaiono si seguenti sintomi:

  • febbre;
  • tosse che persiste e peggiora;
  • difficoltà respiratorie;
  • respiro rumoroso;
  • sintomi di cattiva ossigenazione (colorito cianotico del volto, affaticamentosudorazione eccessiva, retrazione del giugulo alla base del collo nell’atto respiratorio).

La diagnosi della tracheite

Per diagnosticare un’infezione della trachea è importante partire da un’ attenta anamnesi, che risalga alle cause. Il paziente in questione può infatti essersi trovato esposto a specifici fonti di infezione o ad alcuni tipi di antigeni. Dopo si passa all’esame del cavo orale e della faringe, che può mostrare segni di iperemia (rossore) o secrezione mucopurulenta (catarro). Fondamentale l’esecuzione di una fibroendoscopia (una sottile telecamera che passando dal naso esplora la laringe e la trachea) per visualizzare i primi anelli tracheali e valutare se infiammati.

Di solito, dopo la visita, non sono prescritti altri specifici esami, in caso di dubbi lo specialista può decidere di richiedere una coltura dell’espettorato con associato antibiogramma, per isolare l’eventuale batterio responsabile del processo infiammatorio ed avere a disposizione il migliore antibiotico per la specifica infezione in corso.

Gli esami per la tracheite virale

In caso di tracheite virale, invece, il medico userà l’espettorato per ricercare specifiche componenti del virus. Si prescriveranno anche esami ematici per dimostrare sia l’assenza di altre patologie concomitanti di altra natura, sia per confermare il rialzo degli indici di flogosi (VES, PCR, globuli bianchi) o la presenza di componenti del microorganismo in circolo. Infine, quando la situazione appare molto più grave si possono svolgere indagini ulteriori come la radiografia del torace, per poter escludere il progredire del processo infettivo a livello delle vie aeree inferiori e valutare la pervietà del canale.

Se si presumono allergie, sarà sufficiente sottoporre il paziente a “prove allergiche”, test cutanei o ematici, volti a rilevare la sensibilità individuale ad alcuni allergeni. Con il pulsossimetro, è possibile determinare la quantità di ossigeno a livello del sangue (ossimetria).

Riassumendo, quindi, la diagnosi si basa su:

  • sintomatologia clinica,
  • presenza o meno di espettorato (il catarro può spesso indirizzare sull’origine della tracheite),
  • esame obiettivo della faringe laringe e trachea primi anelli,
  • eventualmente esame colturale dell’espettorato o ricerca di materiale virale.

Come curare la tracheite

Le terapie previste per curare una tracheite sono molto varie perchè dipendono dalla gravità del quadro clinico e soprattutto dall’agente eziologico responsabile. A volte la tracheite può anche risultare autolimitante, non richiedendo alcun trattamento, mentre nei casi più gravi, soprattutto quando si presenta una riduzione del calibro tracheale e conseguente difficoltà respiratoria nei bambini, è necessario il ricovero ospedaliero per fornire un adeguato supporto respiratorio. Ma soffermiamoci adesso sulle principali terapie consigliate in caso di tracheite, quali sono?

  1. In caso di infezione batterica, può essere richiesto l’uso di un antibiotico, meglio se prescritto a seguito di antibiogramma.
  2. Per curare un’infezione virale, invece, basterà una semplice terapia di supporto (antipiretici per la febbre, eventuali sedativi o sciroppi mucolitici per la tosse, quest’ultimi peraltro controindicati sotto i due anni di età) fino alla risoluzione.
  3. La tracheite allergica si gestisce con gli antistaminici e cortisonici.

Come fare prevenzione sulla tracheite

Il primo approccio preventivo consiste nell’evitare le situazioni di rischio come:

  • l’esposizione agli allergeni noti nel caso di soggetti allergici,
  • ambienti sovraffollati, chiusi, a contatto con possibili soggetti infetti.

È necessario inoltre prevenire tutti i processi in grado d’indebolire le difese delle vie respiratorie e che possono determinare condizioni di immunodepressione transitoria come:

  • il fumo, sia attivo che passivo;
  • l’inquinamento;
  • la carenza di sonno;
  • lo stress;
  • deficit nutrizionali.

Fonti bibliografiche: