Neonata salvata con la colla acrilica: l’operazione innovativa al Regina Margherita di Torino

Una bambina, nata con una grave malformazione al fegato, è stata sottoposta a un delicato intervento mini-invasivo, ricorrendo a una speciale colla acrilica

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Eleonora Lorusso

Giornalista, esperta di salute e benessere

Milanese di nascita, ligure di adozione, ha vissuto negli USA. Scrive di salute, benessere e scienza. Nel tempo libero ama correre, nuotare, leggere e viaggiare

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Rischiava la vita, ma grazie a un’operazione chirurgica mini-invasiva e altamente innovativa, una neonata è stata salvata dai medici dell’equipe specializzata dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. Alla piccola, per la quale era stata diagnosticata una rara malformazione al fegato già durante la gravidanza, è stata applicata una speciale colla chirurgica ad uso medico.

Un duplice delicato intervento chirurgico

In realtà l’intervento è stato duplice e condotto in due fasi differenti. Il primo è avvenuto ancora prima della nascita della bambina, a sei giorni dal parto. Il secondo, invece, è stato effettuato una settimana dopo che la neonata è venuta alla luce. La malformazione della quale soffriva, infatti, avrebbe messo a rischio la sua vita. Era stata diagnosticata durante la gravidanza della madre, quando il dottor Andrea Sciarrone dell’Ospedale Sant’Anna di Torino aveva riscontrato un’anomalia nella comunicazione sanguigna tra le arterie e le vene. La conseguenza, in caso di mancato intervento, sarebbe stata che la bambina avrebbe fatto arrivare troppo sangue al cuore e ai polmoni, facendolo mancare ad altri organi vitali e dunque compromettendo le speranze di sopravvivenza.

Come sono intervenuti i medici

I medici, dunque, hanno prima ricorso a una tecnica mini-invasiva, nella sala di Emodinamica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita del capoluogo piemontese, utilizzando sottili cateteri per poter raggiungere la malformazione al fegato, passando attraverso i piccoli vasi sanguigni della neonata. Successivamente hanno potuto chiudere il passaggio sanguigno anomalo in modo mirato. È stato proprio in questa fase che, per sigillare la comunicazione “errata”, è stato fatto ricorso a una speciale colla acrilica biocompatibile: pur assomigliando a tutti gli effetti a un collante adesivo istantaneo “comune”, si tratta di un ritrovato progettato esclusivamente ad uso medico.

La particolarità dell’intervento sulla neonata

A contraddistinguere l’intervento è stata la difficoltà di operare su una paziente così piccola. Non è la prima volta, infatti, che si utilizza la colla acrilica, ma generalmente l’impiego avviene su pazienti adulti. Un’altra particolarità stava nel fatto che la neonata era soggetta a una sorta di “cortocircuito” che rendeva la sua condizione molto complicata. Di fatto dall’arteria il sangue tornava direttamente nel cuore, che era costretto a pompare all’impazzata per riempire se stesso, mentre il sangue non riusciva a raggiungere altri organi come reni, fegato e soprattutto cervello. La pressione, inoltre, era molto bassa.

Il ritorno a condizioni normali

La riuscita dell’intervento è stata tale per cui, fin dal termine dell’intervento dei medici, la neonata è tornata a una condizione pressoché normale: la pressione è passata da 40 a 80 e i polmoni si sono decongestionati, permettendo anche agli altri organi di tornare ad una corretta funzionalità. La circolazione sanguigna è stata ripristinata in modo regolare e la bambina, come chiarito dai medici, sta bene: si trova in terapia intensiva per la ripresa, ma respira autonomamente. Ciò che è ancora più importante è che le prospettive sono di una crescita normale e di una vita come quella di altri bambini.

Come si usa la colla acrilica sanitaria

La speciale colla impiegata per risolvere la malformazione della neonata è tecnicamente una resina a base di cianoacrilato, specificamente messa a punto per uso endovascolare. Viene miscelata con mezzi di contrasto oleosi per renderla visibile ai raggi X ai medici che devono applicarla. Successivamente viene iniettata attraverso micro-cateteri, in questo caso all’interno della malformazione. La sua particolarità è che riesce a dar luogo a una rapida polimerizzazione che di fatto occlude (“embolizza”, in gergo tecnico) il vaso anomalo. Si tratta di un’operazione già eseguita da qualche anno in caso di malformazioni alle arterie e vene (AVM) e in presenza vari sanguinamenti. Il suo impiego è noto anche in pediatria, anche se – data l’età dei giovani pazienti e la ridotta grandezza di vene e arterie – il tipo di operazione si presenta molto più complicato per i medici chiamati a effettuarlo.

Una storia a lieto fine

La riuscita del duplice intervento è stata resa possibile grazie a un lavoro di squadra. A partecipare sono state diverse équipe della Città della Salute e della Scienza di Torino: sono stati coinvolti, infatti, il Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino del Regina Margherita, diretto dalla Prof.ssa Franca Fagioli, il Dipartimento di Diagnostica per Immagini e Radiologia Interventistica delle Molinette di Torino, guidato dal Prof. Paolo Fonio.

Preziosi sono stati i contributi anche del Dottor Daniele Ferrero della Rianimazione Pediatrica, il Dottor Fabrizio Gennari della Chirurgia Pediatrica, il Dottor Giuseppe Annoni responsabile della Emodinamica pediatrica, il Dottor Andrea Discalzi della Radiologia Interventistica e il Prof. Mauro Bergui, che coordina la Neuroradiologia interventistica, oltre al personale infermieristico e tecnico.

“Il futuro della medicina risiede proprio nel lavoro multidisciplinare, per garantire un approccio centrato sulla persona e sui suoi bisogni”, ha sottolineato proprio Bergui, mentre per il direttore generale della Città della Salute, Livio Tranchida, “Questa storia a lieto fine è un’ulteriore dimostrazione delle eccellenze multidisciplinari presenti” nella struttura.