Qualcuno l’ha chiamata epidemiopia. Perché stiamo andando verso un mondo di persone miopi, costretti ad indossare gli occhiali o a portare lenti a contatto per vedere da lontano. I dati recenti dicono che l’epidemia di miopia sta dilagando nel mondo con 2,6 miliardi di persone colpite. Soprattutto, questa condizione può facilitare la comparsa di distacchi di retina.
Dal 2009 al 2016, stando a recenti dati raccolti in Olanda e pubblicati su Jama Ophthalmology, il numero di casi è cresciuto del 44% e ciò non si può spiegare solo con l’incremento della popolazione, pari al 3%, ma proprio con la crescita continua dei casi di miopia. Ed allora, se quasi una persona su tre nel mondo deve portare gli occhiali per vedere da lontano, il fenomeno appare destinato a crescere.
E con esso anche la possibilità di vedere ombre o filamenti che fluttuano nel campo visivo: si chiamano miodesopsie o corpi mobili vitreali e sono immagini di piccoli corpuscoli che sembrano fluttuare davanti a noi. Per questo sono conosciute anche come “mosche volanti”. Il rischio di comparsa di queste “visioni” è infatti quasi quadruplicato nei miopi. Lo hanno ribadito gli esperti durante il congresso FLORetina ICOOR 2024, tenutosi a Firenze.
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Cosa sono le opacità del vitreo
“Le opacità del vitreo, percepite in genere come ombre o filamenti fluttuanti, dipendono da alterazioni nella struttura del corpo vitreo, la ‘gelatina’ che riempie l’interno dell’occhio e che è fondamentale per mantenerne la trasparenza e la stabilità meccanica – spiega Stanislao Rizzo, presidente di FLORetina ICOOR, direttore del Dipartimento di Oculistica del Policlinico A. Gemelli IRCCS e ordinario di Oculistica presso l’Università Cattolica di Roma.
Con l’avanzare dell’età, o anche in presenza di miopia elevata, il corpo vitreo subisce una progressiva liquefazione e può distaccarsi dalla parte posteriore dell’occhio, due fattori che contribuiscono alla formazione delle ‘mosche volanti’.
Attenzione. In molti casi queste situazioni non sembrano creare problemi. Ma il controllo dell’oculista è fondamentale. “Si tratta di opacità spesso innocue, ma si stima che nel 33% dei casi possano compromettere la visione e per esempio diminuire fino al 67% la sensibilità al contrasto – aggiunge Francesco Faraldi, Direttore della Divisione di Oculistica dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano – Umberto I di Torino. Anche se l’acuità visiva non è compromessa, ciò comporta un drastico peggioramento della qualità di vita: i pazienti lamentano difficoltà visive e un impatto negativo su attività quotidiane come la lettura o la guida. Inoltre, non devono essere sottovalutate perché possono essere il primo segno di un distacco della retina”.
Fino a oggi la gestione dei corpi mobili vitreali è stata complicata anche perché non esistevano metodi standardizzati per documentarli e c’era un netto divario fra i sintomi riferiti dal paziente e ciò che l’oculista riusciva a osservare.
Nuove tecniche di imaging stanno però finalmente cambiando la possibilità di diagnosi, come continua Daniela Bacherini, ricercatrice in Malattie dell’Apparato Visivo presso il Dipartimento di Neurofarba dell’Università degli Studi di Firenze: “Le tecnologie di imaging dinamico del vitreo e di imaging a campo ultra-largo (ultra-widefield) integrate con scansioni OCT consentono una visualizzazione più dettagliata di una struttura finora difficile da osservare, permettendo di analizzare con precisione la densità, la posizione e il movimento delle opacità vitreali. Le nuove tecnologie consentono di catturare dettagli tridimensionali e dinamici delle anomalie vitreali, migliorando significativamente la comprensione di ciò che i pazienti percepiscono come “mosche volanti”.
Cosa succede in caso di miopia
La miopia è la difficoltà di vedere da lontano. I miopi hanno il bulbo oculare “a palla da rugby”, più lungo della norma: ciò fa sì che gli oggetti distanti non vengano messi a fuoco esattamente sulla retina. L’allungamento del bulbo oculare è dovuto in parte a cause genetiche e in parte, prevalente, all’eccessiva visione da vicino, che costringe l’occhio a spostare la messa a fuoco”.
Questa condizione, spesso sottovalutata, può portare ad alterazioni gravi come il distacco di retina, ma anche all’aumento del rischio di glaucoma e maculopatie. Per 500 milioni di persone colpite da miopia elevata, questa sarà causa secondo l’Oms di cecità irreversibile. Eppure, mai come oggi, nei casi che non dipendono da ereditarietà, è possibile prevenirla o rallentarne l’evoluzione per evitare pericolose conseguenze. Con terapie mirate.
Perché la miopia elevata aumenta il rischio di distacco di retina
Pensate. In chi ha perso oltre 6/8 diottrie, il pericolo è 39 volte più elevato rispetto alla norma; in chi ha un grado di miopia inferiore, il rischio triplica. Neanche giovani e giovanissimi sono al sicuro: fino al 6% dei distacchi di retina riguarda la popolazione pediatrica e, sebbene nella maggior parte dei casi siano causati da traumi, nel 15% la responsabilità è di un’elevata miopia, che è un fattore di pericolo anche e soprattutto negli under 50.
Insomma, oltre al problema delle mosche volanti esisterebbe una “relazione pericolosa” fra la miopia, un problema in aumento esponenziale soprattutto fra i giovani, e il distacco di retina, un evento grave che è una delle cause più frequenti di perdita della vista. La miopia, specialmente se elevata e quindi superiore a 6/8 diottrie, indebolisce l’occhio e fa salire il rischio di distacco retinico.
Per questo occorre prevenire la miopia e soprattutto far sì che le persone con questo difetto della vista si sottopongano a controlli regolari e siano informate dei sintomi del distacco di retina a cui prestare attenzione, così da rivolgersi subito allo specialista. Ricordando che l’occhio miope è infatti più fragile perché molto allungato, le trazioni interne che si creano possono contribuire ad aumentare il pericolo di distacco retinico.
Cosa succede in caso di distacco di retina
Tecnicamente il distacco di retina si ha quando uno strato di questo tessuto si solleva da quello sottostante, che fornisce nutrimento e ossigeno alle cellule retiniche: queste in breve tempo iniziano a morire, comportando una grave perdita di capacità visiva. La retina non ha recettori per il dolore, ma subito prima del distacco retinico si hanno sintomi evidenti fra cui le miodesopsie, ovvero corpi fluttuanti come macchie, punti neri, come mosche che offuscano la visione. Si possono poi avere lampi di luce improvvisi nella zona periferica del campo visivo o la visione di un’ombra scura.
In questi casi è fondamentale rivolgersi prima possibile a un’oculista; è inoltre opportuno che chi è miope, per valutare lo stato di salute della propria retina, si sottoponga annualmente a una visita di controllo. Nella maggior parte dei casi si tratta di eventi successivi a traumi, ma nel 15% la colpa è di una miopia elevata, come indicano recenti dati dell’American Academy of Ophthalmology.
Proprio la presenza di una miopia elevata sembrerebbe associarsi a distacchi retinici in età più giovane: la maggioranza dei casi avviene fra i 45 e i 60 anni, ma prima accade l’evento, più è probabile la concomitanza di una miopia elevata, presente nel 40% dei distacchi di retina under 50 e soltanto nel 13% degli over 50. Con l’andare degli anni, quindi, il ‘peso’ della miopia sulla fragilità della retina si riduce ed è perciò importante fare controlli regolari e prestare attenzione ai segnali d’allarme.