Diete con l’intelligenza artificiale, rischi e benefici quando Chat GPT sostituisce il nutrizionista

Crescono i disturbi alimentari, ma anche le diete fai-da-te, copiate dai social o affidate l’AI. Quando può essere dannoso

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Eleonora Lorusso

Giornalista, esperta di salute e benessere

Milanese di nascita, ligure di adozione, ha vissuto negli USA. Scrive di salute, benessere e scienza. Nel tempo libero ama correre, nuotare, leggere e viaggiare

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I disturbi alimentari sono in crescita e con questi anche la ricerca di diete più o meno adatte, troppo spesso affidate dal fai-da-te o, di recente, persino all’Intelligenza artificiale. L’AI, infatti, è in grado di raccogliere dati su peso, altezza, età e stile di vita, formulando “piani alimentari” che potrebbero apparire accattivanti. Ma secondo gli esperti ChatGPT non dovrebbe mai sostituire il nutrizionista, che rimane un punto di riferimento fondamentale, insieme agli altri esperti del settore, per un’alimentazione sana ed equilibrata.

Disturbi alimentari in aumento

Secondo le analisi dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, tra i centri specializzati in materia, negli ultimi cinque anni le diagnosi annuali di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (le cosiddette DNA) sono aumentate del 64%. A indicare una crescita sono anche i dati del ministero della Salute, che pure si fermano a un +35% a livello nazionale. In ogni caso almeno 3,5 milioni di italiani sarebbero interessati da problemi legati al rapporto tra il proprio corpo e il cibo. Per questo si ritiene che il tema sia rilevante in termini di emergenza sanitaria, non solo per i costi connessi alle cure, ma anche per l’impatto sociale.

Chi è più coinvolto dalle tematiche alimentari

La maggior parte di coloro che sono interessati da problemi di tipo alimentare e, di conseguenza, più sensibili alla ricerca di “diete riparatorie” sono le donne (circa il 90%), anche se la quota maschile è in crescita, soprattutto tra i più giovani, complici disturbi come la vigoressia, ossia l’attenzione ossessiva alla propria prestanza fisica: specie nella fascia tra i 12 e i 17 anni, infatti, cresce la voglia (a volte condizionata dai modelli offerti e sostenuti dalle piattaforme social) di apparire muscolosi e in forma. Per raggiungere certi risultati estetici e modelli spesso irreali, però, si fa sempre più ricorso al mondo virtuale stesso, con ricerche online di diete “miracolose”. Ed è qui che entra in gioco anche l’intelligenza artificiale.

Il ricorso a ChatGPT per la dieta “giusta”

Rivolgersi a un professionista, come un nutrizionista, risulta infatti una soluzione percorsa da sempre meno persone, specie se giovani. A frenare non è solo una motivazione economica, ma anche e spesso un senso di vergogna nel dover ammettere un disagio o nel raccontare i propri “peccati gola” o l’insoddisfazione nei confronti del proprio corpo. Ecco, quindi, che cercare consigli per migliorare il proprio aspetto fisico, tramite esercizi e soprattutto diete più o meno efficaci, può essere più semplice tramite le piattaforme online. In questo ambito si inserisce anche l’intelligenza artificiale, dal momento che aumentano i chatbot che offrono “consigli” a chi cerca indicazioni alimentari.

Quando l’AI vuole sostituirsi al nutrizionista

Da tempo la tecnologia permette di semplificare la vita in diversi modi, non ultimo quello della scelta del regime alimentare. Molti strumenti che utilizzano l’AI, infatti, permettono di fornire consigli più o meno su misura, semplicemente rielaborando dati personali ocme età, peso, altezza, stile di vita, quantità e tipo di attività fisica, e obiettivo che mira a raggiungere. A queste informazioni possono anche aggiungersi quelle relative a eventuali intolleranze alimentari o patologie di cui soffra l’individuo, come diabete o ipercolesterolemia. Molte App consentono anche di inserire direttamente dati clinici specifici, a partire dagli esiti degli esami di laboratorio (come quelli del sangue), ricorrendo a un approccio di cosiddetto Retrieval-Augmented Generation, che trasforma quei valori in “memorie digitali” da rielaborare a secondo dell’obiettivo indicato (perdita di peso, aumento della massa muscolare, ecc.).

Piani personalizzati grazie a ChatGPT

L’AI è in grado, dunque, di elaborare un programma alimentare che tenga conto del fabbisogno energetico, dell’indice di massa corporea (BMI), del numero di pasti previsti nell’arco della giornata, ecc., indicando quali e quanti – con tanto di grammature e porzioni – consumare quotidianamente e settimanalmente, per perdere perso o incrementare l’energia. ChatGPT può dunque sostituire il nutrizionista? Secondo gli esperti no e, anzi, la scelta di rivolgersi all’AI potrebbe risultare molto pericolosa, come dimostra il caso recente di un uomo che si era rivolto ad una App che gli aveva formulato una dieta sbilanciata.

I consigli fuori contesto

L’episodio riguarda un uomo di 60 anni che, come riferito nelle scorse settimane dalla Annals of Internal Medicine, si è ammalato di bromismo, ossia ha sviluppato un’intossicazione da bromuro, dopo aver seguito i consigli alimentari forniti da ChatGPT. Il paziente, per evitare un consumo eccessivo di sale da cucina di cui aveva letto alcuni potenziali effetti collaterali negativi per la salute, aveva chiesto al chatbot di OpenAI alcune indicazioni. Seguendo le risposte dell’AI, aveva assunto il bromuro di sodio per circa tre mesi, acquistandolo online, salvo aver iniziato ad accusare sintomi come acne, affaticamento e molta sete. In un primo momento aveva ipotizzato un tentativo di avvelenamento da parte del vicino di casa, poi si era rivolto al Pronto Soccorso, che lo ha indirizzato a un Centro Antiveleni, dove si è scoperta la vera causa. Il bromismo, infatti, è compatibile con questi effetti avversi, oltreché con possibili fenomeni allucinazioni uditive e visive. Da qui le conclusioni, non solo dei medici che lo hanno preso in cura, ma anche di molti esperti.

Le scuse di ChatGPT

L’AI non sostituisce il professionista, ma lo affianca. Unendo dati clinici e conoscenza umana, possiamo offrire piani realmente personalizzati, affidabili e sostenibili nel tempo. È un passo avanti verso una nutrizione”, ha commentato Matteo Nobili, founder di Lab Evo, start up nel campo della salute digitale. Nel caso del 60enne, comunque, OpenAI ha poi fatto sapere di aver migliorato le performance di GPT-5, anche in ambito sanitario, con l’obiettivo di fornire risposte sempre più corrette e affidabili agli utenti. In ogni caso ha anche aggiunto di aver previsto quesiti che i pazienti possono rivolgere direttamente ai professionisti, ricordando che il chatbot non è stato creato per sostituirsi a questi ultimi nelle diagnosi o nel fornire trattamenti medici.