Allarme dei pediatri, “No allo smartphone per gli under 13”. Il monito nella Giornata per i diritti dell’Infanzia

In occasione della ricorrenza arrivano le raccomandazioni della Società italiana di pediatria per l’uso dei devices da parte dei minori

Foto di Eleonora Lorusso

Eleonora Lorusso

Giornalista, esperta di salute e benessere

Milanese di nascita, ligure di adozione, ha vissuto negli USA. Scrive di salute, benessere e scienza. Nel tempo libero ama correre, nuotare, leggere e viaggiare

Pubblicato:

“Ogni ora di schermo è un rischio per corpo e mente”. Il monito è chiaro e arriva dalla Società italiana di pediatria in occasione degli Stati generali della pediatria, alla vigilia della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (20 novembre). Come osservano gli esperti, oggi i bambini dormono meno, si muovono meno e dialogano di meno, anche a causa di un uso eccessivo e precoce di smartphone e tablet. Secondo la SIP i devices non andrebbero dati prima dei 13 anni. Ecco perché.

Smartphone ed effetti sulla salute dei bambini

A supporto del monito i pediatri indicano i risultati di una serie di studi, che mostrano come 30 minuti in più al giorno di uso dei dispositivi digitali possono raddoppiare il rischio di ritardo del linguaggio nei bambini sotto i 2 anni. Inoltre, ogni ora in più davanti a uno schermo riduce il sonno di circa 15 minuti nei bambini tra 3 e 5 anni. A livello fisico, poi, oltre 50 minuti al giorno di uso di devices digitali come smartphone e tablet  sono associati a un maggior rischio di ipertensione pediatrica. A ciò si aggiunga che il tempo trascorso “online” è tempo sottratto all’attività motoria, in forte diminuzione tra i giovanissimi. Una delle conseguenze è l’aumento preoccupante di sovrappeso già tra i 3 e i 6 anni.

Meno digitale, più salute

La Società Italiana di Pediatria ha dunque fornito alcune raccomandazioni, in accordo con la Commissione sulle Dipendenze Digitali Sip, presentandole al Senato agli Stati Generali della Pediatria 2025 dedicati al tema “Il bambino digitale”, in occasione della Giornata Mondiale del Bambino e dell’Adolescente. Il punto di partenza è la considerazione che ogni anno senza digitale è un investimento sulla salute mentale, emotiva, cognitiva e relazionale dei bambini. Per questo si invitano i genitori a non offrire ai figli smartphone e tablet prima dei 13 anni.

Boom di smartphone dal Covid a oggi

“L’esperienza della pandemia da Covid-19 ha aumentato in modo significativo l’esposizione dei minori agli schermi con un tempo medio giornaliero cresciuto di 4–6 ore, raddoppiato rispetto ai livelli pre-pandemici. Questo cambiamento ha reso ancora più necessario un aggiornamento delle precedenti raccomandazioni”, ha spiegato il presidente SIP, Rino Agostiniani, alla luce dell’analisi di studi condotti finora. La Società italiana di pediatria, che nel 2018 e 2019 aveva già fornito raccomandazioni in materia, ha condotto una nuova revisione sistematica della letteratura internazionale, analizzando oltre 6.800 studi, di cui 78 inclusi nell’analisi finale.

Le nuove raccomandazioni

Alla luce di questi dati la SIP ha elaborato alcune raccomandazioni per i genitori, che prevedono:

  • Evitare l’accesso non supervisionato a Internet prima dei 13 anni per i rischi legati all’esposizione a contenuti inappropriati;
  • Rinviare l’introduzione dello smartphone personale almeno fino ai 13 anni per prevenire conseguenze sullo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale;
  • Ritardare il più possibile l’uso dei social media, anche se consentiti per legge;
  • Evitare l’uso dei dispositivi durante i pasti e prima di andare a dormire;
  • Incentivare attività all’aperto, sport, lettura e gioco creativo;
  • Mantenere supervisione, dialogo e strumenti di controllo costanti in tutte le fasce d’età.

L’apporto di scuola e pediatri

Secondo i pediatri, rimane importante il contributo della scuola, nel promuovere un’educazione digitale consapevole, così come la presenza e il supporto alle famiglie da parte degli stessi pediatri, che dovrebbero valutare regolarmente le abitudini digitali dei bambini e fornire consigli preventivi alle famiglie in caso di necessità. Restano poi confermate le indicazioni precedenti, che risalgono al 2018, come lasciare dispositivi elettronici ai figli sotto i due anni, limitarli a meno di un’ora al giorno tra i 2 e i 5 anni e a meno di due ore dopo i 5 anni, sotto il controllo dell’adulto.

Perché rinviare lo smartphone dopo i 13 anni

“L’età pediatrica è una fase di straordinaria vulnerabilità e crescita: il cervello continua a formarsi e a riorganizzarsi per tutta l’infanzia e l’adolescenza”, ha spiegato Rino Agostiniani, presidente SIP. “Una stimolazione digitale precoce e prolungata può alterare attenzione, apprendimento e regolazione emotiva. Posticipare l’accesso autonomo a Internet e l’età del primo smartphone almeno fino ai 13 anni è un investimento in salute, equilibrio e relazioni. Dobbiamo restituire ai bambini tempo per annoiarsi, per muoversi, per giocare e per dormire. La presenza e l’esempio degli adulti restano la prima forma di prevenzione digitale.”

Insegnare a usare la tecnologia

“Nei bambini sotto i 13 anni l’eccesso di schermi è associato a ritardi del linguaggio, calo dell’attenzione e peggioramento del sonno. Negli adolescenti vediamo crescere ansia, isolamento, dipendenza dai social e perdita di autostima”, sottolinea Elena Bozzola, coordinatrice della Commissione Dipendenze Digitali Sip. Tra le conseguenze di un uso scorretto ed eccessivo dei dispositivi si ricordano: obesità, ritardi nello sviluppo cognitivo, problemi di salute mentale, dipendenze digitali, danni alla salute visiva, rischio di cyberbullismo, sessualità precoce ed esposizione a pornografia. “Ogni ora passata davanti a uno schermo è un’ora sottratta al gioco, allo sport, alla creatività. Non serve demonizzare la tecnologia, ma insegnare a usarla con misura e consapevolezza. Più esperienze reali, meno digitale non supervisionato: è questa la vera sfida educativa di oggi”, conclude Bozzola.