Un parassita è un organismo che sopravvive rubando risorse vitali a un ospite fino a comprometterne la salute. E cosa c’entra con l’amore? C’entra, quando accettiamo di stare con un uomo che vive alle nostre spalle facendoci credere che sia tutto normale e che sia una forma di affetto puro e unico. Peccato che non sia così. Perché come un cane non ama di certo le sue pulci, noi non dovremmo amare l’uomo parassita che ci portiamo dietro, mentre lui ci priva della nostra forza emotiva, dei soldi, del tempo e di qualsiasi altra cosa che per noi sia importante.
Indice
Il parassita che non lavora (o lo fa di rado)
Se viviamo con un uomo che ha perso il lavoro o ha solo occupazioni temporanee, ci sentiamo in dovere di sostenerlo e aiutarlo, com’è giusto che sia all’interno di una coppia. Lui è avvilito e depresso e noi non ce la sentiamo di spronarlo a darsi da fare. Magari abbiamo un lavoro sicuro e pensiamo di riuscire a guadagnare per tutti e due (o di più, se ci sono figli). Decidiamo di dargli tempo, ma lui si accomoda nella sua posizione di “sfigato-sfiduciato” e nemmeno ci prova, a muoversi. Allora ci pensiamo noi a sbrigare i problemi della casa, a pagare i conti, a dedicare il weekend alle pulizie. E gli passiamo anche una specie di “paghetta”. mentre lui vaga per casa con aria afflitta. Attenzione: il parassita che non lavora, o lo fa saltuariamente, può essere anche un fidanzato con cui non viviamo insieme. Ma il copione è lo stesso: dirà che è al verde, che ha dovuto dare dei soldi a un amico, che questo mese non l’hanno pagato. Si appoggerà a noi e al nostro amore generoso e disinteressato. Quello interessato è lui, che commenterà “Sono finiti i tempi in cui a pagare era sempre l’uomo, ora tocca a voi donne!”.
Cosa fare con il parassita che non lavora (o lo fa di rado)
Apriamo gli occhi! Quest’uomo è un approfittatore, il tipico parassita che si sistema sull’ospite nutrendosi di esso. Ci stiamo facendo sfruttare e gli diciamo pure “Amore, vedrai, tra poco tutto si sistema”. Intanto lui scarta lavori perché non alla sua altezza, o poco pagati, o noiosi. Noi, al suo posto, ci accontenteremmo di qualsiasi impiego, pur di risalire la china. Per quanto ci addolori, dobbiamo uscire da questa situazione che ci sta prosciugando le energie (e il portafoglio), e che è una forma di violenza subdola e strisciante. Sollecitiamolo severamente a trovarsi un lavoro dicendogli che siamo stufe di pensare noi a tutto e che non gli daremo più neanche un euro: se non accetta, dovrà vedersela con il nostro avvocato (o un nostro amico esperto di MMA).
Il parassita onnipresente
La sua caratteristica principale? Non ci molla mai. Deve fare tutto con noi, dalle spese per la casa al nostro shopping personale, dal salto in farmacia alla passeggiata col cane. “Vengo con te!” è la sua frase più ricorrente. Ha così tanta voglia di stare con noi da chiederci di accompagnarlo anche quando ha impegni minimi, come comprare due lampadine al cinese dietro l’angolo o andare a prendere un pacco al punto ritiro nella tabaccheria sotto casa. Questo tipo assorbe la nostra vita, compresi gli amici e gli hobby: quelli che erano i nostri diventano i suoi. Cerca di occupare tutti i nostri spazi con la sua presenza. E infatti mette il muso se usciamo da sole o prendiamo una decisione per conto nostro. “Dove vai? Con chi vai?” oppure “Allora io non conto niente per te!” sono i suoi ritornelli quando osiamo precederci un break da lui o scegliamo da sole i nuovi asciugamani per il bagno. E ci sentiamo in colpa se non lo accontentiamo, anche se non abbiamo più una vita nostra.
Cosa fare con il parassita onnipresente
Riflettiamo attentamente sulla nostra situazione. Notiamo se ci sentiamo soffocare da questa presenza costante del nostro partner, ma anche se lui ci dà la sensazione che non potrebbe sopravvivere senza di noi. Se avvertiamo questi segnali, lui potrebbe essere un parassita emotivo, che con la sua presenza costante si appropria della nostra energia. Per questo ha bisogno di starci sempre “attaccato”: è il suo modo per sfruttarci in modo soft e illusorio, togliendoci ossigeno e autonomia. E’ una forma di violenza sottile e furba. Forti delle nostre considerazioni, proviamo a convincerlo a staccarsi, diventando autonomo e lasciando che lo siamo anche noi. Se fa capricci o scenate, lasciamolo comunque solo. Fuori della porta di casa.
Il parassita ipnotizzatore
Ci riempie di attenzioni, complimenti, sorprese. A letto è super. Ci fa sentire le donne più “fighe” del mondo: seducenti, divertenti, uniche. Ci inebria della sua personalità ma pian piano demolisce la nostra. Perché vedere le amiche che amiamo quando c’è lui, che è così affascinante e appassionato? Perché mangiare la pizza per cui noi stravediamo, quando è più gustoso il sushi che lui adora? Il parassita ipnotizzatore risucchia il nostro modo di essere, ci cambia i gusti, il look, le opinioni. Ci toglie le amicizie, i passatempi, i momenti di relax. Abbiamo solo voglia di stare con lui, un uomo come ce ne sono pochi, che ci riempie della sua presenza. E gli riesce facilmente, perché ci ha svuotate della nostra individualità. Nel frattempo si è ben organizzato per sparire la sera o nel weekend, adducendo impegni improrogabili. Ci ha anche convinte ad aprire il conto insieme, perché “chi vive un amore magico come il nostro condivide tutto”. Finché non troviamo tracce di rossetto sulla sua t-shirt. “Tesoro, quando fai la gelosa sei ancora più sexy…” dirà con occhio languido quando gli chiederemo spiegazioni. E noi lasceremo correre, anche se l’estratto conto online ci mostra spese di cui ignoravamo l’esistenza.
Cosa fare con il parassita ipnotizzatore
Questo tipo di parassita andrebbe eliminato con un bell’atto di coraggio, perché porta all’annientamento. Ci sta facendo molto male: ha annichilito la nostra personalità e ci ha convinte ad affidarci a lui in ogni cosa. Nel frattempo ci ha intontito di chiacchiere su quanto siamo donne meravigliose. E noi ci siamo sentite lusingate e gratificate, rinunciando a farci valere quando lui ci persuadeva di avere sempre ragione. E’ una forma di violenza destabilizzante e profonda. Dobbiamo parlare chiaro, mostrarci forti e determinate, e non rassegnarci di assecondarlo in tutt0, col risultato di vederci trattare come un soprammobile che resta ad aspettarlo a casa. Lui fingerà di essere offeso e ferito, e uscirà sbattendo la porta. Approfittiamone per cambiare la serratura.
Le (vere) soluzioni da adottare
Tutti le soluzioni prospettate sono ovviamente ironiche. Per liberarsi di un uomo parassita ci vuole molta forza d’animo, perché estirpare un parassita dal proprio ospite è doloroso e a volte pericoloso. Se non ce la facciamo da sole, facciamoci aiutare da una psicoterapeuta (anche online) o rivolgiamoci a un centro d’ascolto per donne (Telefono Rosa, Di.Re. Donne in Rete) che ci fornirà utili consigli e appoggio emotivo. Non dobbiamo vergognarci di ammettere che l’uomo che amiamo ci sta danneggiando. Rivolgiamoci alla nostra rete di affetti (la famiglia, le amiche storiche) per farci dare una mano a liberarci del parassita o, se proprio non vogliamo rinunciare a lui, a renderlo inoffensivo. Attenzione però: i parassiti umani sono un po’ come gli scorpioni. Chi si ricorda la favola della rana e lo scorpione?