Displasia dell’anca nel cane: come affrontarla, dalla diagnosi al trattamento

Se il tuo amico a quattro zampe ha una displasia o pensi che stia iniziando a manifestarne i sintomi, ti aiuteremo a individuare i segnali d’allarme affinché tu possa intervenire tempestivamente.

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Monica Dellabiancia

Medico veterinario

Medico veterinario specializzato in sanità animale con master in sanità pubblica veterinaria e igiene degli alimenti. La sua missione è proteggere la salute e il benessere degli animali. Per DiLei scrive approfondimenti e articoli informativi per la sezione Pets.

Pubblicato: 29 Gennaio 2024 12:00

La displasia dell’anca è una malformazione ortopedica delle articolazioni che si manifesta nella fase di crescita del cane, provocando dolore e intaccando la qualità della sua vita quotidiana. Se il tuo amico a quattro zampe ha una displasia o pensi che stia iniziando a manifestarne i sintomi, leggi questo articolo, ti aiuteremo a individuare i segnali d’allarme per capire come affrontare la situazione.

Cos’è la displasia dell’anca

La displasia è una vera e propria patologia medica che colpisce l’anca del cane: si tratta di un’anomalia nello sviluppo dell’articolazione, in cui la testa del femore e la cavità dell’acetabolo non si sviluppano correttamente. Questa dinamica può portare a una serie di problemi, tra cui dolore, infiammazione e difficoltà nei movimenti.

La displasia dell’anca è particolarmente comune nelle razze di taglia grande e gigante, ma può verificarsi in esemplari di qualunque taglia ed è spesso considerata una malattia ereditaria. Tuttavia, anche l’ambiente e altri fattori possono contribuire all’insorgere di tale malattia.

Il tuo cane soffre di displasia? I segnali da osservare

Se stai leggendo questo articolo, probabilmente sospetti che il tuo amico a quattro zampe stia manifestando i sintomi della displasia. Vediamo insieme alcuni segnali da non trascurare e condividere immediatamente con un veterinario.

  • Il cane zoppica o mostra difficoltà nell’appoggiare correttamente una delle due zampe posteriori, sia in modo continuo che intermittente, con un peggioramento dopo l’attività fisica.
  • Il tuo piccolo amico ha difficoltà a salire le scale, a saltare su divani o letti, o a fare movimenti comuni come alzarsi o sdraiarsi.
  • Il cane sembra più rigido o dolorante nella zona dell’anca, non vuole essere toccato o si lamenta se viene manipolato all’altezza degli arti posteriori.
  • Il tuo piccolo amico cammina con un passo più corto o dondola lateralmente durante i suoi spostamenti.
  • A causa del dolore e della limitata mobilità, il cane risulta meno interessato a giocare o a interagire.
  • In casi gravi, si può notare una diminuzione generale della mobilità: il cane ha difficoltà a sollevarsi o a camminare normalmente.
  • Uno dei segnali da non trascurare è la diminuzione della massa muscolare nelle zampe posteriori, Il cane colpito da displasia, infatti, potrebbe evitare di usare la zampa coinvolta, a causa del dolore.

Se sospetti che il tuo cane abbia una displasia, consulta quanto prima un veterinario. Il professionista eseguirà un esame fisico approfondito, valutando la possibilità di sottoporre il piccolo alla radiografia dell’anca e, se necessario, coinvolgendo nella diagnosi uno specialista ortopedico.

La diagnosi precoce e un piano di gestione adeguato possono realmente fare la differenza nel miglioramento della qualità di vita del tuo cane e nella gestione dei sintomi.

Le cause della displasia nel cane

La displasia dell’anca nei cani è una condizione complessa con origini multifattoriali. Mentre l’ereditarietà rappresenta il fattore di rischio predominante ma anche gli esemplari nati da genitori sani possono manifestare questa problematica. Ecco altre cause da tenere in considerazione per una diagnosi tempestiva:

  • Crescita accelerata e sovralimentazione
    Un rapido aumento di peso e una crescita eccessivamente accelerata, dovuti a un apporto nutritivo troppo abbondante, possono contribuire alla comparsa della displasia dell’anca. Il bilanciamento di una dieta adeguata è dunque fondamentale per prevenire tensioni eccessive sulle articolazioni in via di sviluppo.
  • Esercizio fisico inadeguato
    Un approccio errato all’esercizio fisico può avere un impatto significativo sulla salute delle articolazioni. L’attività fisica dovrebbe essere controllata e adeguata all’età e alle dimensioni del cane, evitando al piccolo, sforzi eccessivi che potrebbero aumentare il rischio di sviluppare problematiche ortopediche.
  • Gestione del cucciolo
    Una gestione scorretta del cucciolo all’interno dell’ambiente domestico può influenzare il suo corretto sviluppo. Per questo, fornire un habitat sicuro, evitare di spingere il cagnolino a sforzi eccessivi e promuovere una crescita graduale può contribuire a ridurre in maniera importante il rischio di incorrere in questa patologia.

In sostanza, la consapevolezza dei fattori appena visti e l’adozione di pratiche responsabili possono contribuire a minimizzare e prevenire efficacemente il rischio di displasia dell’anca.

La razza come fattore cruciale

La displasia all’anca può interessare cani di qualsiasi taglia ma alcune razze sono geneticamente più predisposte di altre. Parliamo di esemplari di taglia grande e gigante che, per la loro struttura corporea e un rapido tasso di crescita, subiscono una maggiore pressione sull’articolazione dell’anca in fase di sviluppo. Ci riferiamo al Pastore Tedesco, al Golder Retriver, al Rottweiler, al Cane Corso e al Boxer, per esempio.

Per queste tipologie di cani è consigliabile effettuare radiografie preventive, affidandosi a un veterinario di fiducia, per accertare la loro personale tendenza a questa patologia ortopedica.

Come avviene la diagnosi

Ottenere una diagnosi tempestiva della displasia dell’anca è di fondamentale importanza per individuare la condizione fin dalle sue prime fasi e intraprendere le misure necessarie per mitigare o rallentare il suo sviluppo.

Già a partire dall’età di 4 mesi è possibile riconoscere con sicurezza le prime manifestazioni di tale patologia. Per questo motivo, è altamente raccomandato sottoporre tutti i cani appartenenti a razze a rischio – anche se privi di sintomi evidenti – a una valutazione ortopedica e radiografica preventiva.

È bene considerare che non esiste una cura definitiva per la displasia dell’anca, ma una diagnosi precoce offre la possibilità di apportare adattamenti allo stile di vita e la messa in opera di strategie che possono notevolmente ritardare la progressione di questa condizione debilitante, e garantire al piccolo una qualità di vita soddisfacente. Inoltre, grazie all’adozione di procedure chirurgiche preventive poco invasive, eseguibili solamente entro il quinto mese di età del cucciolo, e all’impiego di terapie di fisioterapia riabilitativa, è possibile ridurre concretamente il rischio di artrosi.

La diagnosi solitamente coinvolge due metodiche complementari: l’esame ortopedico e la radiografia. Insieme, queste tecniche permettono di valutare la situazione in modo completo, fornendo una visione chiara della condizione del cane e consentendo di intraprendere azioni efficaci e tempestive.

Visita ortopedica completa

Durante la valutazione ortopedica, il veterinario eseguirà una serie di procedure per determinare la condizione dell’articolazione. Attraverso la palpazione, il medico curante esaminerà l’anca per valutare la stabilità della testa del femore, all’interno della cavità acetabolare. Sarà dunque in grado di rilevare eventuali lassità e misurarne il grado. Solitamente, per appurare la presenza della problematica, viene esercitata una lieve pressione sulla testa del femore. In caso di displasia, questa può entrare ed uscire dalla cavità acetabolare, generando il caratteristico “click” noto come segno d’Ortolani.

La visita consente inoltre di rilevare segni di dolore durante la manipolazione a partire sia dall’articolazione, sia dalla muscolatura circostante.

Complessivamente, la valutazione ortopedica costituisce un momento importante nella diagnosi della displasia dell’anca, in quanto in grado di fornire informazioni chiare sullo stato di salute del piccolo e di determinare il migliore percorso di trattamento.

Radiografie delle anche

L’analisi radiografica fornisce l’opportunità di andare più a fondo nella diagnosi, misurando gli angoli di sublussazione e di riduzione, in qualità di indicatori della lassità articolare e delle modifiche al margine dell’acetabolo. In aggiunta, grazie a questo strumento, è possibile effettuare una valutazione dei gomiti e delle spalle degli esemplari più giovani, per individuare eventuali altri segnali di displasia o altre patologie legate alla crescita.

Al fine di agevolare la procedura e ridurre notevolmente i tempi, il cane viene solitamente sottoposto a una leggera sedazione prima di essere posizionato correttamente sul tavolo radiografico. Solo in casi eccezionali, potrebbe essere necessaria una sedazione più profonda. In tali circostanze, il medico effettuerà una valutazione anestesiologica completa, per identificare eventuali patologie ereditarie o congenite.

Cosa fare se si scopre che il cane ha la displasia

Se il tuo cane è stato diagnosticato con la displasia, è importante agire tempestivamente per garantirgli una qualità di vita ottimale. Il primo passo è consultare il veterinario per valutare il grado di gravità della condizione e discutere le opzioni di trattamento.

Le terapie non invasive come il controllo del peso, l’esercizio fisico moderato e le terapie fisiche, ad esempio l’idroterapia, possono essere molto efficaci.

Inoltre, una dieta sana, integratori articolari e farmaci antinfiammatori possono aiutare a gestire i sintomi e rallentare la progressione della malattia. In casi più gravi, potrebbero essere necessari interventi chirurgici per migliorare la mobilità e ridurre il dolore. È fondamentale seguire attentamente le indicazioni del veterinario e adattare lo stile di vita del cane per supportarlo al meglio nella gestione della displasia.

Riassumendo quanto detto, i caso di displasia bisogna:

  • Consultare il veterinario per una valutazione approfondita.
  • Discutere le opzioni di trattamento, che possono includere terapie non invasive.
  • Controllare il peso del cane per ridurre lo stress sulle articolazioni.
  • Favorire un esercizio fisico moderato e regolare.
  • Considerare terapie fisiche come l’idroterapia.
  • Seguire una dieta sana e bilanciata.
  • Integrare la dieta con integratori specifici per le articolazioni.
  • Utilizzare farmaci antinfiammatori per gestire il dolore e l’infiammazione.
  • Valutare interventi chirurgici in casi più gravi.
  • Adattare lo stile di vita del cane per supportarlo nella gestione della displasia.