Togliersi la vita a 21 anni dopo aver subito un abuso: il dramma di una studentessa

Una studentessa francese in Erasmus in Italia, Julie Tronet, si è tolta la vita a Lecce: il suo diario rivela la tragica verità dietro al gesto

Foto di Giorgia Prina

Giorgia Prina

Lifestyle Specialist

Web Content Creator e Internet addicted che ama la complessità del reale. La passione più grande? Sciogliere matasse con occhio critico e ironia.

Pubblicato: 25 Ottobre 2023 13:01

“È difficile rimanere soli” e “sopportare quello che è accaduto”. Parole di dolore e cocente solitudine e che arrivano tardi, troppo tardi. Sono le ultime lasciate scritte sul diario personale di una studentessa francese di 21 anni in Erasmus a Lecce prima di togliersi la vita nella sua camera da letto. Julie Tornet, questo il nome che deve fissarsi nella nostra memoria, una volta per tutte. Sì, perché la ragazza, pochi giorni fa aveva raccontato di aver subito violenza sessuale, ma senza formalizzare la denuncia.

Al vaglio delle indagini condotte dalla polizia nel massimo riserbo proprio le sue parole, scritte sul suo diario personale, il certificato dei medici che l’avevano soccorsa in ospedale e le indiscrezioni emerse nelle ultime ore. Il pensiero corre veloce a tutte le ragazze vittime di stupro e di violenza che hanno affollato le notizie di cronaca degli ultimi mesi. Tante, il cui grido di aiuto ci raggiunge sempre troppo tardi.

Julie Tronet, la studentessa in Erasmus: dalla violenza al suicidio

A trovarne il corpo senza vita è stato il coinquilino. Il ragazzo, nella serata di domenica 22 ottobre, ha chiamato i soccorsi dopo che la ragazza, residente in un appartamento del rione San Pio di Lecce, dove doveva alloggiare per la durata del progetto Erasmus per cui era stata selezionata. Per Julia Tornet non c’è stato nulla da fare: l’hanno trovata priva di vita nella sua stanza, impiccata con una corda ad un’anta dell’armadio. Una vita in divenire quella della 21enne francese, con tante speranze e voglia di studiare e di conoscere il mondo, passando alcuni mesi di studio in un’università straniera, in Italia.

Sono ancora molti i lati da chiarire nella vicenda e su cui si stanno concentrando le indagini della polizia. Nella camera da letto della giovane, infatti, è stato trovato un diario in cui la studentessa avrebbe scritto, in francese, un messaggio di addio ai famigliari dicendo, tra l’altro, che “è difficile rimanere soli” e “sopportare quello che è accaduto“. Non solo. A consolidare l’ipotesi che la giovanissima si sia tolta la vita in seguito a una violenza sessuale subita, un certificato medico rilasciato dal pronto soccorso in cui, pochi giorni prima del suicidio, la 21enne si sarebbe recata affermando di aver subito uno stupro. I medici, secondo quanto riporta La Stampa, avrebbero rilevato abusi.

Il cordoglio e l’appello: non lasciamole sole

Una tragedia che deve interrogarci, tutti. Non solo sul perché una ragazza abbia deciso di togliersi la vita, ma anche sul perché non abbia chiesto aiuto a sportelli o professionisti. Un grido di aiuto che le è rimasto chiuso in gola e impresso come fuoco tra le parole scritte in un diario. Uno spiraglio su una sofferenza difficile da immaginare. Quante sono le vittime di violenza che non denunciano, scoraggiate dall’iter lungo e destinato a ricalcare un dolore sempre presente? Quante quelle che non si sentono capite o accolte da sportelli e servizi non all’altezza della situazione in cui si trovano? Troppo facile e deresponsabilizzante appellarsi alla “fragilità” della personalità delle vittime, alla mancanza di aiuto dei propri pari.
Ma non è difficile immaginare, purtroppo, la vergogna, il dolore, il senso di insicurezza totale che può provare chi è vittima di uno stupro. Così ci tornano alla memoria le parole del padre della ragazza stuprata dal branco a Capodanno scritte in una lettera indirizzata alla vittima dello stupro di Palermo: “Sei sola”. E forse proprio questo deve cambiare in una società sempre pronta a puntare il dito contro chi la violenza l’ha subita e non verso chi l’ha perpetrata. In pagine di giornale che troppe volte trovano giustificazioni a gesti ingiustificabili. E nasce spontaneo, anche se troppo tardi, un appello: non lasciamole sole, non giriamo lo sguardo, non perdiamoci nel flusso della cronaca quotidiano facendo scivolare le loro storie in un angolo della nostra memoria.