Hadis Najafi è stata uccisa. Era diventata il simbolo delle proteste in Iran

Centinaia di donne continuano a protestare per i loro diritti in Iran. Hadith Najafi era una di loro, ma ha pagato con la sua stessa vita il prezzo del coraggio

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 27 Settembre 2022 12:24

In Italia siamo abituate alle proteste. Spesso siamo proprio noi donne a riunirci, sul web o dal vivo, per far sentire la nostra voce, per rivendicare tutti quei diritti che ci appartengono e che ancora, troppo spesso, vengono calpestati o non riconosciuti.

Non siamo le uniche però, perché in tutto il mondo moltissime donne ogni giorno combattono battaglie che neanche conosciamo. E il prezzo che pagano è davvero troppo alto.

Hadith Najafi ha scontato quel prezzo con la sua stessa vita, uccisa solo perché aveva avuto il coraggio di scendere in strada, rivendicare i suoi diritti e quelli delle altre donne, a seguito della morte tragica e assurda di Mahsa Amini uccisa dalla polizia religiosa iraniana solo per aver indossato male il velo.

Chi era la ragazza simbolo della protesta in Iran

Sono tante, anzi tantissime, le donne che stanno protestando tra le strade del Paese dopo la morte di Mahsa Amini. La storia della 22enne iraniana, arrestata mentre era in visita a Teheran con la sua famiglia solo perché l’hijab le lasciava parte del capo scoperto, ha sconvolto il mondo intero. Lo ha fatto perché è impensabile che una ragazza debba morire solo perché ha lasciato in vista una ciocca di capelli. E invece è successo, e in Iran continua a succedere: le donne muoiono perché non sono libere.

Centinaia di donne di tutte le età si sono incontrate tra le piazze del Paese. Si sono sciolte i capelli, li hanno tagliati, hanno sventolato il velo e lo hanno bruciato in segno di protesta. Una protesta che non si arresta neanche sul web e sui social network, che si sono trasformati nell’eco di quella voce che grida alla libertà.

Hadith Najafi era una di loro, una donna giovanissima di appena vent’anni che però era già diventata simbolo di quella protesta che sta spaccando l’Iran. Si legava i suoi lunghissimi capelli biondi, non più costretti nel velo, e scendeva per manifestare. Lo ha fatto ogni giorno da quando Mahsa è morta. Lo ha fatto per lei, ma anche per tutte le donne che ogni giorno si vedono calpestare i loro diritti.

Era bellissima, Hadith Najafi , ed era coraggiosa. Lo era perché combatteva per la speranza comune della libertà in Iran. Ma Hadith ora non c’è più perché è diventata l’ennesima vittima del regime iraniano.

Hadith Najafi, un’altra vittima in Iran

È stata uccisa durante le proteste nella città di Karaj, vicino a Teheran. Colpita da sei proiettili, Hadith Najafi, è morta. Ad avviare il fuoco sono state le forze dell’ordine, incaricate di rispondere alla protesta senza indulgenza, per sopprimere i disordini. Perché per l’Iran la rivendicazione dei diritti delle donne è solo un problema di ordine pubblico.

La morte di Hadith Najafi è stata raccontata anche sul web, creando ancora più indignazione in tutto il mondo. Quella stessa indignazione che aumenta davanti alla consapevolezza del prezzo che pagano le donne che si espongono in prima linea. Vengono colpite violentemente, arrestate e uccise.

Ma questo non le ferma, e al grido di “Donna, vita e libertà” continuano a combattere per quella battaglia che è di Masha, di Hadith e di tutte le donne.