Perché si festeggia il 2 giugno e quando le donne ottennero il diritto al voto

Il 2 giugno del 1946 le donne hanno avuto l'opportunità di votare per la prima volta in un'elezione nazionale

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Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Pubblicato: 1 Giugno 2024 11:45

Il 2 giugno è una data fondamentale per l’Italia, non solo perché segna la Festa della Repubblica, ma anche perché rappresenta un momento storico cruciale per le donne italiane. Questo giorno del 1946 è stato quando le donne italiane hanno avuto l’opportunità di esercitare il loro diritto di voto per la prima volta in un’elezione nazionale.

L’importanza del voto Femminile nel 1946

La celebrazione del 2 giugno come Festa della Repubblica deriva dal referendum istituzionale del 1946, quando il popolo italiano fu chiamato a scegliere tra Monarchia e Repubblica. Questo voto segnò la fine del regno di casa Savoia e l’inizio di un nuovo percorso democratico per l’Italia. Con 12.718.641 voti a favore della Repubblica contro i 10.718.502 per la Monarchia, il referendum sancì l’esilio della famiglia reale e l’istituzione della Repubblica Italiana.

Il 2 giugno 1946 è stato anche un momento di svolta per le donne italiane, che per la prima volta nella storia del paese poterono votare in un’elezione nazionale. Questo diritto era stato conquistato dopo anni di battaglie politiche, sociali e culturali. In un contesto post-bellico, dove le donne avevano già dimostrato il loro valore nella resistenza e nella ricostruzione del paese, il diritto di voto rappresentava un riconoscimento ufficiale della loro cittadinanza e partecipazione alla vita pubblica.

Secondo le parole di Tina Anselmi, una delle protagoniste della Resistenza e della Prima Repubblica, “le italiane, fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero maggiore degli uomini, spazzando via le tante paure di chi temeva che fosse rischioso dare a noi il diritto di voto perché non eravamo sufficientemente emancipate”. Questo cambiamento epocale non solo amplificò la voce delle donne nella politica, ma iniziò anche a trasformare il tessuto sociale italiano.

Voto donne 1946
Fonte: Getty Images
2 giugno 1946, elettrici italiane in attesa di votare al referendum costituzionale per scegliere tra monarchia e repubblica.

Il lungo percorso verso il diritto di voto

Il percorso per ottenere il diritto di voto per le donne italiane fu lungo e complesso. Già nel 1877, Anna Maria Mozzoni, fondatrice della Lega promotrice degli interessi femminili, presentò la prima storica petizione in favore del voto alle donne. Tuttavia, a causa dell’elevato tasso di analfabetismo femminile, la proposta fu accantonata.

Fu solo nel 1945, sotto il governo Bonomi e su proposta di Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti, che il diritto di voto fu finalmente concesso alle donne italiane. Questo avvenimento segnò una svolta decisiva, culminando nelle elezioni del 2 giugno 1946, quando oltre dodici milioni di donne si recarono alle urne per esprimere il loro parere politico.

Il 2 giugno 1946 non solo segnò la prima volta delle donne alle urne, ma vide anche l‘elezione delle prime 21 donne all’Assemblea Costituente. Queste donne, provenienti da diversi contesti geografici e sociali, giocarono un ruolo fondamentale nella stesura della Costituzione italiana. Tra loro c’erano nove comuniste, nove democristiane, due socialiste e una rappresentante del Fronte dell’Uomo Qualunque. Il loro contributo fu determinante per le riforme dei decenni successivi.

La partecipazione femminile alle elezioni fu impressionante, con percentuali di voto femminile addirittura superiori a quelle maschili in alcune regioni del sud Italia. Le donne non solo votarono in massa, ma furono anche elette in numero significativo nelle amministrazioni locali, contribuendo a plasmare il futuro politico del paese.

Il significato del 2 giugno oggi

Il 2 giugno, diritto voto donne: un binomio che continua a risuonare nella storia italiana. Questa data rappresenta non solo la nascita della Repubblica, ma anche l’affermazione della parità di genere nel diritto di voto. È un giorno per ricordare le conquiste del passato e riflettere sulle sfide ancora presenti.

Il movimento femminista degli anni ’70 e ’80 portò ulteriori progressi, come il riconoscimento del divorzio e la legge sull’aborto, ma la lotta per le pari opportunità continua. Tornare al 2 giugno 1946 significa ricordare un momento cruciale nella storia italiana, un momento in cui le donne iniziarono a rivendicare il loro posto nella politica e nella società.