Corte d’Appello: cosa dice la sentenza su genitore 1 e genitore 2 nella carta d’identità dei minori

Smentita la decisione del Ministero dell'Interno presa nel 2019 con il decreto di Matteo Salvini, le ragioni e cosa succederà

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

La Corte d’Appello si è pronunciata: sulle carte d’identità dei minori non ci sarà più la dicitura madre e padre, ma si potrebbe tornare a quella di genitori o chi ne fa le fa le veci.

A darne notizia l’associazione Famiglie Arcobaleno che ha diffuso una lunga nota sui social, ricostruendo anche la vicenda che aveva preso il via nel 2019 quando, un decreto dell’allora Ministro dell’interno Matteo Salvini, aveva modificato la dicitura genitori per sostituirla con padre e madre.

L’associazione ha voluto sottolineare uno di nodi centrali: “La Corte ha dunque ribadito un concetto molto semplice: sulla carta d’identità di un bambino/bambina non possono essere indicati dati personali diversi da quelli che risultano nei registri dello stato civile”.

La vicenda delle carte d’identità dei minori

Per ricostruire la vicenda bisogna fare un passo indietro. Era il 2019, l’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva firmato un decreto che imponeva la dicitura madre e padre sulle carte d’identità dei minori, che andava di fatto a eliminare quella precedente in cui veniva riportato il termine genitore.

Una decisione che aveva fatto parlare e che aveva spinto una coppia di mamme a procedere per le vie legali. Come ricostruisce l’associazione Famiglie Arcobaleno in una nota: “Prima al TAR del Lazio e poi al Tribunale di Roma esigendo l’emissione di un documento d’identità che rispecchi la reale composizione della loro famiglia”.

Viene poi ricordato che il Tribunale in primo grado aveva accolto la richiesta delle mamme: “Dichiarando di fatto illegittimo il decreto in quanto il documento emesso ‘integra gli estremi materiali del reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico’. Oltre alla conferma della sentenza in Appello, il Ministero è stato condannato al pagamento delle spese processuali”, ricostruisce la nota.

Di fatto, quindi, nella carta di identità di un minorenne devono esserci gli stessi dati che sono riportati nei registri dello stato civile.

A spigarlo sono anche le parole dei due legali ai quali si è affidata la coppia di mamme, l’avvocata Susanna Lollini e l’avvocato Mario Di Carlo: “Se nei registri è indicato che è figlio/figlia di due madri, una delle quali lo ha adottato, allora i ‘modelli ministeriali’ devono rispettare quella indicazione e sulla carta d’identità devono essere indicate due madri (o eventualmente due padri)”.

Una decisione, quindi, che di fatto allarga i diritti a tutti, senza toglierne a nessuno, facendo in modo che ogni persona possa rispecchiarsi e non sentirsi esclusa.

Cosa accadrà adesso

Dopo quanto stabilito dalla Corte d’Appello il ministero dovrà intervenire per modificare le diciture sulle carte d’identità dei minori, poiché la Corte d’Appello di fatto ha smentito il Ministero dell’Interno: “E lo condanna ad applicare la dicitura “genitori” o altra dicitura che corrisponda al genere del genitore sulle carte d’identità elettroniche rilasciate a persone minorenni”, si legge nella nota dell’associazione Famiglie Arcobaleno.

La stessa presidente ha voluto raccontare la sua esperienza personale, ricordando anche le problematiche che possono insorgere – ad esempio – se si programma un viaggio all’estero con una carta d’identità che riporta dati non aderenti: “Io stessa sono riportata come ‘padre’ sul documento di mio figlio, con tutto ciò che comporta ad esempio nel caso di un viaggio all’estero. Che un paese civile come l’Italia emetta, attraverso il Ministero dell’Interno, carte d’identità che riportano dati falsi è semplicemente imbarazzante. Speriamo che il Governo intervenga subito riportando la dicitura che da sempre accompagna i documenti dei minori: genitori o chi ne fa le veci”.

Inoltre, ha ricordato come l’associazione abbia portato avanti questa battaglia sin dal 2019, quando “supportata dal parere del Garante della Privacy” aveva “denunciato il qualunquismo ideologico del decreto Salvini che aveva modificato le diciture delle carte di identità solo per attaccare le famiglie omogenitoriali ma mettendo in difficoltà anche tutti quei minori che presentano situazioni familiari differenti”.

Non si è fatta attendere la reazione di Matteo Salvini che ha affidato a Instagram il suo punto di vista sulla vicenda: “Decisione sbagliata. Ognuno deve sempre essere libero di fare quello che vuole con la propria vita sentimentale, ma certificare l’idea che le parole ‘mamma’ e ‘papà’ vengano cancellate per legge è assurdo e riprovevole. Questo non è progresso”.