Amelia Earhart è una leggenda: fu la prima aviatrice, la prima donna a sorvolare l’oceano. E lo fu in anni in cui alle donne non era concesso neppure il diritto di voto. Earhart è una leggenda, eppure non riuscì nella sua impresa. Sognava di circumnavigare in volo l’intero mondo, lunga la rotta equatoriale, quella più lunga. Ma scomparve in qualche punto sconosciuto dell’Oceano Pacifico. Sconosciuto fino ad oggi, perché il suo aereo potrebbe esser stato ritrovato.
Ritrovato l’aereo di Amelia Earhart
Era il luglio 1937 quando di Amelia Earhart, che all’epoca aveva 40 anni, e del Lockheed 10-E Electra su cui volava si persero le tracce. Da allora, l’aviatrice e il suo metallico destriero alato sono un mistero mai risolto. Oggi, l’ex ufficiale dell’intelligence dell’aviazione americana Tony Romeo, afferma di averlo risolto.
Romeo ha investito undici milioni di dollari per finanziare le ricerche dei resti del velivolo di Earhart, facendo perlustrare una superficie di oltre 13 mila chilometri quadrati nel Pacifico con un sofisticatissimo drone subacqueo dal valore di 9 milioni di dollari. Drone che, lo scorso dicembre, ha scattato una foto una potrebbe risolvere uno dei più grandi misteri della storia. Le immagini arrivate a 5mila metri di profondità, nel Pacifico dove il mare di Australia incontra quello delle Hawaii, a 160 km dalle isole Howland, mostrano quel che sembra essere la coda di un vecchio velivolo, dalla forma simile a quella del mezzo sui cui decollò Earhart.
“Dovete convincermi che quello non è un aereo e che, soprattutto, non è quello di Amelia. – ha affermato Romeo alla Nbc – Non ci sono stati altri incidenti in quella zona, e di certo non di un aereo di quell’epoca con quel particolare disegno della coda, che si vede chiaramente nella foto”. L’ex ufficiale non potrebbe essere più convinto di così e programma di tornare nell’area entro l’inizio del 2025 per indagare più approfonditamente.
L’ultima avventura di Amelia Earhart
Se Romeo è così convinto è perché fu proprio nei pressi delle isole Howland, un atollo disabitato e sperduto, che si persero le tracce di Amelia Earhart. Era il 1937, i suoi resti non vennero mai trovati e, due anni dopo, il governo degli Stati Uniti dichiarò l’aviatrice ufficialmente morta. Verso l’isola deserta Earhart si stava dirigendo assieme al navigatore Fred Noonnan. Ci sarebbero arrivati decollando da Lae, dopo un lungo viaggio a tappe iniziato un mese prima da Miami e che avrebbe dovuto proseguire fino a concludere il giro del mondo.
Le indagini e le ipotesi di una prigionia
Non tutti credono che Amelia Earhart e il compagno di viaggio Fred Noonan siano davvero precipitati nell’oceano. Vi sono teorie, portate avanti all’epoca dal giornale californiano Napa Register, che affermano che “l’aviatrice sarebbe stata fatta prigioniera dai nipponici perché sospettata di aver avuto l’incarico dalla Marina americana di osservare e fotografare le fortificazioni delle isole affidate al Giappone dalla Società delle Nazioni”.
Si parla anche di una foto, emersa dagli archivi nazionali americani e mostrata in un’inchiesta di History Channel, che ritrae un gruppo di persone, tra cui anche una donna con i capelli corti (come quelli di Amelia) e un uomo dalle fattezze simili a quelle di Noonan. La foto è stata scattata fuori da una prigione di Saipan, un’isola delle Marianne al tempo sotto il controllo del Giappone. È in quella prigione che si dice sia morta la leggendaria aviatrice.