Liliana Segre ha 90 anni: da sempre in prima linea in difesa della giustizia

Nata a Milano il 10 settembre 1930, Liliana Segre è una donna che è stata capace di trasformare la sua storia drammatica in un insegnamento per i giovani

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Redazione

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Nata all’ombra della Madonnina, Liliana Segre ha 90 anni. Lei, la bambina deportata ad Auschwitz con la sola colpa di “essere nata”, è oggi una Senatrice a vita ma soprattutto una donna speciale che, come ama spesso ricordare, parla ai giovani come farebbe una nonna, trasmettendo loro quella Memoria che, ognuno di noi, ha il dovere di preservare e di trasferire alle generazioni future.

Il 9 ottobre 2020 la senatrice a vita ha tenuto la sua ultima testimonianza pubblica destinata alle scuole italiane e ai giovani nel mondo. Un lungo applauso e una standing ovation hanno accolto Liliana Segre al suo arrivo nella tensostruttura allestita alla Cittadella della pace di Rondine, ad Arezzo.

Liliana Segre, liberata il 1° maggio 1945 dal Campo di Malchow, è diventata un simbolo senza eguali della difesa della giustizia. Sposata con l’avvocato Alfredo Belli Paci, venuto a mancare nel 2007, Liliana Segre è una donna libera e forte. Lo è stata quando era rinchiusa nel lager e, come ricordato diverse volte da lei stessa, ha trovato la forza di mettere “un passo davanti all’altro senza arrendersi” e lo è oggi, con alle spalle oltre 30 anni di testimonianza attiva nelle scuole di tutta Italia.

Tracciare un ritratto di questa donna straordinaria, la cui vicenda di sopravvissuta all’Olocausto è stata trattata in numerosi libri e trasmissioni televisive, significa chiamare in causa anche l’amore di una mamma – lei e Belli Paci hanno avuto tre figli – e di una nonna.

Esemplare a tal proposito è la scelta – nata da una domanda del nipote Filippo, allora bambino, sul suo passato – di scrivere un libro per ragazzi sull’esperienza che le ha segnato la vita (si tratta del volume Fino a Quando la mia Stella Brillerà). Nel 2012, nel corso di una confessione al Corriere della Sera, Liliana Segre ha raccontato che, ai tempi, un giorno Filippo è venuto da lei dicendole: “Nonna, tu sei il mare io sono un’onda”.

Allora penso che non avrei potuto chiedere di più. E che, nonostante Auschwitz, alla fine ha vinto la vita

 Queste le parole che Liliana Segre, qualche anno fa, ha dedicato ai suoi affetti più grandi, a una famiglia costruita dopo il primo incontro con Alfredo in vacanza a Pesaro (descrivendo quel momento, la Segre ha sempre affermato di essersi sentita fin da subito capita senza bisogno di dire niente) e a un percorso in cui sì, hanno vinto la vita, la forza della testimonianza e la tenacia di una donna meravigliosa.