#SegretiDelCuore

Il mio impiego mi soffoca, vorrei lavorare solo per me: come fare

Se il nostro lavoro ci stressa e ci deprime potremmo pensare di metterci in proprio con un'attività da gestire in totale autonomia. Non è facile ma informandosi bene e calcolando i rischi è una soluzione fattibile

Marina Mannino

Giornalista esperta di Lifestyle

Pubblicato: 30 Marzo 2025 18:00

Ho 24 anni e da quasi un anno lavoro in uno studio medico. Passo otto ore al giorno qui, tra computer, richieste dei medici, pretese dei pazienti e mille altre cose da fare. Mi sento soffocare. Sono stufa di tollerare, sorridere, farmi in quattro senza neanche un grazie. Vorrei non dover lavorare per altri ma solo per me, come faccio?

Sofia

Quando il lavoro ci provoca ansia, rabbia e zero soddisfazioni ci sentiamo infelici ma impotenti. È innegabile che trovare un’occupazione e mantenerla, tra contratti provvisori e situazioni precarie, è spesso un’impresa così ardua che poi ci si rassegna a tenersi quel lavoro che ci irrita, sopportando orari difficili, colleghi antipatici e capi nevrotici.

Ma se continuare la routine lavorativa stressante e deprimente mette a rischio il nostro equilibrio mentale e fisico (e magari la paga non è nemmeno soddisfacente) nulla ci vieta di pensare a un’alternativa.

Bisogna prepararsi bene

L’idea di non dipendere più da nessuno è tanto impegnativa quanto stimolante: infatti è una scelta condivisa da sempre più persone, soprattutto under 35. Qualunque sia il progetto che abbiamo in mente, è importante valutare innanzitutto i rischi ad esso legati.

Nulla va preso alla leggera. Informiamoci bene, con l’ausilio di consulenti del settore, sulle normative fiscali e legali relative al lavoro autonomo per evitare brutte sorprese. Inoltre dobbiamo organizzarci per una gestione efficace del tempo e delle risorse, sia economiche che mentali.

L’idea smart 1: manteniamo il nostro lavoro mentre prepariamo e diamo il via alla nostra attività autonoma, in modo da avere una fonte di reddito stabile durante la fase iniziale.

L’idea smart 2: definiamo una “tabella di marcia” giornaliera che ci permetta di lavorare in modo efficace senza sacrificare il nostro benessere.

Obiettività e autocritica

L’ambizione è un fattore fondamentale che ci aiuta ad essere resilienti e convinte delle nostre scelte, ma non deve spingerci a fare il passo più lungo della gamba, come superare il budget stabilito, fare debiti, affrontare una partita IVA senza l’aiuto di un commercialista, impegnarci in un’attività che non ha potenzialità di mercato o di interesse.

Il passaggio da un lavoro dipendente a uno autonomo può comportare effetti psicologici negativi da non sottovalutare. Potremmo sentirci insicure, sole, confuse, nervose, potremmo credere di aver sbagliato scelta e aver paura di fallire nel nostro intento. Cerchiamo di restare obiettive e autocritiche sul nostro operato, perché una valutazione errata o distorta del nostro impegno può peggiorare la situazione.

L’idea smart 3: cerchiamo di concentrarci sulla forza che ci regala la sensazione liberatoria di non dover dire “Sì, dottore” a nessuno.

Interessi e competenze

Per fare la scelta giusta riflettiamo sui nostri reali interessi e passioni, ma soprattutto sulle nostre competenze e su come possiamo impiegarle per il nostro progetto. Dobbiamo essere consapevoli che non ci basta quello che già sappiamo: dobbiamo tenerci sempre aggiornate su ciò che concerne il nostro settore, continuare a studiare, ricercare nuove idee anche a livello internazionale.

L’idea smart 4: Partecipare a eventi di networking e workshop può aiutarci a imparare da altri imprenditori e professionisti.

Qualche esempio

Se abbiamo competenze in ambito creativo, possiamo offrire servizi di graphic design o scrittura. Se amiamo la tecnologia, possiamo sviluppare applicazioni o software oppure proporci come web designer.

Possiamo cimentarci nell’e-commerce vendendo t-shirt particolari o cosmetici naturali, ma anche nel coaching a distanza, nel marketing digitale, oppure nel lanciare una scuola di cucina regionale online o avviare un negozio in dropshopping.

Possiamo tentare anche imprese più “fisiche”: allevare api, coltivare frutti di bosco, organizzare eventi, fare la floral designer, gestire un wine bar o un laboratorio di stampa in 3D, aprire un piccolo pastificio… Le possibilità sono tantissime: l’importante è crearsi una rete di consulenti ma anche di professionisti che hanno fatto scelte simili alle nostre con i quali confrontarsi.

Attenzione!

Il lavoro in proprio, a differenza di quello subordinato, non ha diritto alle ferie, ai permessi, ai giorni di riposo, a una retribuzione proporzionata alle mansioni e a una durata massima dell’orario lavorativo. Ha diritto all’indennità di malattia o di infortunio solo se il lavoratore è iscritto alla gestione separata dell’INPS oppure alle casse previdenziali relative alle varie categorie professionali.

Per saperne di più

Servizio Nuove imprese:  è la piattaforma di Unioncamere (Unione Italiana delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura) pensata per aiutare chi vuole iniziare un’attività autonoma.

MIP – Mettersi in proprio: è l’organismo della Regione Piemonte che offre servizi gratuiti di accompagnamento dedicati a chi vuole mettersi in proprio in quel territorio.

Invitalia:  è l’agenzia governativa che gestisce quasi tutte le agevolazioni dello Stato (come detrazioni fiscali e finanziamenti agevolati o a fondo perduto) alle imprese e alle startup innovative. Esistono programmi dedicati alla nascita e crescita delle startup (Smart & Start), al sostegno finanziario per l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile (Fondo Impresa Donna), all’agevolazione per piccole imprese composte da giovani o da donne di ogni età, su tutto il territorio nazionale (ON – Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero), al supporto alla nascita a lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nel Sud Italia (Resto al Sud).

È sempre raccomandabile ricorrere a consulenti qualificati per mettere a punto l’idea imprenditoriale e preparare le domande.