“App d’incontri? Questo è quello che cercano le donne oggi”: parla la psicologa

La psicologa Valeria Locati, esperta di relazioni di Bumble, ci spiega come le donne Gen-Z e Millennials vivono le relazioni e come le app le hanno cambiate

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Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

What women want è il titolo di un celebre film con Mel Gibson e Helen Hunt. Appunto, cosa vogliono le donne oggi in una relazione? Di certo che non sia malata. E poi che sia equilibrata rispetto al partner, insomma che i giochi non siano condotti sempre e solo da lui. Indipendenza, libertà, parità, comprensione sono alcuni aspetti fondamentali su cui si deve basare un rapporto sano.

Romanticismo? Sì, ma nel rispetto per l’indipendenza, la maturità emotiva, la possibilità di parlare liberamente attraverso una comunicazione aperta e onesta. Parità di genere, altro obiettivo per cui combattono le donne di oggi, soprattutto tra le Millennials e la Gen-Z. Lotta agli stereotipi di genere che potrebbero impedir loro di fare la prima mossa e di ottenere ciò che vogliono. E la possibilità di vivere il sesso con libertà, sconfiggendo i molti tabù ancora presenti. Tutte queste esigenze sono state raccolte e ascoltate da Bumble, la prima app d’incontri in cui sono le donne a fare la prima mossa.

Noi abbiamo parlato con la dottoressa Valeria Locati, psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale ed esperta di relazioni di Bumble per capire come le donne Millennials e Gen-Z vivono le storie d’amore e come sono cambiate le relazioni.

Come sono cambiate le relazioni nell’era delle app d’incontri?
Sebbene le donne italiane desiderino ancora il romanticismo, ciò che percepiscono come tale è decisamente diverso rispetto alle generazioni precedenti. Romanticismo non è più sinonimo di cavalleria e grandi gesti: soprattutto tra le generazioni più giovani, comincia a delinearsi un ideale differente, che pone l’accento su altro. Dalla survey condotta da Bumble a maggio, è emersa una mappa molto esaustiva del Romanticismo Contemporaneo: dall’indagine condotta su oltre 1000 donne appartenenti a tre diverse fasce d’età, abbiamo rilevato dei dati di fondamentale importanza. Primo fra tutti: sebbene il romanticismo resti un valore, ciò che le donne percepiscono come romantico sta decisamente cambiando. Oggi la comunicazione onesta e aperta (77%), la maturità emotiva (76%), il rispetto per l’ indipendenza (70%), sono considerati aspetti assai più romantici di comportamenti tradizionali come la cavalleria o i grandi gesti. Curiosamente, anche qualcosa di molto pratico può essere considerato romantico: 1 donna su 2 (52%) trova romantico il partner che partecipi alle faccende domestiche. Tradotto: pagare la cena o regalare fiori possono essere opzioni di corteggiamento, ma non requisiti necessari per essere apprezzati. La sincerità nel costruire un futuro insieme, la spontaneità nel vivere la quotidianità fatta di azioni concrete e collaborative, la possibilità di mantenersi autentici in una relazione che fa crescere entrambi sono ciò a cui ogni persona ambisce.

Hanno contribuito a promuovere l’uguaglianza di genere e a rimuovere il tabù dei rapporti sessuali?
Le italiane sono ben consapevoli del percorso ancora lungo che hanno davanti nel raggiungimento della parità di genere, eppure registrano un sensibile miglioramento in tal senso nel campo delle relazioni, nella dimensione sociale e in campo culturale. Persistono pregiudizi e aspettative di genere che condizionano i comportamenti e che rappresentano gli ultimi baluardi degli stereotipi ancora da abbattere. L’uguaglianza di genere è sempre più un fattore di rottura: quasi 2 donne italiane su 3 dichiarano che NON uscirebbero con qualcuno che non difende questo valore. Tuttavia, più di 3 donne su 4 concordano sul fatto che esistano ancora comportamenti e aspettative di genere quando si tratta di appuntamenti e relazioni. La metà (50%) delle donne sente il bisogno di “fare la difficile” quando esce con qualcuno, mentre una su quattro si preoccupa di apparire troppo supponente o troppo “diretta” all’inizio di una relazione.  Le dinamiche di potere di genere esistono ancora. Nonostante la sfida culturale, le donne hanno imparato a emanciparsi individualmente, aprendosi a conversazioni sui loro desideri e preferenze sessuali con i propri partner. La metà delle donne italiane dichiara di parlare apertamente di sesso, desideri e preferenze sessuali. Tuttavia, più di una su tre (35%) percepisce ancora il sesso e la sessualità come un tabù. Questo vale ancora di più per le donne Gen-Z. Tuttavia, quando si tratta del proprio partner, le donne cercano persone di mentalità aperta e ben 4 su 10 trovano più attraenti coloro che si sentono a proprio agio nel parlare di sesso. 
La ricerca di un Altro che partecipi a una vita sessuale rispettosa e gratificante attrae molto di più della mera presenza della sola componente sessuale nella relazione. Non basta essere attivi nell’intimità, non conta soddisfare un bisogno di vicinanza e di piacere. È invece fondamentale accedere alla dimensione della fiducia, che sia verso la corporeità, il divertimento rispettoso, la parità di genere nell’espressione dei bisogni primari.

Le app d’incontri sono utilizzate soprattutto dalla Gen-Z?
La pandemia ha portato a una “normalizzazione” dell’uso delle app di incontri e guardando tutte le fasce di età, più di una donna italiana su tre (35%) le utilizza, ma è vero che sono particolarmente popolari tra le donne della Gen-Z (40%).
Le donne che optano per la sperimentazione del proprio sé relazionale attraverso le app di incontri sono accomunate da uno sguardo speranzoso verso l’Altro, seppur con differenza imputabile anche al contesto socio-culturale nel quale sono cresciute. Le Millennial sono più disincantate e cercano condivisione e compartecipazione nell’avventura della vita. Le Gen-Z offrono e cercano entusiasmo e flessibilità, nonché molta meno perplessità nel delegare a un’app il ruolo di facilitatore di incontri.

C’è ancora diffidenza nell’utilizzarle?
Secondo la stragrande maggioranza delle intervistate (80%), le donne che prendono l’iniziativa negli appuntamenti e nelle relazioni sono ammirevoli. Tuttavia, alcuni pregiudizi persistono: più di una donna su tre (38%) teme di essere percepita come “facile”. Le app di incontri stanno diventando la “nuova normalità” e, nonostante alcuni pregiudizi che ancora permangono rispetto all’incontro con qualcuno online, credo che un’app di incontri come Bumble possa essere un alleato molto prezioso per trovare persone con valori e interessi comuni, all’interno di uno spazio protetto in cui le donne possano sentirsi sicure. Da un punto di vista clinico e del riscontro in psicoterapia di tale tematica, è possibile sostenere come vi sia un timore ancora più radicato nelle donne, soprattutto dai trentacinque anni in su, di possibile fallimento per non essere state in grado di trovare un partner con i metodi “tradizionali”. Questo dato sottolinea ancora una volta il peso di un retaggio del passato, secondo il quale il valore di una donna si dovesse misurare con la sua abilità nel trovare marito e farsi apprezzare tra tante. Oggi le donne possono fare ciò che vogliono in tutti gli ambiti della vita e gli appuntamenti e le relazioni non dovrebbero fare eccezione