Lavanda, dove posizionare la pianta e quanto va annaffiata

La pianta della lavanda regala una bellissima (e profumatissima!) fioritura che dura fino all'autunno: scopriamo come coltivarla e dove posizionarla

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Pubblicato: 15 Luglio 2024 16:13

Con il suo profumo intenso e una miriade di proprietà benefiche, la lavanda è una delle piante officinali più conosciute al mondo: i suoi fiori lillà o violacei sono piccoli ed estremamente graziosi, perfetti per impreziosire il vostro giardino o per dare un tocco di colore al balcone. Sebbene sia una pianta molto resistente e adattabile alle varie condizioni climatiche, è importante seguire alcuni semplici consigli per coltivarla al meglio. Ad esempio, sapete qual è l’esposizione più adatta per la lavanda, o quante volte va annaffiata? Scopriamo insieme tutti i trucchi per crescere questi splendidi fiori.

Lavanda, caratteristiche della pianta

La lavanda (Lavandula) è una pianta officinale perenne appartenente alla famiglia delle Lamiacee: originaria forse del Medio Oriente o del Nord Africa, oggigiorno è ampiamente diffusa in gran parte del mondo. Si tratta infatti di una specie tipica del bacino del Mediterraneo, nonché dell’Asia, della Penisola Arabica e dell’America. Il suo habitat ideale è un clima temperato o subtropicale, ma la pianta ha un’ottima adattabilità e può dunque prosperare pressoché ovunque. Esistono molte varietà diverse, che si distinguono per dimensioni, grandezza dei fiori e delle foglie, colore e persino profumo.

La pianta ha un aspetto erbaceo e un portamento arbustivo, sviluppandosi su radici legnose con fusti eretti, poco ramificati e spesso sempreverdi. Le sue foglie sono disposte in modo opposto e hanno un color verde cinereo, dalla forma quasi sempre lanceolata. Le infiorescenze compaiono generalmente all’inizio dell’estate, con piccoli fiorellini di diverse sfumature violacee raccolti in spighe sottili. La fioritura dura per tutta l’estate e, in particolari condizioni, può protrarsi persino fino all’inizio dell’autunno.

Una delle caratteristiche principali della lavanda è il suo profumo molto intenso: viene per questo coltivata per la produzione di profumi, cosmetici e prodotti aromatici per la casa (come i famosi sacchetti di lavanda essiccata da tenere negli armadi, per combattere le tarme e donare un buon odore ai vestiti). Anche in ambito medico è molto conosciuta, per le sue proprietà terapeutiche. La lavanda è un ottimo battericida, un blando sedativo e un analgesico contro i dolori muscolari. Inoltre viene usato come antisettico e antiemetico, nonché sotto forma di olio essenziale per l’aromaterapia, come riequilibrante del sistema nervoso.

Quando e come piantare la lavanda

La lavanda è una pianta che richiede abbastanza spazio, ma è molto semplice da coltivare. Può essere piantata sia in giardino che in vaso, purché si scelga un contenitore della giusta grandezza. Fondamentale è poi l’esposizione, dal momento che una delle sue poche esigenze è la presenza di numerose ore di sole diretto. Per quanto riguarda il clima, la pianta è estremamente adattabile: sopporta bene le alte temperature e i periodi di siccità, ma resiste anche al vento e, almeno per quanto riguarda la maggior parte delle varietà, non teme il freddo.

Come prima cosa, scegliete dunque l’esposizione: la lavanda predilige un luogo ben soleggiato, dove possa ricevere almeno 6 ore di luce naturale diretta al giorno. Evitate le zone in penombra o i balconi rivolti a nord, dove la pianta non potrebbe prosperare. Se decidete di piantarla in vaso, procuratevi un contenitore di almeno 20 cm di diametro e 30 cm di profondità, preparandovi poi ad affrontare un trapianto non appena la lavanda avrà raggiunto dimensioni più importanti. Il terreno ideale è leggero e arioso, meglio ancora se ricco di calcare e con un pH non troppo acido. Aggiungete sempre uno strato di argilla espansa sul fondo, per evitare pericolosi ristagni idrici.

Se avete deciso di seminare la lavanda, il momento migliore può essere diverso a seconda del luogo in cui vi trovate: nelle regioni dal clima temperato, potete procedere già a partire dall’autunno, per dare modo alla pianta di avere più tempo per svilupparsi. Al contrario, dove le temperature sono più fredde è meglio attendere l’inizio della primavera, così da evitare i rischi connessi alle gelate invernali. Potete anche optare per qualche tecnica di germinazione veloce in un ambiente riscaldato, procedendo al travaso delle piccole gemme cresciute. In alternativa, acquistate una piantina già sviluppata e mettetela a dimora in primavera, attendendo che le radici si sviluppino correttamente per farla iniziare a crescere.

La cura della lavanda

Una volta piantata, la lavanda non richiede moltissime cure, ed è quindi una pianta adatta anche a chi è alle prime armi. Dopo la semina o la messa a dimora, è necessario prestare qualche attenzione in più per far sì che l’apparato radicale si sviluppi correttamente. Una volta trascorso questo breve periodo, la pianta avrà un fabbisogno idrico e di sostante nutritive davvero piuttosto ridotto, non avendo dunque necessità importanti. Scopriamo quali sono i migliori consigli per prendersi cura di questa pianta.

L’irrigazione

Per quanto riguarda l’irrigazione, nelle prime settimane dopo la semina il terreno va bagnato con regolarità – senza esagerare, perché i ristagni d’acqua possono provocare marciume radicale. Una volta che la piantina sarà cresciuta abbastanza, l’esigenza idrica cala notevolmente: sarà sufficiente mantenere umido il terriccio, controllando con le dita e aspettando che sia quasi asciutto prima di procedere con una nuova annaffiatura. In ogni caso, la quantità d’acqua non deve mai essere eccessiva e non dovete lasciare ristagni nel sottovaso, perché l’umidità può rivelarsi pericolosa.

La concimazione

La lavanda non ha particolari esigenze nemmeno dal punto di vista delle sostanze nutritive, quindi non ha bisogno di essere concimata subito dopo la semina o la messa a dimora. Anzi: gli esperti consigliano di attendere almeno due anni prima di iniziare ad usare un fertilizzante, meglio se de compost o del letame per rendere il terreno più nutriente. In alternativa, potete acquistare un concime liquido per piante da fiore, da diluire nell’acqua dell’irrigazione: iniziate a metà primavera e terminate solo quando sarà finito il periodo della fioritura.

La potatura

Infine, dal momento che la lavanda è una pianta perenne, può trarre vantaggio da una buona potatura autunnale per affrontare al meglio la stagione invernale. Al termine della fioritura, attrezzatevi di forbici da giardinaggio ben affilate e igienizzate, quindi tagliate via le parti secche e accorciate i fusti fino ad un terzo della loro lunghezza. Ora non vi resta che interrompere le fertilizzazioni, ridurre le irrigazioni al minimo indispensabile per non far seccare il terreno e spostare il vaso in un luogo riparato dal vento e dalla pioggia. Quando tornerà a scaldare il sole primaverile, potrete ricominciare a coltivare la vostra lavanda.