Tra le tante piante ornamentali che crescono spontaneamente in Italia, spicca sicuramente l’erica: si tratta di un arbusto sempreverde caratterizzato da una fioritura molto bella e profumata, che fa parte della macchia mediterranea. Ne esistono tantissime specie, tutte accomunate dalla facilità di coltivazione e dalla loro capacità di resistere bene al freddo. Sapevate che si può piantare l’erica anche in vaso? Scopriamo tutto su questa bellissima pianta.
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Erica, le caratteristiche della pianta
L’erica è una pianta appartenente alla famiglia delle Ericacee, la quale include molti arbusti ornamentali come l’azalea e diverse specie fruttifere, tra cui il mirtillo. Il suo areale di distribuzione è davvero molto ampio: ci sono varietà endemiche del Sudafrica, altre presenti nel resto del Continente Nero, in Turchia, in Medio Oriente, nella Penisola Arabica e in Europa. Ne esistono oltre 800 varietà, ciascuna delle quali presenta caratteristiche particolari. L’Erica Arborea, ad esempio, è diffusa soprattutto nell’area mediterranea, e nel nostro Paese si trova anche oltre lo spartiacque appenninico e nelle isole.
La specie più particolare è la Calluna Vulgaris, conosciuta anche con il nome di brugo: è molto comune nelle regioni centrosettentrionali, mentre è del tutto assente al sud e sulle isole. Proprio quest’ultima è perfetta da coltivare nel giardino o in vaso, perché sopporta molto bene anche le rigide temperature invernali. Scopriamo allora qualcosa in più, per imparare a prendersene cura. Innanzitutto, vediamo com’è fatta: si tratta di un arbusto piuttosto piccolo, che raggiunge solitamente altezze comprese tra i 20 e i 30 cm – solo raramente supera il metro.
Le foglie sono aghiformi sempreverdi, mentre i fiori sono solitamente piccoli e un po’ penduli, nelle tonalità di rosa, viola e malva – anche se raramente possono essere bianchi. La fioritura avviene generalmente verso la fine dell’estate e si protrae, nelle zone a più bassa quota, fino a novembre inoltrato. Al termine di questo periodo, i fiori diventano marroni e rimangono sulla pianta per tutto l’inverno. Alcune specie sono invece prettamente invernali, quindi durante l’estate restano arbusti verdi e, verso la fine di novembre, iniziano a fiorire perdurando per tutti i mesi freddi.
Grazie ai colori e al profumo inebriante dei suoi fiori, l’erica è una splendida pianta da coltivare per scopi ornamentali. Inoltre è una specie mellifera, bottinata dalle api: la si può impiegare per produrre un miele molto scuro, anche se in Italia non è molto comune (lo si fa principalmente nel Nord Europa, nell’America Settentrionale e in Nuova Zelanda). Gli estratti di questa pianta, infine, vengono usati per curare diversi disturbi come quelli alle vie urinarie, i reumatismi e le infiammazioni intestinali. Non ci resta ora che scoprire come piantare l’erica e come prendersene cura.
Come piantare l’erica
Avete deciso di provare a cimentarvi con la coltivazione dell’erica? Potete scegliere se piantarla in giardino oppure in vaso, dal momento che le sue dimensioni non sono eccessive: basterà avere un po’ di spazio all’aperto per far crescere un arbusto rigoglioso. Se volete seminare, sappiate che potrebbero volerci anni prima che nasca una vera e propria piantina, dal momento che la sua crescita è molto lenta nei primi tempi. Per questo motivo, spesso si preferisce acquistare direttamente un arbusto già abbastanza sviluppato e metterlo a dimora.
Optate per un terriccio speciale a basso pH, meglio se mescolato con sabbia per renderlo più soffice. È importante che il terreno sia sempre ben drenato, potete quindi aggiungere sul fondo uno strato di argilla espansa per evitare i ristagni idrici. Per quanto riguarda invece l’esposizione, l’erica è una pianta che cresce bene soprattutto dove il clima è un po’ più rigido. Nelle regioni fredde, dunque, predilige stare in luoghi soleggiati e luminosi, o al massimo in penombra. La pianta resiste sino a temperature non superiori ai 16°C, mentre in inverno può restare all’aperto fino a -10°C: se fa ancora più freddo, spostate il vaso o riparate l’arbusto.
La coltivazione dell’erica
Dopo aver piantato l’erica, occorre prendersene cura per far sì che la pianta cresca rigogliosa e produca bellissimi fiori profumati. Come fare? In realtà, non è particolarmente difficile: abbiamo visto che l’arbusto è molto resistente alle basse temperature e non teme dunque gli inverni, mentre in estate dovrebbe essere un po’ più riparata per evitare che le sue foglie si brucino. Ora scopriamo ogni quanto irrigarla, come concimarla e quali altri interventi sono necessari per veder sbocciare l’erica.
L’irrigazione
Iniziamo proprio con l’irrigazione: essendo l’erica una pianta tipica delle zone più fredde, teme in particolar modo la siccità. Il terriccio dovrebbe dunque essere sempre umido, ma mai completamente bagnato. Se piove spesso e la pianta è all’aperto, non dovrete preoccuparvi eccessivamente di annaffiarla. Al contrario, durante la stagione calda o in caso di scarse precipitazioni, controllate che il terriccio sia ancora umido. Se così non fosse, procedete con l’irrigazione: in genere, va bene bagnare la pianta una volta ogni 20 giorni circa. Usate acqua piovana appositamente raccolta, perché quella del rubinetto è troppo ricca di minerali. Inoltre evitate la formazione di ristagni idrici, perché potrebbero far marcire le radici.
La concimazione
Periodicamente, soprattutto se cresciuta in vaso, l’erica ha bisogno di interventi di concimazione. Questo permette al terreno di arricchirsi di preziose sostanze nutritive che la pianta potrà usare per crescere meglio e produrre splendidi fiori durante la stagione della fioritura. L’ideale è utilizzare un fertilizzante adatto a piante acidofile, lo stesso che si impiega per il rododendro e la camelia. Durante i mesi di crescita, sciogliete del concime nell’acqua dell’irrigazione e bagnate il terreno almeno ogni 15 giorni per assicurarvi una crescita sana.
La potatura
Per far crescere ancor più rigogliosamente l’erica, potete effettuare alcune potature periodiche. L’ideale sarebbe agire in primavera o subito dopo la fioritura (a seconda delle varietà, il periodo dell’anno cambia sensibilmente). Come prima cosa, rimuovete gli steli con i fiori appassiti e i polloni più vecchi o malati. Inoltre, recidete alcuni steli che escono dalla forma dell’arbusto, fino ad un massimo di un terzo della pianta stessa. Così facendo, stimolerete una nuova e rigogliosa fioritura, perché avrete eliminato le parti infruttuose della pianta, che avrebbero sottratto acqua e preziose sostanze nutritive a quelle sane.