Frascati è rinomata per le sue ville storiche, autentici gioielli architettonici che rispecchiano la grandiosità della tradizione romana. Tra queste, la Villa Aldobrandini spicca per la sua magnificenza e il valore storico. Originariamente conosciuta come Belvedere, la villa gode di una posizione privilegiata che permette di ammirare la cupola di San Pietro e il paesaggio circostante.
Villa Aldobrandini è stata oggetto di ammirazione per secoli, come testimoniano i resoconti di viaggiatori illustri come Stendhal, che nelle sue “Passeggiate Romane” la descrive con toni entusiastici. Oggi, la villa continua a essere un simbolo del perfetto connubio tra architettura e natura, un luogo dove la storia e la bellezza si fondono armoniosamente.
Villa Aldobrandini non è solo una testimonianza del passato, ma un’opera d’arte vivente che continua a incantare e ispirare. Con il suo grandioso Ninfeo e il magnifico Teatro delle Acque, rimane uno dei più bei esempi di architettura e paesaggistica barocca, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, lasciando spazio alla pura bellezza.
La trasformazione architettonica della villa
Nel 1601, il cardinale Pietro Aldobrandini incaricò Giacomo della Porta di ampliare l’edificio esistente. I lavori, complessi e articolati, richiesero notevoli sterri e terrazzamenti per rispettare l’andamento naturale del terreno. La facciata, arricchita da un sapiente gioco di lesene, si armonizza perfettamente con l’ambiente circostante.
La villa è stata concepita come un rifugio per sfuggire agli affari cittadini, un luogo di riposo e contemplazione, in linea con l’otium tanto amato dagli uomini della Rinascenza. Questo concetto di relax e godimento del tempo libero, ereditato dalla Roma imperiale, si riflette in ogni aspetto della villa, dai sontuosi interni agli ampi giardini.
La maestosità della facciata e delle terrazze
La facciata della villa, rivolta a valle e aperta su una panoramica terrazza, esemplifica l’armonia e la ritmicità classica. Sul retro, l’ingresso principale si apre su un corpo centrale aggettante con logge sovrapposte. Le decorazioni interne furono affidate a artisti del calibro di Domenico Zampieri, detto il Domenichino, e il Cavalier d’Arpino, i cui affreschi gareggiano in magnificenza con il Teatro delle Acque.
La villa si distingue per una facciata luminosa e continua, che si affaccia sulla valle, preceduta da una grande terrazza ellittica. Due rampe simmetriche collegano i vari livelli, offrendo un accesso scenografico all’edificio principale. Sul retro, una loggia sovrapposta e un arco incorniciano il magnifico Teatro delle Acque, un elemento caratteristico delle ville del XVII secolo.
Interni decorati con raffinatezza
All’interno, la villa presenta ambienti riccamente decorati, con affreschi e stucchi policromi. Al primo piano, il Cavalier d’Arpino, il Domenichino e gli Zuccari hanno adornato le pareti con storie mitologiche, mentre il grande salone del secondo piano e la loggia del terzo sono opere di Carlo Maderno.
Le stanze del piano nobile sono adornate con magnifici affreschi del Cavalier d’Arpino, che raffigurano scene tratte dall’Antico Testamento. Questi dipinti, con la loro vivida narrazione e i colori intensi, conferiscono un’atmosfera solenne e maestosa agli interni della villa.
Il Ninfeo: un capolavoro del barocco
Lungo la trabeazione del ninfeo, un’iscrizione in latino celebra il cardinale Pietro Aldobrandini, nipote di Clemente VIII, il quale aveva ristabilito la pace religiosa con la Francia e riconquistato il ducato di Ferrara senza spargimento di sangue. Il prospetto del ninfeo, lungo 118 metri, è caratterizzato da un unico ordine composito, progettato da Giacomo della Porta e completato da Orazio Olivieri. I gruppi scultorei e le decorazioni, realizzati tra il 1620 e il 1621, sono opera di Jacques Sarrazin e Ippolito Buti.
Il Teatro delle Acque, un ninfeo semicircolare con una balaustra terminale, è una delle attrazioni principali della villa. Progettato da Carlo Maderno e Giovanni Fontana, il ninfeo comprende stanze sotterranee utilizzate come rifugio fresco nelle giornate afose. Il prospetto semicircolare di ordine ionico ospita diverse sculture mitologiche e una fontana centrale, opera dello scultore francese Jacques Sarrazin.
Le statue nel Ninfeo di Villa Aldobrandini non sono solo opere d’arte da ammirare, ma anche ingegnose installazioni idrauliche. Attraverso un complesso sistema di zampilli, queste figure danno vita a una vera e propria esperienza sensoriale, unendo il piacere visivo a quello acustico, tipico del barocco romano.
La nicchia centrale è affiancata da due colonne di granito grigio con capitelli compositi e statue di satiri. Qui, Atlante sostiene il mondo, rappresentato da una sfera di metallo da cui fuoriusciva abbondante acqua. Originariamente, vi erano anche due Esperidi ed Ercole, raffigurati nell’atto di assistere Atlante, simboleggiando l’aiuto di Pietro Aldobrandini al Papa. Tra le rocce, spuntano la testa e i pugni serrati del gigante Encèlado, ricostruito dallo scultore Di Vito nel periodo post-bellico. Di fronte alla nicchia, si trovava una fontana centrale, decorata con i simboli araldici degli Aldobrandini.
Le nicchie laterali, prossime a quella di Atlante, sono affiancate da colonne di porfido rosso e contengono statue di divinità fluviali e ninfe delle acque. Le restanti nicchie alle estremità dell’emiciclo presentano colonne di granito grigio e statue raffiguranti un tritone e una ninfa con code di pesce ritorte. In queste nicchie vi sono Polifemo, intento a suonare la siringa, e un Centauro con la buccina, rappresentazioni di creature dove l’istinto bestiale prevale sulla razionalità.
Un bosco incantato e le fontane rustiche
Oltre il Ninfeo, il parco della villa si estende in un affascinante bosco di lecci e platani. Un lungo viale alberato, concepito per sorprendere i visitatori con il suo effetto tunnel, conduce alla villa, preparando gradualmente l’occhio allo spettacolo architettonico finale. Sul declivio, una sequenza di fontane – la Cascata, la Fontana dei Pastori e la Fontana Rustica – accentuano il carattere naturale del giardino man mano che ci si allontana dal fronte del Teatro.
L’acqua gioca un ruolo centrale nella bellezza e nella funzionalità della villa. Dall’acquedotto che attraversa il bosco fino al monte Algido, all’ingegnoso sistema idraulico del Ninfeo, l’acqua non solo abbellisce il paesaggio ma offre anche un rinfrescante refrigerio. La cascata artificiale e le fontane che punteggiano il giardino completano questo quadro idilliaco, dimostrando come l’elemento acquatico sia stato integrato in modo sapiente e creativo.
Un giardino all’italiana
La zona sud della villa ospita un piccolo giardino all’italiana, un’area verde strutturata con aiuole simmetriche e piante curate con precisione. Questo spazio, pur essendo più modesto rispetto ai vasti giardini della villa, offre un angolo di tranquillità e bellezza.