In un grazioso paesino affacciato sulla sponda italiana del lago di Lugano, ecco sorgere la splendida Villa Fogazzaro Roi: si tratta di una dimora ottocentesca ricca di sorprese, a partire dai suoi proprietari. Appartenne infatti alla famiglia del celebre scrittore Antonio Fogazzaro, che vi trascorse gran parte delle sue estati. Rimasta quasi inalterata da quei tempi, è stata donata nel 2009 al FAI (Fondo Ambiente Italiano) affinché continuasse ad essere preservata in tutta la sua bellezza. Scopriamo qualcosa in più.
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Dove si trova Villa Fogazzaro Roi
Questa antica dimora nobiliare è situata nel paesino di Valsolda, un delizioso borgo lombardo in provincia di Como, e più precisamente nella piccola frazione di Oria: siamo nell’estremo nord d’Italia, a due passi dal confine con la Svizzera. Il centro abitato, così come la villa, è affacciato sulle sponde del lago di Lugano, che si divide proprio tra i due Paesi. Il panorama è meraviglioso, con le imponenti montagne che si riflettono sulle acque turchesi, un paesaggio da sogno che probabilmente avrà ispirato decine di artisti. Non sorprende, dunque, che anche Antonio Fogazzaro ne sia rimasto conquistato.
Villa Fogazzaro Roi, la storia
Qual è la storia di questa affascinante villa? Costruita nell’800, fu per lungo tempo di proprietà della parrocchia di San Sebastiano, prima di essere acquistata – nella seconda metà del secolo – dalla famiglia Barrera. Ad essa apparteneva Teresa Barrera, madre di Antonio Fogazzaro: ancora bambino, quest’ultimo venne accolto dallo zio Pietro presso la residenza lacustre affinché potesse allontanarsi dalla sua città di nascita, Vicenza, che all’epoca era ancora sotto il dominio austriaco. Il ragazzino vi trascorse un intero anno, tra il 1848 e il 1849, e gli rimase nel cuore.
Nel 1900, la proprietà della villa passò alla famiglia Fogazzaro, che era già imparentata con i marchesi Roi, celebri imprenditori vicentini. È proprio così che prese il suo attuale nome, Villa Fogazzaro Roi: la dimora iniziò in questo periodo ad assumere una nuova forma, grazie a rimaneggiamenti e ampliamenti che le diedero un aspetto più nobile. Al nucleo centrale, risalente al XVI secolo, vennero accorpato diversi fabbricati di costruzione più recente, senza tuttavia andare ad intaccare l’originario giardino pensile che si può ammirare ancora oggi sul retro.
Antonio Fogazzaro, celebre scrittore e poeta italiano di fine ‘800, vi trascorse molte delle sue estati. La villa, durante il periodo in cui vi abitò, divenne un vero cenacolo di letterati: considerato un ospite molto conviviale, l’artista accolse amici e familiari in un gran via vai di persone. Dopo la morte di Fogazzaro, la dimora passò ai suoi eredi. Nel 1960, fu il marchese Giuseppe Roi (pronipote di Antonio) ad entrare in possesso della proprietà, diventando l’unico custode delle preziose testimonianze e delle memorie che vi erano conservate.
Giuseppe, tra gli anni ’50 e ’60, diede il via ad importanti lavori di restauro e di ammodernamento, al termine dei quali, riuscì a recuperare alcuni cimeli e arredi originali della villa, riportandoli al loro posto e restituendo così alla dimora il suo fascino autentico. Inoltre, il marchese fece costruire e ampliare numerosi spazi tra cui la nuova area destinata al suo studio, i salottini per gli ospiti e le camere da letto al piano superiore. Il suo impegno nel valorizzare il patrimonio artistico e culturale del suo prozio, Antonio Fogazzaro, lo spinse infine nel 2009 a donare la villa al FAI, proprio con l’obiettivo di vederla trasformare in una casa-museo aperta al pubblico.
La bellezza di Villa Fogazzaro Roi
Il FAI, che da qualche anno si prende cura di Villa Fogazzaro Roi, organizza spesso delle giornate in cui apre i battenti della dimora al pubblico. Ma cosa si può vedere, in una visita presso questo splendido gioiello italiano? Il giardino pensile è ampio e rigoglioso, con aiuole fiorite, vialetti adornati di colori e uno splendido panorama sul lago. Ad accompagnare gli ospiti verso l’ingresso è una statua di bronzo che raffigura Antonio Fogazzaro, realizzata dallo scultore Emilio Bisi. Una volta varcata la soglia, ci si può perdere in decine di stanze dall’atmosfera intima e raccolta, che parlano del grande scrittore italiano.
Molti sono i luoghi che raccontano l’animo più intimo di Fogazzaro, che qui trasse ispirazione per scrivere la sua opera più importante, il romanzo Piccolo mondo antico. La storia, ambientata proprio nel paesino di Valsolda (così come i due libri successivi), racchiude in effetti molti dettagli che oggi possiamo ritrovare all’interno e nei dintorni di Villa Fogazzaro Roi. Dagli odori primaverili del giardino pensile al terrazzino affacciato sul lago, sino al tavolo in ferro battuto che venne così ben descritto nel romanzo.
Grazie all’importante lavoro del marchese Giuseppe Roi, tutto nella villa è ancora come una volta: si possono così ammirare la camera da letto privata dello scrittore, dove si trova ancora oggi il letto originale intarsiato in legno, e il suo studio, chiamato anche l’Alcova. Qui, è stato preziosamente custodito per lunghi decenni lo scrittoio di Fogazzaro, con numerose annotazioni che l’artista incideva direttamente nel legno – tra cui la straziante dedica al figlio Mariano, morto di tifo a 20 anni, e la data in cui venne conclusa la stesura di Piccolo mondo antico.
Qualche curiosità sulla dimora di Fogazzaro
Numerosi sono gli ambienti presenti all’interno di Villa Fogazzaro Roi, che ci raccontano qualcosa in più sulla personalità eclettica e vivace dello scrittore (e non solo). Una delle stanze più particolari è il Salone Siberia, così chiamato perché risultava davvero difficile riuscire a riscaldarlo completamente: aveva infatti una splendida loggia aperta sul lago, purtroppo oggi non più visibile, da cui probabilmente si godeva di un panorama mozzafiato. Molto bella è poi la vicina biblioteca, che un tempo era adibita a sala da pranzo, e che oggi custodisce i libri appartenuti a Fogazzaro.
Ma la villa parla anche di colui che vi abitò molto tempo dopo, e che vi lasciò inevitabilmente la sua impronta. Ne è un esempio la splendida galleria riccamente affrescata che racchiude alcune delle bizzarre collezioni del marchese Roi provenienti da ogni angolo del mondo: da amante viaggiatore, conservava infatti tutto ciò che poteva ricordargli le sue esperienze, inclusa una raccolta di noci di cocco intagliate. Nel 1941, inoltre, il giardino e alcune delle sale della villa vennero utilizzati come set per il film Piccolo mondo antico, girato da Mario Soldati e con attori Massimo Serato e Alida Valli – di quest’ultima c’è ancora una foto autografata appesa in biblioteca.