Il Castello Reale di Govone, tra panorami unici, romanticismo e gioielli artistici

Il Castello di Govone, patrimonio UNESCO, è un gioiello architettonico tra i più romantici d'Italia che a Natale si trasforma in un luogo magico

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Pubblicato: 22 Novembre 2024 13:29

In cima a una delle colline del Roero, si trova l’incantevole e romantico paese di Govone, dominato dal Castello Reale, residenza sabauda che dal 1997 è Patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Oltre a essere uno dei manieri più romantici che gode di una vista mozzafiato, per Natale si trasforma in un luogo magico.

Govone, il Magico Paese di Natale

Infatti nel Castello di Govone e nel suo borgo è nato Il Magico Paese di Natale (fino al 22 dicembre 2024). E anche quest’anno la tradizione si ripete: piazze e vicoli caratteristici diventano un autentico villaggio natalizio e la residenza reale viene addobbata con un allestimento natalizio, perfettamente inserito nel contesto degli ambienti del Castello che conservano i pavimenti e gli affreschi dei soffitti e delle pareti originali.

Castello di Govone
Fonte: DiLei
Castello di Govone, l’allestimento natalizio

L’atmosfera è unica, ideale per le famiglie coi bimbi che possono conoscere e consegnare la loro letterina coi desideri direttamente nelle mani di Babbo Natale, ma anche per le coppie, tanto che l’evento ospitato a Govone ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di “evento natalizio più romantico” da parte di European Best Destinations. L’evento, oltre a Govone, comprende il celebre mercatino natalizio di Asti e il Presepe vivente di San Damiano d’Asti in alcune date di dicembre.

La storia del Castello di Govone: residenza reale, scuola e patrimonio Unesco

Cuore di questo borgo è il Castello di Govone che sorge in cima alla collina. Già in epoca medievale era presente un edificio, dove ora sorge la residenza sabauda, adibito a fortezza. Alla fine del XVII secolo i Conti Solaro affidarono all’architetto Guarino Guarini i lavori di ampliamento e di abbellimento del maniero. L’architetto preparò i progetti, ma i lavori non giunsero a compimento. Un secolo dopo l’architetto Benedetto Alfieri li riprese e li portò a termine seguendo i disegni del suo predecessore.

Castello Govone giardini
Fonte: DiLei
I giardini del Castello di Govone

Nel 1792 il Castello fu acquistato dai Savoia che, dopo il periodo napoleonico, scelsero come residenza estiva.

L’attuale struttura dell’edificio e dei giardini italiani la si deve soprattutto a Re Carlo Felice e a sua moglie Maria Cristina che fecero pesanti lavori di ristrutturazione all’inizio dell’Ottocento. Attualmente è di proprietà del Comune che lo acquistò per la somma di 100mila lire all’inizio del Novecento, ma per poter sostenere la spesa dovette vendere tutti gli arredi.

Se nel 1730 vi soggiornò il filosofo Jean-Jacques Rousseau, nel corso del Novecento ospitò la scuola di Govone e gli uffici comunali, ancora presenti al suo interno.

Il Castello di Govone, tra romanticismo e antiche tappezzerie cinesi

Il Castello di Govone è un gioiello architettonico e artistico, riconosciuto dall’Unesco. Il giardino all’italiana con le siepi labirintiche di bosso che sprigionano il caratteristico profumo delle loro foglioline, i platani, una fontana e il tutto circondato dalle magnifiche colline del Roero.

Castello Govone
Fonte: DiLei
Gli interni del Castello di Govone

Al suo interno, sebbene gli arredi non siano originari dell’epoca di Carlo Felice, sono ancora conservate delle vere e proprie chicche artistiche, come la balaustra in ferro della scala interna che porta al piano padronale o i pavimenti composti da tre tipi di legno diversi, disposti in disegni geometrici più o meno elaborati a seconda delle funzioni cui erano adibiti i locali.

Ma davvero magnifiche sono le antiche tappezzerie cinesi, risalenti al XVIII secolo. Rotoli di carta dipinti, giunti insieme e incollati sulle pareti dall’architetto di Corte. I disegni, finemente dipinti, raccontano la vita quotidiana della società cinese dell’epoca, dalla coltivazione dei bacchi di seta alle trattative commerciali coi mercanti occidentali.