Ca’ Rezzonico, un gioiello veneziano del Settecento: i suoi preziosi interni

È uno dei più famosi palazzi di Venezia e ospita un ricco museo di opere d'arte del '700: andiamo alla scoperta di Ca' Rezzonico e delle sue meraviglie

Foto di Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

È senza dubbio un vero capolavoro architettonico, nonché uno degli edifici storici più conosciuti di tutta la città: Ca’ Rezzonico si trova nel cuore di Venezia, affacciato su Canal Grande. Nato come dimora nobiliare, tra le sue sale accolse alcuni personaggi di grande rilievo ed è oggi un famoso museo d’arte del ‘700. Andiamo alla scoperta della sua affascinante storia e delle preziose rarità che custodisce al suo interno.

Dove si trova Ca’ Rezzonico

Venezia è sicuramente una delle città più belle al mondo, con i suoi canali che si tuffano nella Laguna e offrono un panorama che non ha eguali. Il suo centro storico vanta alcune architetture ricche di fascino, tra hotel di lusso e antiche palazzine di grandissimo pregio. È il caso di Ca’ Rezzonico, uno degli edifici più famosi di tutta la città: si trova nel sestiere di Dorsoduro, e si specchia direttamente sulle acque del Canal Grande. La sua posizione è delle migliori, incastonato tra Palazzo Contarini Michel e Palazzo Bernardo Nani, a pochi passi da Ca’ Foscari, sede della prestigiosa università.

Sala del Trono
Fonte: Getty Images
Sala del Trono

Ca’ Rezzonico, la storia

La storia di Ca’ Rezzonico è abbastanza travagliata: nacque per volere della nobile famiglia veneziana dei Bon, che nel 1649 ne affidarono il progetto all’architetto Baldassarre Longhena. Tuttavia, occorse aspettare alcuni anni affinché, con l’abbattimento degli edifici preesistenti, si potesse dare inizio ai lavori. Fu così nel 1667 che prese il via il cantiere, il quale si interruppe a seguito della morte del Longhena, nel 1682. La famiglia, che nel frattempo si era ritrovata in ristrettezze economiche, capì di non poter più far fronte alle ingenti spese che avrebbe richiesto la prosecuzione dei lavori, quindi la costruzione venne abbandonata.

Di quel periodo, non resta che una triste e solitaria facciata che volge verso Canal Grande, rimasta incompiuta. Nel frattempo, la famiglia Rezzonico – proveniente da un piccolo paesino affacciato sul lago di Como – si stabilì a Venezia e ottenne pian piano l’ammissione al patriziato. Divenuta una delle stirpi più ricche, seppure tra le più giovani dell’epoca, la famiglia iniziò a farsi notare in città. E uno dei suoi membri, Giambattista Rezzonico, decise nel 1751 di acquistare il palazzo incompleto, affidando il cantiere al grande architetto Giorgio Massari.

Nel giro di pochi anni, Ca’ Rezzonico vide la luce: il progetto realizzato fu quello originale del Longhena, ad eccezione di alcune modifiche su quella che divenne la sala da ballo (il Massari ne ampliò le dimensioni). Il palazzo venne inaugurato nel 1756, appena due anni prima che Carlo Rezzonico, fratello di Giambattista, venne eletto papa con il nome di Clemente XIII. La famiglia, però, non durò a lungo: nel 1810 si estinse, e la dimora passò di mano in mano. Attorno alla metà dell’800 fu residenza di Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna, mentre alla fine del secolo venne acquistata da Robert Barrett Browning, figlio degli scrittori inglesi Elizabeth Barrett e Robert Browning.

Ebbe inizio una grande opera di restauro, grazie anche al supporto finanziario della moglie di Robert, la statunitense Fannie Coddington. La proprietà divenne un vero gioiello, ambito da grandi personaggi dell’epoca: persino l’Imperatore Guglielmo II di Germania fece un’offerta per il suo acquisto, ma Robert Berrett Browning la rifiutò e decise di vendere, nel 1906, al Conte Lionello Hierschel de Minerbi. Quest’ultimo, nel 1935 cedette il palazzo al Comune di Venezia, ormai spogliato di tutti i suoi arredi nel corso degli innumerevoli passaggi di mano.

La città decise di destinare Ca’ Rezzonico a scopi culturali, istituendo al suo interno la sede del Museo del Settecento Veneziano. Vennero pian piano ricostruiti i singoli ambienti con mobili e suppellettili dell’epoca, per restituire al palazzo il suo fascino originario. E, naturalmente, da quel periodo ospita alcune delle più prestigiose collezioni d’arte del ‘700, tra cui numerose opere pittoriche di grandi artisti come il Canaletto, il Tintoretto e il Tiepolo.

Ca' Rezzonico
Fonte: iStock | Ph. Flavio Vallenari
Ca’ Rezzonico

Le preziose sale interne

Ca’ Rezzonico è un capolavoro architettonico, a partire dalla sua facciata, su cui spicca l’ingresso principale. È  divisa in tre fasce orizzontali, con il piano terra impreziosito da decorazioni in bugnato e da un portale d’acqua, su cui si ergono due piani nobili caratterizzati da colonne e finestre a tutto sesto. Infine, il mezzanino sottotetto ha delle piccole monofore ovali che quasi si mimetizzano tra le ricche e articolate decorazioni della facciata. Anche all’interno, la pianta è particolarmente complessa: molto affascinante è il salone da ballo, che si snoda su due piani e vanta uno scalone monumentale davvero meraviglioso.

Sala del Brustolon
Fonte: Getty Images
Sala del Brustolon

Il Museo del Settecento Veneziano

Dopo aver acquisito la proprietà del palazzo, il Comune di Venezia intervenne con alcuni lavori di restauro e lo aprì al pubblico nell’aprile del 1936: al suo interno, trovarono spazio gli allestimenti del Museo del Settecento Veneziano. Ad occuparsi di tale incarico furono Nino Barbantini e Giulio Lorenzetti, che riuscirono nel loro intento di disporre le opere in modo naturale, come se facessero parte dell’arredamento. Inizialmente, vi furono esposti i cimeli provenienti dai Musei Civici di Venezia, quindi si aggiunsero alcune opere private e altre acquistate sul mercato antiquario.

Nel mezzanino si può visitare la Collezione Mestrovich, una ricca serie di dipinti che include due tele del Tintoretto e numerosi altri lavori di grandi artisti. Dopo aver affrontato lo scalone d’onore, invece, si arriva al primo piano: qui si snodano 11 sale espositive che contengono dipinti, sculture e arredi settecenteschi, oltre a preziosi affreschi decorativi che si possono ammirare sui soffitti. Al secondo piano, ci sono altri ambienti che meritano assolutamente una visita: è il caso della sala dedicata all’opera del grande artista Pietro Longhi e di quella contenente gli affreschi del Tiepolo, provenienti da Villa Zianigo.

Sala del Tiepolo
Fonte: Getty Images
Sala del Tiepolo

Il terzo piano infine, ospita gli ambienti della Farmacia Ai do San Marchi, con i suoi arredi originari e numerosi cimeli impiegati nella preparazione dei prodotti in vendita già a partire dalla fine del ‘600. Le ultime sale accolgono la preziosa Pinacoteca Egidio Martini, un’ampia collezione di quadri raccolti dal critico d’arte Egidio Martini e poi donata al Comune di Venezia. Ci sono opere di valore incredibile, tra cui quelle di artisti come il Tintoretto, il Padovanino, Paolo Fiammingo, Bernardo Strozzi, Jacopo Amigoni e Domenico Morone.