Vanessa Bryant: “Come ho scoperto della morte di Kobe e di mia figlia”

La vedova dell'ex star dell'NBA ha raccontato di aver saputo della scomparsa di suo marito e sua figlia Gianna diverse ore dopo l'incidente in elicottero

A quasi due anni di distanza dalla morte di Kobe Bryant e di sua figlia Gianna, scomparsi a causa di un incidente in elicottero, Vanessa Bryant ha descritto come ha scoperto di aver perso suo marito. La vedova lo ha raccontato in una recente deposizione in tribunale. A quattro mesi dalla scomparsa del marito, nel gennaio 2020, Vanessa Bryant ha citato in giudizio il dipartimento dello sceriffo della contea di Los Angeles per lo stress emotivo subito a seguito della morte di Kobe e Gianna.

La deposizione di Vanessa Bryant: “La mia vita non sarà più la stessa”

La moglie dell’icona dell’NBA ha raccontato che i primi soccorritori hanno scattato e condivisivo foto non autorizzate dei resti umani sul luogo dell’incidente. Gli avvocati della contea, però, sostengono che le immagini di cui parla Vanessa Bryant non siano mai “state diffuse pubblicamente”.

Così, lo scorso 12 ottobre, Vanessa Bryant ha deposto, in vista del processo contro i soccorritori, in video conferenza su Zoom. Le sue parole, depositate in tribunale lo scorso venerdì 22 ottobre, sono entrate in possesso di E! News. Secondo quanto raccontato dalla donna, quella mattina, verso le 11:30, un consulente della famiglia ha bussato alla porta di casa loro parlando di un incidente con cinque sopravvissuti. Non sapeva dirle, però, se tra questi ci fossero anche Kobe e Gianna. Il consulente ha lasciato così a Vanessa un barlume di speranza, subito stroncata dai messaggi apparsi sui social network con la scritta “Riposa in pace Kobe“. Sono così passate ore prima che la donna scoprisse la verità su suo marito e sua figlia, di soli 13 anni.

“La mia vita non sarà più la stessa” ha detto la donna durante la deposizione, spiegando di aver chiesto allo sceriffo: “Se non potete riportare mio marito e la mia bambina, per favore fate in modo che nessuno li fotografi. Per favore, mettete in sicurezza la zona”. Gli avvocati della contea di Los Angeles hanno risposto a maggio scorso alle accuse di Vanessa: “La contea non perdona quanto accaduto e ci saranno conseguenze per il personale. Questo non significa, tuttavia, che la querelante abbia rivendicazioni legali valide”

La perizia psichiatrica chiesta per Vanessa Bryant

Questo perché, secondo gli avvocati, le fotografie non sarebbero state diffuse pubblicamente, in quanto mai ottenute dai media e mai pubblicate su internet. Inoltre, secondo quanto emerso, il giudice potrebbe accettare la richiesta della difesa, che vorrebbe sottoporre Vanessa Bryant ad una perizia psichiatrica. Perizia che i legali della vedova ritengono “crudele”.

Vanessa Bryant inoltre, durante la sua deposizione, ha confermato di non aver personalmente visto alcuna foto dei resti di suo marito e di sua figlia. Ha però raccontato di essere in possesso dei vestiti che Kobe e Gianna indossavano durante l’incidente: “Ho dovuto recuperare tutto. So che la gente sta male e vorrebbe fotografarli e condividerli”. E ha aggiunto: “Hanno sofferto molto. Se i loro vestiti rappresentano le condizioni dei loro corpi, non posso immaginare come si possa essere così insensibili da non avere nessun riguardo e condividere immagini di questo tipo, come se fossero animali su una strada”.

Infine, durante la deposizione a Vanessa Bryant è stato chiesto cosa significa per lei “stress emotivo”. La donna ha così risposto: “Significa che non solo dovrò piangere la perdita di mio marito e di mia figlia, ma dovrò temere per tutta la vita che quelle fotografie dei miei cari scomparsi vengano divulgate”.