Giovanni Paoli, che lavoro faceva il figlio di Gino

Giovanni Paoli, figlio di Gino Paoli, ha scelto il giornalismo come carriera, lavorando per riviste di prestigio. Un talento raffinato che ha lasciato il segno.

Foto di Ilaria di Pasqua

Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Pubblicato: 10 Marzo 2025 15:08

Un cognome importante e un talento straordinario, ma lontano dalla musica. Giovanni Paoli ha costruito la sua carriera nel giornalismo, senza mai lasciarsi schiacciare dall’ombra del padre, il celebre cantautore Gino Paoli.

Era un uomo di cultura, un professionista ironico e brillante, con una passione per la scrittura e un amore profondo per la musica, ereditato dalla sua famiglia ma trasformato in un rapporto intimo e personale. La sua scomparsa improvvisa ha lasciato un vuoto nel cuore di chi lo ha conosciuto e stimato, sia nel mondo dell’editoria che nella sua vita privata.

Giovanni Paoli: l’inizio nel giornalismo e il legame con la musica

Nato a Genova nel 1964, Giovanni Paoli era figlio di Gino Paoli e della sua prima moglie, Anna Fabbri. Cresciuto in un contesto familiare carico di fascino artistico, aveva respirato musica fin dall’infanzia.

Nonostante ciò, non ha mai cercato di seguire le orme paterne in modo convenzionale. Se da giovane aveva suonato nella band di suo padre, accompagnandolo nei concerti, il richiamo della scrittura era più forte: il giornalismo lo ha conquistato, trasformandosi nella sua vera vocazione.

La sua carriera è iniziata nel mondo delle riviste di spettacolo, collaborando con testate prestigiose come TV Sorrisi e Canzoni e Chi, all’epoca diretto da Silvana Giacobini. Grazie al suo stile raffinato e alla capacità di leggere tra le righe delle storie più intriganti del mondo dello spettacolo, si è rapidamente affermato come una delle firme più rispettate del settore.

Il suo percorso lo ha portato a Novella 2000, dove ha lavorato come vice direttore, un ruolo che ha ricoperto con professionalità e un pizzico di quell’ironia che lo caratterizzava.

Era un leader discreto ma presente, capace di rendere il lavoro leggero senza mai scadere nella superficialità. La sua firma si ritrovava anche in altre pubblicazioni come Diva & Donna e Lei Style, fino ad assumere la direzione di Dillingernews, una piattaforma che rappresentava la sua visione del giornalismo, più libera, più autentica.

Giovanni e Gino Paoli
Fonte: ANSA
Giovanni e Gino Paoli

Un uomo di cultura, un professionista generoso

Il giornalismo di Giovanni Paoli era fatto di passione e rispetto per la verità. Le sue interviste, sempre attente e profonde, dimostravano un’intelligenza vivace e una sensibilità fuori dal comune. Aveva una straordinaria capacità di cogliere l’essenza dei personaggi che intervistava, senza mai forzare una dichiarazione o cadere in banalità.

Ma era anche un punto di riferimento per i colleghi più giovani, che vedevano in lui un mentore generoso, sempre pronto a offrire consigli e a sdrammatizzare le tensioni con il suo humor sottile. Nei corridoi delle redazioni, le sue battute erano leggendarie: ironiche, fulminanti, mai cattive.

Il Festival di Sanremo era uno dei suoi appuntamenti preferiti. Per anni lo ha seguito da inviato, offrendo pagelle lucide e competenti sui cantanti in gara. La musica era nel suo DNA, e anche se aveva scelto di raccontarla invece di viverla da protagonista sul palco, il suo legame con il mondo musicale non si era mai spezzato.

Un’eredità di affetto e parole

Oltre alla sua carriera, Giovanni Paoli era un uomo legato alla sua famiglia e ai suoi affetti. Il rapporto con la sorella Amanda Sandrelli, nata nello stesso anno da Stefania Sandrelli, era profondo e sincero. Il loro primo incontro, raccontato con emozione, aveva un sapore quasi cinematografico: due bambini che si scoprono fratelli, si studiano e poi si riconoscono, legandosi per sempre.

Era anche un padre amorevole per la sua unica figlia, Olivia, che ha lasciato troppo presto. E come in ogni grande storia familiare, c’era un elemento ricorrente: i gatti, che amava profondamente e che per lui erano il simbolo della libertà, della discrezione e dell’indipendenza, proprio come il giornalismo che aveva scelto di fare.

La sua scomparsa, avvenuta il 7 marzo presso l’ospedale Niguarda di Milano a causa di un infarto, ha colpito profondamente chi lo conosceva.