Alec Baldwin incriminato, cosa rischia per lo sparo che uccise Halyna Hutchins

Alec Baldwin dovrà rispondere del colpo partito sul set del film "Rust", che ha ucciso la direttrice della fotografia Halyna Hutchins

Risale al 21 ottobre 2021 l’incidente letale sul set di Rust, che ha portato alla morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins per mano dell’attore Alec Baldwin, accusato di omicidio colposo.

Tanto si è detto in merito, con svariati addetti ai lavori che hanno commentato l’atteggiamento del divo durante le riprese. La procura del New Mexico ha infine raccolto abbastanza prove per incriminare Alec Baldwin per omicidio colposo, ben 15 mesi dopo la drammatica dipartita della Hutchins e il ferimento del regista Joel Souza.

Alec Baldwin: omicidio colposo

Alec Baldwin dovrà rispondere di omicidio colposo per aver sparato sul set di Rust, uccidendo la direttrice della fotografia Halyna Hutchins. Non soltanto l’attore al centro della vicenda, con la procura che giudicherà in aula anche Hannah Gutierrez Reed, responsabile delle armi per quel film.

È stata lei a caricare materialmente la pistola usata per la scena risultata letale. Un anno e mezzo per capire cosa sia realmente uscito dalla canna di quella Revolver Colt 45, con la difesa di Baldwin che ha scaricato da tempo ogni responsabilità su tre persone della troupe. Chiamato in causa anche un fornitore di armi che, con gli altri, avrebbe dato il via a una serie di errori fatali.

Da un anno e mezzo Alec Baldwin sostiene di non aver premuto il grilletto, spiegando come il colpo sia stato accidentale. L’arma, però, non presentava difetti e funzionava perfettamente. A stabilirlo è stata un’analisi dell’FBI su un filmato ottenuto dal set.

Nell’ultimo anno lo sceriffo della contea di Santa Fe si era concentrato sulla sola Hannah Gutierrez Reed, alle prese con la sua seconda esperienza in questo campo. L’annuncio del procuratore Mary Carmack-Altwies è stato però di tutt’altro avviso, e ora Alec Baldwin rischia fino a 18 mesi di carcere.

Proiettili finti: come funzionano le pistole al cinema

Non è la prima volta, purtroppo, che un colpo di pistola partito sul set di un film uccida una persona. Basti pensare alla celebre morte di Brandon Lee, impegnato a girare Il Corvo. È bene spiegare come le munizioni di scena, come quelle adoperate da Alec Baldwin in Rust, non sono altro che veri proiettili modificati.

Abbiamo quindi una cartuccia e all’interno un quantitativo studiato di polvere da sparo, che è necessaria per rendere l’effetto realistico al momento della fuoriuscita del colpo. In scena, però, non vi sono proiettili realizzati in metallo e quelli affidati agli attori non hanno la tipica forma appuntita, con carta o cotone applicati alla parte superiore.

L’obiettivo non è quello di far fuoriuscire dalla canna un vero e proprio colpo. Ciò semplicemente non accade, mirando all’innesco, che procede a incendiare il combustibile.

Capita però che in alcuni set venga aggiunta ulteriore polvere da sparo, così da ottenere un effetto più realistico. Queste armi vengono maneggiate da specialisti, ma quando finiscono tra le mani degli attori, questi hanno delle responsabilità di cui tener conto.

Vi sono infatti delle regole ferree da rispettare. Un attore, se deve “fare fuoco”, punta l’arma contro la telecamera. Se invece occorre puntarla altrove, con addetti ai lavori nei paraggi o addirittura sulla linea di tiro, è necessario si prendano precauzioni come una maschera, occhiali protettivi e non solo.