Elizabeth Taylor

Elizabeth Taylor, conosciuta anche col diminutivo di Liz, è stata un'attrice britannica

Elizabeth Taylor
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Nome completo: Dame Elizabeth Rosemond Taylor
Nascita: 27 febbraio 1932
Luogo di nascita: Londra, Regno Unito
Morte: 23 marzo 2011
Luogo di morte: Los Angeles, Stati Uniti
Professione: Attrice
Segno zodiacale: Pesci
Altezza: 1,57 m
Partner: Larry Fortensky, John William Warner, Richard Burton, Eddie Fisher, Mike Todd, Michael Wilding, Conrad Hilton Jr.
Genitori: Sara Viola Warmbrodt, Francis Lenn Taylor
Figli: Michael Howard Wilding, Christopher Edward Wilding, Elizabeth Frances Todd, detta Liza, Maria Burton
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BIOGRAFIA

Elizabeth Taylor nasce a Hampstead, Londra, seconda figlia di Francis Lenn Taylor e Sara Viola Warmbrodt, due statunitensi residenti in Gran Bretagna. Ha un fratello maggiore, Howard Taylor (1929-2020). Lei riceve la cittadinanza statunitense, mentre il fratello ottiene quella britannica. Entrambi i genitori provengono da Arkansas City, Kansas: il padre lavora come commerciante d’arte, mentre la madre, un’ex attrice nota col nome d’arte Sara Sothern, abbandona la carriera teatrale quando sposa nel 1926 a New York.

Sebbene venga spesso chiamata con il diminutivo Liz, Taylor preferisce il suo nome completo, scelto in onore della nonna paterna, Elizabeth Mary Rosemond Taylor, moglie di Francis Marion Taylor. I nonni materni sono Elizabeth Ann Wilson e Samuel Sylvester Warmbrodt, con un bisnonno, Samuel Warmbrodt, originario della Svizzera.

A tre anni inizia a studiare danza. Con lo scoppio della guerra nel Regno Unito, i genitori decidono di tornare negli Stati Uniti per evitare i pericoli del conflitto: la madre riporta subito con sé lei e il fratello, mentre il padre li raggiunge poco dopo. La famiglia si stabilisce a Los Angeles, dove risiede la famiglia materna, i Warmbrodts.

Molti amici e perfino estranei suggeriscono ai genitori di candidare la piccola Liz per il ruolo di Diletta in Via col vento (1939) di Victor Fleming, ma la madre rifiuta, ritenendo la parte troppo lontana dalla realtà della bambina. A nove anni, però, Elizabeth Taylor debutta nel cinema con There’s One Born Every Minute (1942) di Harold Young, prodotto dagli Universal Studios. Termina quel contratto dopo un solo film e viene ingaggiata dalla Metro-Goldwyn-Mayer; qui il suo primo ruolo è in Torna a casa, Lassie! (1943) di Fred M. Wilcox, che la fa notare al pubblico.

CARRIERA

  • Dopo aver preso parte a un paio di altre pellicole, tra cui una prodotta dalla 20th Century Fox, si è ritrovata per la prima volta al centro della scena nel ruolo di protagonista, interpretando Velvet Brown, una ragazzina impegnata ad allenare il suo cavallo per conquistare il prestigioso Aintree Grand National. La pellicola, intitolata Gran Premio (1944) e diretta da Clarence Brown, vedeva al suo fianco anche Mickey Rooney.
  • Il film riscuote un enorme successo, incassando oltre quattro milioni di dollari e consacrandola come una bambina prodigio di Hollywood. La risposta entusiasta del pubblico e le critiche positive convincono la casa di produzione a proporle un contratto lungo e ben retribuito.
  • Durante le riprese, però, la giovanissima Elizabeth, che allora aveva solo dodici anni, subisce un incidente a cavallo che le causa una frattura alla colonna vertebrale. Questo evento segna l’inizio di problemi alla schiena che, con il tempo, peggiorano al punto da costringerla quasi sempre su una sedia a rotelle negli ultimi anni della sua vita.
  • Ancora poco più che adolescente, Elizabeth Taylor non voleva saperne di proseguire con la recitazione, ma la madre la obbligava a esercitarsi senza tregua per padroneggiare le lacrime su richiesta. La controllava sul set, correggendo ogni sbaglio, e la ragazza aveva pochissimi contatti con coetanei. Gli impegni da star le rubavano ogni chance di una scuola normale, tanto da farla contare sulle dita pure per le addizioni più semplici.
  • A sedici anni, confessa ai genitori il sogno di mollare tutto per un'adolescenza qualunque, ma la madre la zittì definendola egoista.
  • A differenza di tante altre piccole stelle, Taylor passa senza intoppi ai personaggi adulti. Recita la capricciosa Amy March in Piccole donne (1949) di Mervyn LeRoy, poi vola in Inghilterra per Alto tradimento (1949) di Victor Saville. Prima dell'uscita in sala, una copertina del Time la incorona "gioiello prezioso, autentico zaffiro, stella luminosa", al top della nuova leva hollywoodiana accanto a Montgomery CliftKirk Douglas e Ava Gardner.
  • Alto tradimento delude al botteghino, ma la sedicenne Taylor, già con un fascino da donna misteriosa, convince tutti nel ruolo di una debuttante di ventun anni che sposa – ignara – una spia comunista (Robert Taylor). La stampa loda il suo esordio da adulta. Anche la commedia La sbornia di David (1950) di Norman Krasna non sfonda, però per lei è stato il primo ingaggio da 2000 dollari settimanali.
  • Il primo grande trionfo di Elizabeth Taylor da adulta è il ruolo di Kay Banks nella commedia Il padre della sposa (1950), diretta da Vincente Minnelli e affiancata da star come Spencer Tracy e Joan Bennett. Il film ottiene un ottimo riscontro al botteghino e viene realizzato un seguito, Papà diventa nonno (1951), sempre sotto la regia di Minnelli.
  • Tuttavia, è il successivo lavoro, Un posto al sole (1951) di George Stevens, a consacrarla definitivamente come interprete di ruoli intensi e drammatici. Le riprese iniziano alla fine del 1949, ma la pellicola esce nelle sale solo nel 1951.
  • La sua interpretazione di Angela Vickers, una giovane viziata e benestante che si frappone tra George Eastman (interpretato da Montgomery Clift) e la sua fidanzata incinta, una semplice operaia (Shelley Winters), è molto apprezzata. Basato sul romanzo Una tragedia americana di Theodore Dreiser, il film rappresentava una critica tagliente al cosiddetto "sogno americano" e ai suoi effetti corrotti.
  • Anche se ancora diciassettenne e non completamente consapevole delle sfumature psicologiche e delle implicazioni della trama, la sua performance risulta convincente e segna davvero l’inizio della sua carriera adulta. Il film ottiene la consacrazione come un classico senza tempo, reputazione che mantiene ancora oggi.
  • Elizabeth Taylor, che nel frattempo aveva completato gli studi proprio negli studi della Metro-Goldwyn-Mayer, consegue il diploma alla University High School di Los Angeles il 26 gennaio 1950. Proprio quell'anno, a diciotto anni, celebra il suo primo matrimonio.
  • Nei primi anni cinquanta, però, Taylor si sente sempre più frustrata dai personaggi che le propongono. Sogna parti da lead in La contessa scalza e Piangerò domani, ma la MGM le affida solo figure convenzionali in pellicole come Marito per forza (1952) di Stanley Donen, Ivanhoe (1952) e Vita inquieta (1953), entrambe dirette da Richard Thorpe, e La pista degli elefanti (1954) di William Dieterle, dove sostituisce Vivien Leigh.
  • Il dramma romantico Rapsodia (1954) di Charles Vidor le riserva un altro ruolo deludente: Louise Durant, ereditiera affascinante divisa tra un violinista (Vittorio Gassman) e un pianista emergente (John Ericson).
  • In Lord Brummell (1954) di Curtis Bernhardt, interpreta Lady Patricia, un personaggio visivamente curato ma privo di profondità, creato solo per valorizzare il protagonista Stewart Granger. Invece, L'ultima volta che vidi Parigi (1954) di Richard Brooks le dà una chance più sfaccettata, riunendola a Van Johnson dopo La sbornia di David. Il ruolo di Helen Ellsworth Willis, ispirato a Zelda Sayre Fitzgerald – giornalista e scrittrice dalla vita audace e tormentata – la vede al lavoro sul quarto film in un anno, mentre era in attesa del suo secondo figlio.
  • Nel 1956, desiderosa di personaggi più ricchi e sfaccettati, Elizabeth Taylor ottiene un ruolo di spicco nell'epico Il gigante, diretto da George Stevens. È la protagonista femminile accanto a Rock Hudson — con cui stringe un'amicizia profonda, destinata a durare fino alla morte di lui — e a James Dean, nel suo ultimo film prima della prematura scomparsa.
  • A seguire, Taylor gira tre pellicole di grande successo, che le valgono altrettante nomination agli Oscar come miglior attrice protagonista. Nel 1957 prende parte al dramma in costume L'albero della vita, sotto la regia di Edward Dmytryk, con Eva Marie Saint e Montgomery Clift. Proprio durante quelle riprese, Clift subisce un terribile incidente stradale che lo sfigura e ne segna per sempre la carriera.
  • È proprio Elizabeth, sua cara amica, a correre sul luogo dell'incidente e a salvargli la vita: gli estrae dalla bocca i denti spezzati che lo stanno soffocando.
  • Nei due anni successivi, Elizabeth Taylor lavora in due adattamenti cinematografici di famosi drammi di Tennessee Williams: La gatta sul tetto che scotta (1958) di Richard Brooks, dove interpreta la affascinante ma tormentata moglie di uno sportivo (Paul Newman) in piena crisi personale dopo la morte del suo caro amico, che gli confessa in extremis una relazione con la consorte, e Improvvisamente, l'estate scorsa (1959) di Joseph L. Mankiewicz. In quest'ultimo, recita la parte di una giovane donna protetta dal suo psichiatra (Montgomery Clift) contro l'influenza della zia potente (Katharine Hepburn), decisa a silenziare uno scandalo familiare con una lobotomia.
  • Nel 1961 vince l'agognata statuetta Oscar per Venere in visone di Daniel Mann, nel ruolo drammatico di una prostituta che cerca di riavvicinarsi al primo amore (Laurence Harvey), ormai sposato. Tuttavia, alcuni critici parlano di un premio motivato dalla pietà: pochi mesi prima della cerimonia, Taylor aveva rischiato la vita per una grave polmonite.
  • Si afferma come l'attrice più remunerata di Hollywood e nel 1960 firma un contratto milionario (salito a sette milioni alla fine) con la 20th Century Fox per incarnare la regina Cleopatra nell'omonimo kolossal storico. Accanto a lei recitano Rex Harrison come Giulio Cesare e Richard Burton nel ruolo di Marco Antonio.
  • La produzione incontra mille ostacoli: le riprese partono a Londra nel 1960 con Rouben Mamoulian alla regia, ma dopo poche settimane si bloccano per la polmonite che porta Taylor sull'orlo della morte, richiedendo una tracheotomia. Il freddo britannico impedisce il recupero, così smontano tutto e ricostruiscono gli scenari a Roma, negli studi di Cinecittà.
  • La lavorazione riprende nel 1961 sotto la direzione di Joseph L. Mankiewicz e il film esce nel 1963. Da un budget iniziale di due milioni di dollari, i costi schizzano a 44 milioni – mai recuperati al botteghino –, quasi mandando in rovina lo studio; equivalgono a 323 milioni di euro del 2012, aggiustati per l'inflazione.
  • Elizabeth Taylor conosce Richard Burton sul set di Cleopatra e tra i due nasce una storia d'amore, nonostante siano entrambi sposati (lei è già al suo quarto matrimonio). Dopo il divorzio dai rispettivi coniugi, nel 1964 si sposano, e anche se il legame suscita scandalo, la loro carriera resta intatta.
  • Nel 1967, Taylor conquista il suo secondo Oscar come miglior attrice protagonista grazie a Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966) di Mike Nichols. Nel film interpreta Martha, una donna alcolizzata e agitata, che affronta una crisi coniugale con il marito George, interpretato da Burton. Questo ruolo rappresenta per lei il superamento dell'immagine da diva, con una trasformazione in una donna matura, irascibile e combattiva. Per sembrare più credibile, ingrassa, si tinge i capelli di grigio e applica un trucco che invecchia il viso. L'interpretazione esuberante rilancia la sua carriera dopo il flop di Cleopatra.
  • Negli anni Sessanta, Taylor e Burton recitano insieme in altri film di successo: International Hotel (1963) di Anthony Asquith, Castelli di sabbia (1965) di Vincente Minnelli e La bisbetica domata (1967) di Franco Zeffirelli, adattamento della commedia shakespeariana che rilancia la loro fama internazionale.
  • Nel 1967 i loro film incassano da soli 200 milioni di dollari. La loro pausa di tre mesi fa temere Hollywood, dato che metà degli incassi USA dipende da loro. Seguono altri due film in coppia: Il dottor Faustus di Burton e I commedianti di Peter Glenville; nel 1968 recitano ancora insieme in La scogliera dei desideri di Joseph Losey. Nonostante un cast di alto livello e qualche critica positiva, nessuno di questi titoli ottiene successo.
  • Nel 1963 è candidata per il ruolo protagonista nel musical My Fair Lady (1964) di George Cukor, già interpretato a teatro da Julie Andrews e poi assegnato definitivamente ad Audrey Hepburn, che accetta solo quando viene a sapere che poteva essere sostituita da Taylor.
  • Nel 1967 appare in Riflessi in un occhio d'oro di John Huston, accanto a Marlon Brando (che sostituisce Montgomery Clift, scomparso prima delle riprese) e con un ruolo atipico in Cerimonia segreta (1968) di Joseph Losey, con Robert Mitchum e Mia Farrow. Verso la fine degli anni Sessanta, il suo richiamo al botteghino diminuisce, come dimostra il fallimento di L'unico gioco in città (1970) di George Stevens, con Warren Beatty.
  • Continua a recitare in film di minore successo negli anni Settanta: X Y e Zi (1972) di Brian G. Hutton, con Michael Caine e Susannah York; Una faccia di c... (1972) di Peter Ustinov; Il giardino della felicità (1976) di George Cukor, con Jane Fonda e Ava Gardner; il musical Gigi (1978) di Harold Prince e Under Milk Wood (1972) di Andrew Sinclair, dove recita ancora con Burton e Peter O'Toole.
  • Nel 1973 è diretta ancora da Hutton in Ad un'ora della notte, con la partecipazione di Laurence Harvey, ma il film non ha successo. Subito dopo torna in Italia per lavorare a Mercoledì delle ceneri (1973) di Larry Peerce, con Henry Fonda, e Identikit (1974) di Giuseppe Patroni Griffi, insieme a Ian Bannen.
  • Nel 1980, Elizabeth Taylor interpreta una celebre attrice americana minacciata in un piccolo villaggio inglese degli anni Cinquanta nel giallo Assassinio allo specchio, diretto da Guy Hamilton. Accanto a lei recitano Rock Hudson, Angela Lansbury, Tony Curtis, Kim Novak e Geraldine Chaplin. Il film è un adattamento riuscito di un romanzo di Agatha Christie.
  • Nel 1988 torna a lavorare con Franco Zeffirelli nel ruolo della cantante lirica Nadina Bulichoff in Il giovane Toscanini, al fianco di C. Thomas Howell, ma la pellicola riceve molte critiche negative.
  • Il suo ultimo impegno sul grande schermo è nel 1994 con I Flintstones di Brian Levant, dove interpreta con ironia la suocera invadente di Fred Flintstone (John Goodman), il personaggio di Pearl Slaghoople.
  • Oltre al cinema, Elizabeth Taylor si dedica molto anche alla televisione. Esordisce nel 1973 nel film TV Divorzia lui, divorzia lei di Waris Hussein, che rappresenta la sua ultima collaborazione con Richard Burton.
  • Nel 1983 recita accanto a Carol Burnett in Tra amiche di Lou Antonio. Nel 1985 interpreta la celebre giornalista di gossip Louella Parsons in Malizia a Hollywood di Gus Trikonis, accanto a Jane Alexander nel ruolo di Hedda Hopper. Nel 1987 è protagonista in Poker Alice - La regina del gioco di Arthur Allan Seidelman, in coppia con George Hamilton.
  • Nel 1989 appare come guest star nella miniserie Nord e Sud e nello stesso anno recita in La dolce ala della giovinezza di Nicolas Roeg, accanto a Mark Harmon, interpretando Alexandra Del Lago, personaggio già famoso grazie a Geraldine Page.
  • Negli anni Ottanta debutta anche a teatro, esordendo a Broadway e nel West End nel 1982 con il dramma Piccole volpi di Lillian Hellman. Nel 1983 recita in Private Lives di Noël Coward, accanto all'ex marito Richard Burton, in una delle sue ultime apparizioni teatrali.
  • Partecipa inoltre a soap opera come General Hospital (1981) e La valle dei pini (1984). Nel 1996 interpreta se stessa in un episodio della sitcom La tata. Nello stesso periodo doppia in I Simpson, sia nel ruolo della sé stessa sia come voce di Maggie Simpson, quando pronuncia la sua prima parola, "papà"Il suo ultimo film per la televisione è These Old Broads (2001) di Matthew Diamond, in cui recita insieme a Debbie Reynolds, Shirley MacLaine e Joan Collins.

VITA PRIVATA

Elizabeth Taylor si distingue per aver celebrato otto matrimoni con sette uomini diversi. Inizia la sua lunga sequenza di nozze con Conrad "Nicky" Hilton Jr., erede della famiglia Hilton, dal 1950 al 1951, seguita dall’attore Michael Wilding fino al 1957. Si unisce poi al produttore Mike Todd, di ventitré anni più anziano, ma rimane vedova poco più di un anno dopo. Nel 1959 convola a nozze con il cantante Eddie Fisher, con cui rimane fino al 1964. Il celebre attore Richard Burton è suo marito ben due volte: prima dal 1964 al 1974 e poi dal 1975 al 1976. Dopo il matrimonio con John Warner, senatore statunitense, durato dal 1976 al 1982, sposa infine Larry Fortensky, operaio edile, dal 1991 al 1996.

Dalla relazione con Michael Wilding nascono due figli, Michael Howard Wilding e Christopher Edward Wilding, mentre con Mike Todd arriva la figlia Elizabeth Frances Todd, conosciuta come Liza. Nel 1964, durante il matrimonio con Eddie Fisher, inizia una procedura di adozione per una bambina tedesca; la piccola, adottata poi da Richard Burton e chiamata Maria Burton, entra nella famiglia Taylor.

Nel periodo dell’unione con Eddie Fisher, la stampa internazionale si sofferma parecchio sulla "guerra fredda" tra Elizabeth e Debbie Reynolds, ex moglie di Fisher. Taylor, nata nella fede della Scienza Cristiana, sceglie in quel momento di convertirsi all’ebraismo. Diventa nonna a trentanove. Al termine della sua vita conta dieci nipoti e quattro pronipoti.

FILMOGRAFIA

Cinema

  • 1942 - There's One Born Every Minute, regia di Harold Young
  • 1943 - Torna a casa, Lassie! (Lassie Come Home), regia di Fred M. Wilcox
  • 1943 - La porta proibita (Jane Eyre), regia di Robert Stevenson - non accreditata
  • 1944 - Le bianche scogliere di Dover (The White Cliffs of Dover), regia di Clarence Brown - non accreditata
  • 1944 - Gran Premio (National Velvet), regia di Clarence Brown
  • 1946 - Il coraggio di Lassie (Courage of Lassie), regia di Fred M. Wilcox
  • 1947 - Vita col padre (Life with Father), regia di Michael Curtiz
  • 1947 - Cinzia (Cynthia), regia di Robert Z. Leonard
  • 1948 - Così sono le donne (A Date with Judy), regia di Richard Thorpe
  • 1948 - La bella imprudente (Julia Misbehaves), regia di Jack Conway
  • 1949 - Piccole donne (Little Women), regia di Mervyn LeRoy
  • 1949 - Alto tradimento (Conspirator), regia di Victor Saville
  • 1950 - La sbornia di David (The Big Hangover), regia di Norman Krasna
  • 1950 - Il padre della sposa (Father of the Bride), regia di Vincente Minnelli
  • 1951 - Papà diventa nonno (Father's Little Dividend), regia di Vincente Minnelli
  • 1951 - Un posto al sole (A Place in the Sun), regia di George Stevens
  • 1951 - Quo vadis (Quo Vadis), regia di Mervyn LeRoy - non accreditata
  • 1951 - Callaway Went Thataway, regia di Melvin Frank e Norman Panama - cameo non accreditato
  • 1952 - Marito per forza (Love Is Better Than Ever), regia di Stanley Donen
  • 1952 - Ivanhoe, regia di Richard Thorpe
  • 1953 - Vita inquieta (The Girl Who Had Everything), regia di Richard Thorpe
  • 1954 - Rapsodia (Rhapsody), regia di Charles Vidor
  • 1954 - La pista degli elefanti (Elephant Walk), regia di William Dieterle
  • 1954 - Lord Brummell (Beau Brummell), regia di Curtis Bernhardt
  • 1954 - L'ultima volta che vidi Parigi (The Last Time I Saw Paris), regia di Richard Brooks
  • 1956 - Il gigante (Giant), regia di George Stevens
  • 1957 - L'albero della vita (Raintree County), regia di Edward Dmytryk
  • 1958 - La gatta sul tetto che scotta (Cat on a Hot Tin Roof), regia di Richard Brooks
  • 1959 - Improvvisamente, l'estate scorsa (Suddenly, Last Summer), regia di Joseph L. Mankiewicz
  • 1960 - Scent of Mystery, regia di Jack Cardiff - non accreditata
  • 1960 - Venere in visone (Butterfield 8), regia di Daniel Mann
  • 1963 - Cleopatra, regia di Joseph L. Mankiewicz
  • 1963 - International Hotel (The V.I.P.s), regia di Anthony Asquith
  • 1965 - Castelli di sabbia (The Sandpiper), regia di Vincente Minnelli
  • 1966 - Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who's Afraid of Virginia Woolf?), regia di Mike Nichols
  • 1967 - La bisbetica domata (The Taming of the Shrew), regia di Franco Zeffirelli
  • 1967 - Il dottor Faustus (Doctor Faustus), regia di Richard Burton e Nevill Coghill
  • 1967 - Riflessi in un occhio d'oro (Reflections in a Golden Eye), regia di John Huston
  • 1967 - I commedianti (The Comedians), regia di Peter Glenville
  • 1968 - La scogliera dei desideri (Boom), regia di Joseph Losey
  • 1968 - Cerimonia segreta (Secret Ceremony), regia di Joseph Losey
  • 1969 - Anna dei mille giorni (Anne of the Thousand Days), regia di Charles Jarrott - non accreditata
  • 1970 - L'unico gioco in città (The Only Game in Town), regia di George Stevens
  • 1972 - X, y & "Zi" (Zee and Co.), regia di Brian G. Hutton
  • 1972 - La leggenda di Llareggub, regia di Andrew Sinclair
  • 1972 - Una faccia di c... (Hammersmith Is Out), regia di Peter Ustinov
  • 1973 - Ad un'ora della notte (Night Watch), regia di Brian G. Hutton
  • 1973 - Mercoledì delle ceneri (Ash Wednesday), regia di Larry Peerce
  • 1974 - Identikit, regia di Giuseppe Patroni Griffi
  • 1974 - C'era una volta Hollywood (That's Entertainment!), regia di Jack Haley Jr.
  • 1976 - Il giardino della felicità (The Blue Bird), regia di George Cukor
  • 1977 - Gigi (A Little Night Music), regia di Harold Prince
  • 1979 - Rebus per un assassinio (Winter Kills), regia di William Richert - non accreditata
  • 1980 - Assassinio allo specchio (The Mirror Crack'd), regia di Guy Hamilton
  • 1988 - Il giovane Toscanini, regia di Franco Zeffirelli
  • 1994 - I Flintstones (The Flintstones), regia di Brian Levant

Televisione

  • 1970 - Here's Lucy – serie TV, un episodio
  • 1973 - Divorzia lui, divorzia lei (Divorce His - Divorce Hers), regia di Waris Hussein – film TV
  • 1976 - La lunga notte di Entebbe (Victory at Entebbe), regia di Marvin J. Chomsky – film TV
  • 1978 - Un amore impossibile (Return Engagement), regia di Joseph Hardy – film TV
  • 1981 - General Hospital – soap opera, 3 episodi
  • 1983 - Fra amiche (Between Friends), regia di Lou Antonio – film TV
  • 1983-1984 - La valle dei pini (All My Children) – soap opera
  • 1984 - Hotel – serie TV, episodio 2x01
  • 1985 - Malizia a Hollywood (Malice in Wonderland), regia di Gus Trikonis – film TV
  • 1985 - Nord e Sud (North and South) – miniserie TV
  • 1986 - Una lettera per Josh (There Must Be a Pony), regia di Joseph Sargent – film TV
  • 1987 - Poker Alice - La regina del gioco (Poker Alice), regia di Arthur Allan Seidelman – film TV
  • 1989 - La dolce ala della giovinezza (Sweet Bird of Youth), regia di Nicolas Roeg – film TV
  • 1996 - Can't Hurry Love – serie TV, episodio 1x19
  • 1996 - Murphy Brown – serie TV, episodio 8x18
  • 1996 - La tata (The Nanny) – serie TV, episodio 3x21
  • 2001 - These Old Broads, regia di Matthew Diamond – film TV

PREMI E RICONOSCIMENTI

Premio Oscar

  • 1958 – Candidatura alla migliore attrice per L'albero della vita
  • 1959 – Candidatura alla migliore attrice per La gatta sul tetto che scotta
  • 1960 – Candidatura alla migliore attrice per Improvvisamente, l'estate scorsa
  • 1961 – Migliore attrice per Venere in visone
  • 1967 – Migliore attrice per Chi ha paura di Virginia Woolf?
  • 1993 – Premio umanitario Jean Hersholt

Golden Globe

  • 1957 – Golden Globe Speciale
  • 1960 – Migliore attrice in un film drammatico per Improvvisamente l'estate scorsa
  • 1961 – Candidatura alla migliore attrice in un film drammatico per Venere in visone
  • 1966 – Candidatura Henrietta Award
  • 1967 – Candidatura alla migliore attrice in un film drammatico per Chi ha paura di Virginia Woolf?
  • 1969 – Candidatura Henrietta Award
  • 1974 – Candidatura alla migliore attrice in un film drammatico per Mercoledì delle ceneri
  • 1974 – Henrietta Award
  • 1985 – Golden Globe alla carriera

BAFTA

  • 1959 – Candidatura alla migliore attrice straniera per La gatta sul tetto che scotta
  • 1967 – Migliore attrice britannica per Chi ha paura di Virginia Woolf?
  • 1968 – Candidatura alla migliore attrice britannica per La bisbetica domata
  • 1999 – Premio alla carriera

David di Donatello

  • 1960 – Targa d'oro per Improvvisamente l'estate scorsa
  • 1967 – Miglior attrice straniera per La bisbetica domata
  • 1972 – Miglior attrice straniera per X Y e Zi

FAQ e Curiosità su Elizabeth Taylor

Liz Taylor aveva gli occhi viola?

Il colore viola degli occhi di Liz Taylor non era un vero e proprio viola ma una tonalità compresa tra il blu scuro e il grigio.

Che malattia aveva Liz Taylor?

Liz Taylor era malata di cuore.

Quante volte si è sposata Liz Taylor?

Liz Taylor ha avuto otto mariti.