Piede torto congenito: cos’è, cause, cure

Il piede torto congenito, o talipes equinovarus, è una malformazione presente alla nascita che provoca una torsione interna del piede, facendolo apparire ruotato verso l'interno e verso il basso, e che può influire notevolmente sulla capacità di camminare

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Pubblicato: 14 Maggio 2024 10:02

Il piede torto congenito è una malformazione del piede che si presenta fin dalla nascita. Il nome deriva dal fatto che la sua caratteristica principale è una deformazione del piede persistente che impedisce un normale appoggio a terra. Si tratta di una delle patologie congenite più frequenti, in seconda posizione solo alle malformazioni congenite cardiache.

Questa deformazione è diagnosticabile già in gravidanza ed è necessario intervenire tempestivamente per evitare complicazioni dovute all’appoggio scorretto del bambino su piedi e gambe.

Caratteristiche del piede torto congenito

Un bambino con piede torto congenito presenta fin dalla nascita un piede equino (ovvero la punta del piede è molto rivolta verso il basso), varo (il tallone risulta piegato verso l’interno) e supino (il piede è ruotato sull’asse longitudinale).

Nello specifico:

  • l’equinismo è l’atteggiamento del piede con iperflessione plantare superiore ai 90°, che può essere dovuto ad una retrazione del tendine di Achille;
  • il varismo è la deviazione dell’asse longitudinale del piede all’interno;
  • la supinazione è il sollevamento della pianta del piede sul lato interno dello stesso, ovvero l’appoggio prevalente sul lato esterno.

Tipologie del piede torto congenito

Il piede torto congenito si presenta varie forme:

  • piede equino-varo-supinato, che costituisce il 70% dei casi e si presenta in un caso ogni mille nati vivi, nella metà dei quali bilateralmente. In pratica l’astragalo (l’osso corto del piede situato nel tarso) scivola in avanti e medialmente. La parte posteriore del calcagno è sollevata, in equinismo, dal tendine di Achille. Il soggetto in pratica cammina sulla faccia esterna del piede, in posizione supinata. Inoltre la tibia è ruotata verso l’interno, con varismo dell’articolazione;
  • piede talo-valgo-pronato, il 10% dei casi, la condizione opposta alla precedente, in quanto il piede è flesso dorsalmente, in posizione di talismo, mentre l’avampiede è pronato e il retropiede è valgo;
  • metatarso varo o adotto, 15% dei casi, è una forma incompleta di piede torto congenito perchè interessa solo l’avampiede, che risulta varo;
  • piede piatto-valgo o reflesso, si verifica solo nel 5% dei casi ed è infatti una condizione molto rara ma anche grave in cui si verifica un rovesciamento dell’arcata del piede con la verticalizzazione dell’astragalo e del calcagno, quindi la faccia concava del piede non è più quella plantare, ma quella dorsale.

Le cause del piede torto congenito non sono ancora conosciute, ma ci sono diverse ipotesi a riguardo. Sembra vi sia il coinvolgimento sia di una predisposizione genetica che di fattori ambientali.

Tra i fattori ambientali, oltre alle carenze alimentari e vitaminiche della gestante, si ipotizza l’abuso del fumo.

Esami e diagnosi del piede torto congenito

La diagnosi del piede torto congenito può essere fatta in gravidanza attraverso un’ecografia. L’incidenza nel maschio rispetto alla femmina è circa 3/1 e la deformità si manifesta intorno alla 14/16esima settimana di vita intrauterina con un arresto della crescita di alcuni gruppi di muscoli della gamba, mentre tibia e perone continuano la loro crescita fisiologica. Quindi il piede subisce una deviazione mediale.

Per escludere una genesi malformativa di natura sindromica e neuro muscolare, ci si affida alla la diagnosi prenatale ecografica intorno alla 20 settimana di gravidanza, in occasione della valutazione morfologica. In questa occasione infatti il medico è in grado di escludere che il piede torto congenito sia legato a spina bifida, ad altre malformazioni della colonna vertebrale. Sollecitando i movimenti del feto si può escludere, almeno in parte, la presenza di patologie neuro-muscolari.

Anche dopo la nascita, il medico può richiedere radiografie del piede e della caviglia eseguite in carico (ossia stando in piedi), per avere un’indicazione sul grado della deformità e per valutare i cambiamenti che si sono verificati a livello dell’arto inferiore.

Interventi sul piede torto

A seconda della tipologia di piede torto congenito, ci sono diversi trattamenti previsti.

  • Piede equino-varo-supinato: è importante che la terapia sia precoce, quindi da cominciare nelle prime settimane di vita, per una buona riuscita della stessa e prevede manipolazioni seguite dall’uso di apparecchio gessato. Dopo il terzo mese si procede con un intervento chirurgico per l’allungamento del tendine di Achille, eventualmente associato a capsulotomia e ad allungamento di altri tendini muscolari.
  • Piede talo-valgo-pronato: il trattamento di questa tipologia di deformazione si basa su una terapia fisica e sull’uso di apparecchi gessati, solitamente sufficienti per la correzione.
  • Metatarso varo o adotto: applicando apparecchi gessati oppure procedendo con uno specifico intervento chirurgico di capsulotomia si può correggere questa tipologia di piede torto.
  • Piede piatto-valgo o reflesso: la terapia prevede manipolazioni allo scopo di correggere la contro-curvatura del tarso e aumentare l’elasticità del piede.

Prognosi

Al completamento del trattamento, il raggiunto miglioramento viene considerato stabile e di solito il bambino non necessita di ulteriori interventi. Può partecipare a qualsiasi attività, incluso lo sport, senza bisogno di calzature ortopediche. Tuttavia, interrompere prematuramente il trattamento espone il bambino al rischio di perdere gradualmente i risultati ottenuti, con un possibile peggioramento delle condizioni fisiche e difficoltà nel camminare.

Questa situazione spesso richiede il ripristino del trattamento, con l’uso di gessi e, talvolta, interventi chirurgici correttivi. Per questo motivo, è essenziale seguire attentamente il protocollo e sottoporsi a controlli regolari da parte dello specialista, almeno fino al periodo scolastico.

Fonti bibliografiche: