Se una persona sta in silenzio e non si nota, siamo portata a considerarla meno. E così, se i polmoni hanno la loro voce, la tosse, ed il cuore sa segnalare l’arrivo di un infarto con un forte dolore, ci sono organi che spesso dimentichiamo. Non ci credete? Pensate che i reni ogni giorno lavorano indefessamente, 24 ore su 24, e non solo per depurare il sangue filtrando circa 180 litri del prezioso liquido. E lo fanno senza dare segni della loro attività, anche quando perdono colpi.
Purtroppo però anche i reni soffrono, spesso in silenzio, e possono andare incontro alla malattia renale cronica: questa condizione mette a rischio non solo gli stessi reni, ma anche il cuore. Importante è arrivare presto, seguire i consigli del medico e proteggere gli organi. Anche con i farmaci, se necessario: la scienza propone importanti novità, in chiave di protezione per queste “lavatrici” del sangue e dell’apparato circolatorio.
Una nuova ricerca apre alla speranza
In occasione del Congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC) sono stati presentati i risultati di una ricerca definita Dapa-CKD, che dimostra come un farmaco (dapagliflozin), in aggiunta allo standard di cura, ha ridotto, rispetto al placebo, del 39 per cento la possibilità di peggioramento della funzione renale o dal rischio di morte per causa cardiovascolare o renale nei pazienti affetti da malattia renale cronica in fase avanzata, dimostrata dall’elevata perdita di albumina (proteina fondamentale per l’organismo) con le urine.
Importante è anche rilevare che questi dati si sono osservati sia nelle persone con diabete di tipo 2, la cui presenza ovviamente peggiora il quadro renale e circolatorio. Secondo gli esperti, appare di grande importanza poter affrontare al meglio il quadro, ma bisogna soprattutto puntare sul precoce riconoscimento della malattia renale cronica, meglio nota come insufficienza renale. Questa patologia, spesso non diagnosticata, è conseguenza di condizioni come diabete, ipertensione e glomerulonefrite una forma di infezione renale.
Nella sua forma più grave, nota come ultimo stadio di malattia renale, i danni ai reni e il deterioramento della funzione renale progrediscono fino allo stadio in cui sono necessari la dialisi o il trapianto di reni. Esiste però una profonda sottovalutazione dei rischi che corrono i reni e delle malattie che possono interessarli, tanto che ancora oggi ci sono persone che non appena giungono all’attenzione dello specialista debbono essere sottoposte a dialisi.
Purtroppo quando il rene non funziona bene spesso nemmeno ce ne accorgiamo e ci adattiamo al ritmo che impongono all’organismo. Per cui ci troviamo con organi ormai stanchi che non riescono a svolgere la loro attività normalmente.
Le buone abitudini aiutano
L’approccio più corretto per cercare di contrastare la malattia renale cronica è puntare sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce, in particolare per i soggetti a rischio di insufficienza renale cronica: i diabetici, gli ipertesi, gli obesi, le persone con dislipidemie ed in generale gli over 65. Tutti queste persone dovrebbero controllare la funzione dei reni almeno una volta l’anno. Così si può pensare a “proteggere” i reni nel modo giusto.
Per i farmaci, se necessari, ci pensa il medico. Ma ci sono tante semplici abitudini da non sottovalutare. A tavola conviene evitare gli eccessi di proteine preferendo quelle di origine vegetale e riducendo gli alimenti che possono dare, oltre al contenuto proteico, anche grassi e sale. E’ il caso ad esempio dei formaggi molto stagionati e degli insaccati. E poi, non dobbiamo dimenticare che ci sono tanti “insospettabili” che possono offrire all’organismo sodio, quindi dobbiamo abituarci ad usare le erbe aromatiche, l’olio, il limone e l’aceto per insaporire i secondi.