L’obesità è malattia, approvata la legge storica. Cosa prevede e perché è stata introdotta

L’Italia è il primo Paese al mondo ad avere una legge in materia. Il 12% della popolazione è obeso, ma preoccupano i chili di troppo tra giovani e giovanissimi

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Eleonora Lorusso

Giornalista, esperta di salute e benessere

Milanese di nascita, ligure di adozione, ha vissuto negli USA. Scrive di salute, benessere e scienza. Nel tempo libero ama correre, nuotare, leggere e viaggiare

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L’obesità è una vera e propria malattia “progressiva e recidivante”. Lo prevede la legge appena approvata dal Senato, dopo il via libera già ricevuto dalla Camera, che dunque diventa definitiva. Si tratta della prima legge in materia, che vede l’Italia come il primo Paese al mondo a dotarsi di una norma di questo tipo. Rappresenta anche un primo passo per mettere a punto politiche che contengano un fenomeno in crescita, specie tra i più giovani, e che già oggi interessa il 12% della popolazione nazionale.

Cosa prevede la legge sull’obesità

La legge è costituita da 6 articoli: il primo contiene i principi e le finalità della norma, che ha lo scopo di garantire la tutela della salute e il miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti che soffrono di obesità. Questa viene definita per la prima volta come “una malattia progressiva e recidivante”. L’articolo 2, invece, punta a offrire ai pazienti interessati da obesità un equo accesso alle cure, offrendo prestazioni che siano contenute nei livelli essenziali di assistenza (LEA), dunque erogate dal Servizio sanitario nazionale.

Puntare alla prevenzione

La legge, la prima al mondo in questo ambito, è stata messa a punto anche con lo scopo di incentivare le azioni di prevenzione. Per questo motivo nell’articolo 3 è previsto un finanziamento di un programma nazionale con una spesa di 700 mila euro per l’anno 2025, che salirà a 800 mila euro il prossimo anno e a 1,2 milioni di euro annui a partire da 2027. Sarà il ministero della Salute a ripartire le risorse tra le Regioni, di concerto con i dicasteri dell’Economia e delle Finanze, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge stessa e d’intesa con Conferenza Stato-Regioni.

Un problema crescente, specie tra i giovani

Particolare attenzione viene rivolta ai giovani, perché preoccupa la crescita dell’obesità proprio tra bambini e ragazzi. Per questo sono previste apposite iniziative per la prevenzione, che si uniranno al sostegno alle cure per i pazienti e a campagne di promozione dell’allattamento al seno, che viene incentivato come utile alla riduzione dei casi di obesità infantile anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In particolare, si indicano i 6 mesi come lasso di tempo ottimale per l’allattamento, da incentiva anche nei luoghi di lavoro e negli asili. Campagne di sensibilizzazione per un’alimentazione equilibrata, la limitazione del consumo giornaliero di cibi e bevande altamente calorici ma con scarse qualità nutrizionali faranno parte delle iniziative promosse dalla legge.

Promozione di uno stile di vita più attivo

Oltre all’alimentazione, viene attribuita particolare importanza anche alla promozione di uno stile di vita attivo, tramite l’inserimento delle persone con obesità nelle attività scolastiche, lavorative e sportivo-ricreative, il sostegno alle attività sportive e alla conoscenza delle principali regole alimentari nelle scuole primaria e secondaria di primo e di secondo grado. Vista l’importanza di azioni mirate specie in giovane età, si prevedono anche maggiori attività didattiche extracurriculari di tipo sportivo, pur nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. I mezzi di comunicazione di massa e le farmacie saranno inoltre coinvolti in campagne di sensibilizzazione insieme ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta, che potranno fornire semplici regole per un corretto stile di vita. Infine, attenzione sarà dedicata anche alla sfera dei disturbi alimentari, con il coinvolgimento dei centri specializzati.

Monitoraggio e formazione anche per i giovani medici

La legge prevede anche lo stanziamento, all’interno delle risorse generali, di un importo di 400mila euro all’anno destinato alla formazione e aggiornamento degli studenti universitari, dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e del personale del Servizio sanitario nazionale che intervengono nei processi di prevenzione, diagnosi e cura dell’obesità, a partire dall’anno in corso.  Il ministero della Salute, inoltre, istituirà un apposito Osservatorio per lo studio dell’obesità, previsto all’articolo 4, con il compito di monitoraggio, studio e diffusione degli stili di vita della popolazione italiana.

L’obesità, fenomeno in crescita

D’altro canto i numeri relativi a obesità e sovrappeso preoccupano: in Italia si stimano 6 milioni di persone con problemi di obesità, pari a circa il 12% della popolazione, a cui si somma il 40% di connazionali alle prese in sovrappeso. Nel mondo il World Obesity Atlas prevede che il problema comporterà una spesa record di 4,32 trilioni di dollari all’anno entro il 2035, se le attività e i programmi di prevenzione e cura non miglioreranno e non limiteranno il fenomeno. Per questo la legge italiana è stata accolta con favore bipartisan. “L’obesità rappresenta un’emergenza globale, che interessa fortemente anche il nostro Paese. Averla riconosciuta oggi, grazie al voto dell’Aula del Senato, come una vera e propria malattia testimonia la volontà piena di affrontarla come una priorità nazionale”, ha commentato Roberto Pella, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare su Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili.

Italia capifila nella lotta all’obesità

“Aver approvato una legge contro l’obesità è un segno di civiltà che ancora una volta l’Italia dà nel campo della salute pubblica”, ha sottolineato invece il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha aggiunto: “La direzione è quella di puntare sulla prevenzione. L’obesità è riconosciuta come malattia ed è un fattore di rischio per molte patologie cronico degenerative, metaboliche e oncologiche”. “Guarderemo con attenzione alla prevenzione in questo ambito e anche alla formazione specifica per combattere questo tipo di patologia”, ha concluso il Ministro.