Arteriopatia: cos’è, sintomi, cause e cure

L'arteriopatia è una malattia che colpisce il sistema cardiocircolatorio, caratterizzata dal restringimento delle arterie periferiche

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Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Pubblicato: 20 Marzo 2024 10:19

L’arteriopatia è una patologia che interessa il sistema cardiocircolatorio. Si tratta di una patologia che si sviluppa a carico del distretto arterioso e consiste nell’ostruzione delle arterie periferiche. Questo causa una riduzione della quantità di ossigeno che viene trasportato verso i tessuti.

La principale causa di arteriopatia periferica è l’avanzamento dell’età. Infatti, con l’aumento dell’età, e la concomitante presenza di altri fattori di rischio, è più frequente incorrere in questa patologia. Si stima che la condizione interessi un settantenne su tre.

sintomi dell’arteriopatia possono essere più o meno gravi a seconda di diversi fattori, come la presenza di patologie pregresse o il grado di ostruzione dell’arteria. Questa occlusione può riguardare tutti i distretti corporei. Il restringimento dell’arteria può provocare una difficoltà nel trasporto di ossigeno al cervello e di altri organi di fondamentale importanza, come il cuore e il tratto gastrointestinale.

Non è semplice giungere alla diagnosi di arteriopatia, in quanto i sintomi possono essere confusi con quelli tipici di altre patologie cardiocircolatorie. Per questo motivo, potrebbe essere necessario effettuare ulteriori indagini. Vediamo insieme di cosa si tratta.

I sintomi dell’arteriopatia

sintomi dell’arteriopatia cambiano a seconda di diversi fattori, il più importante è il livello di ostruzione dell’arteria interessata. Spesso, quando la condizione non è grave, il paziente può risultare asintomatico o presentarsi dal medico con sintomi molto sfumati. Circa il 20% di coloro a cui viene diagnosticata l’arteriopatia risulta asintomatica. Nei casi più complessi, invece, i sintomi possono diventare debilitanti e influire sulla qualità di vita del paziente.

Il classico sintomo di questa patologia è la percezione di un dolore muscolare, definito anche “claudicatio intermittens”, che colpisce generalmente gli arti inferiori, quando il soggetto svolge attività motorie come camminare. Questo dolore può essere percepito in diverse aree del corpo a seconda dell’arteria interessata dall’ostruzione. La problematica può presentarsi con livelli di intensità diversi, da una sensazione molto lieve di fastidio ad una più debilitante di dolore o impossibilità a compiere determinati movimenti.

Oltre al tipico dolore muscolare dell’arteriopatia, possono presentarsi anche altri sintomi suggestivi della presenza di arteriopatia. Tra questi ci sono:

  • sintomi specifici a livello dell’arto colpito dall’ostruzione arteriosa, come intorpidimento, cambiamento di colore o di temperatura;
  • lucidità della pelle dell’arto colpito, con perdita completa dei peli;
  • piaghe;
  • disfunzione erettile;
  • eritemi agli arti, nello specifico arrossamenti ai piedi.

Le cause dell’arteriopatia

Frequentemente la causa di arteriopatia è da ricercare nella presenza di aterosclerosi diffusa, che porta ad alterazioni a livello della parete delle arterie. Questa patologia è causata dall’accumulo di sostanze come il colesterolo, le cellule infiammatorie, il materiale fibrotico e, a volte, il calcio. Queste sostanze causano un’alterazione del flusso sanguigno creando una placca aterosclerotica. Questa patologia, con il passare del tempo, porta all’insorgenza di fenomeni occlusivi.

I fattori rischio sono quelli cardiovascolari, essendo l’aterosclerosi la causa principale della patologia. Questi riguardano, ad esempio, lo stile di vita adottato da una persona, che può favorire il restringimento del vaso arterioso.

In generale altri fattori di rischio possono essere:

  • l’età avanzata
  • fumo e tabacco
  • il genere maschile
  • diabete
  • ipertensione
  • alterazioni del profilo lipidico come livelli di colesterolo o trigliceridi elevati
  • omocisteina oltre la norma
  • sovrappeso e obesità

Oltre ai classici fattori di rischio sopra riportati è utile menzionare i fattori emergenti associati all’arteriopatia periferica, come l’inquinamento atmosferico, lo stress cronico e la sedentarietà prolungata. Recentemente è emerso un legame sempre più forte tra l’infiammazione sistemica e la patogenesi di arteriopatia periferica. Una profonda comprensione dei meccanismi patogenetici apre la strada a potenziali opzioni terapeutiche specificamente efficaci nell’arteriopatia.

Esami e diagnosi per l’arteriopatia

Una corretta e tempestiva diagnosi dell’arteriopatia è fondamentale per intraprendere un adeguato percorso terapeutico, in grado di prevenire complicazioni e mantenere in salute il sistema cardiocircolatorio.

La prima visita è fondamentale per porre il sospetto diagnostico di arteriopatia. Grazie alla raccolta di un’accurata anamnesi effettuata dal medico di medicina generale, infatti, è possibile avere una panoramica dello stato di salute del paziente. In questa occasione verranno approfonditi i sintomi percepiti dal paziente, eventuali problemi e patologie cardiocircolatorie presenti nel nucleo famigliare e lo stile di vita del soggetto.

A seguito della prima visita, il medico curante potrebbe richiedere un parere specialistico da parte del cardiologo. Durante la visita cardiologica sarà possibile individuare i segni di un’arteriopatia periferica. Il medico, durante l’esecuzione dell’esame obiettivo, è in grado di osservare eventuali aree cutanee di colore differente, arrossate o grigio-bluastre.

Inoltre, tramite la palpazione, il cardiologo potrà giudicare le caratteristiche dei polsi periferici, che risultano alterate in presenza della condizione patologica. Infine, grazie all’auscultazione, sarà possibile individuare l’eventuale presenza di un soffio vascolare. Quest’ultimo è sintomo di un flusso sanguigno turbolento, che si instaura spesso con il restringimento dell’arteria.

Tra gli esami che è possibile svolgere per approfondire e verificare la gravità della condizione del paziente ed effettuare una diagnosi ancora più precisa c’è l’Ecocolordoppler arterioso. Questo test sfrutta gli ultrasuoni per misurare eventuali alterazioni delle accelerazioni del flusso sanguigno. Infatti, se questi valori superano una determinata soglia, possono essere un segnale d’allarme di un possibile restringimento arterioso.

Anche la risonanza magnetica è un esame che può essere richiesto per valutare l’anatomia dell’arteria e la presenza di eventuali restringimenti. Il nome tecnico è Angio-RM (Angio Risonanza Magnetica).

Infine, un esame a cui è possibile sottoporsi per la diagnosi di arteriopatia è l’Angio TAC, quindi l’AngioTomografia Computerizzata che, grazie all’iniezione di un liquido di contrasto, è utile per valutare lo stato di salute di un determinato distretto arterioso.

Cos’è l’arteriografia

Un esame, che può essere d’aiuto nel formulare una diagnosi di certezza per l’’arteriopatia, è l’arteriografia. Questo test, piuttosto invasivo, consente di visualizzare l’albero arterioso di un determinato distretto a seguito dell’iniezione di un mezzo di contrasto solubile. Spesso, viene eseguito in day hospital dopo la somministrazione di un’anestetico locale.

Per svolgere questo test viene incannulata un’arteria periferica, solitamente la femorale, l’omerale o la radiale a seconda del distretto che si vuole indagare e delle preferenze dell’operatore. In seguito, viene iniettato il liquido di contrasto e vengono catturate delle immagini, in modo da ottenere dei dati utilizzabili per confermare la diagnosi arteriopatia.

Il risultato del test è immediato: il contrasto agisce rapidamente e le immagini appaiono direttamente sul monitor. Sarà, infine, cura del medico refertare l’esame.

Come prevenire l’arteriopatia

La prevenzione gioca un ruolo fondamentale in questa patologia. Attraverso alcuni semplici miglioramenti del proprio stile di vita è possibile, infatti, prevenire molte patologie cardiovascolari, tra cui l’arteriopatia. Tra questi comportamenti ci sono:

  • evitare di fumare,
  • evitare uno stile di vita sedentario,
  • praticare attività fisica, anche moderata (una semplice camminata a velocità sostenuta),
  • evitare cibi molto grassi, prediligendo un regime alimentare ricco di verdure e legumi,
  • ridurre il colesterolo attraverso l’alimentazione,
  • se si soffre di diabete è fondamentale gestire correttamente questa patologia, controllando i livelli di glucosio nel sangue ed intervenendo per abbassarli,
  • controllare la pressione arteriosa e gestire l’eventuale ipertensione,
  • evitare sovrappeso e obesità.

Trattamenti per l’arteriopatia

Sicuramente l’esercizio fisico, la dieta e astensione dal fumo sono dei comportamenti che possono evitare l’insorgenza dell‘arteriopatia. Qualora la patologia insorga, questi accorgimenti restano importanti per evitare che la condizione peggiori o che si sviluppino delle complicanze. Nei soggetti che presentano sintomi lievi di arteriopatia, i cambiamenti nello stile di vita potrebbe essere sufficienti ad evitare un aggravamento della condizione.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi, la patologia viene diagnosticata in fase avanzata e risulta necessario optare per dei trattamenti farmacologici per migliorare le condizioni del paziente ed eliminare i sintomi. Tra questi rimedi figurano:

  • anticoagulanti, farmaci che riducono la coagulabilità del sangue,
  • trattamenti che diminuiscono la pressione arteriosa, come gli ACE- inibitori e sartani,
  • farmaci per ridurre colesterolo e trigliceridi, come estratto di riso rosso fermentato o le statine

Per i pazienti affetti da diabete o altre condizioni con potenziale infiammatorio o di danno endoteliale, sono indicati i farmaci per controllare livelli di glucosio nel sangue o l’infiammazione.

Interventi chirurgici per l’arteriopatia

Nei casi più gravi il trattamento farmacologico non è sufficiente. Attraverso operazioni chirurgiche è possibile risolvere la problematica, evitando un peggioramento che può compromettere la qualità di vita del soggetto.

Uno degli interventi chirurgici più eseguiti per risolvere questa condizione è l’angioplastica percutanea periferica (PTA). Questa operazione viene eseguita in anestesia locale e grazie ad una tecnica poco invasiva. Attraverso l’utilizzo di un catetere, un tubicino molto sottile, si entra nell’arteria interessata dall’ostruzione passando dal polso, dal braccio o dall’inguine.

Dopo essere entrati con questo catetere nell’arteria viene iniettato il contrasto in modo da individuare la posizione esatta del restringimento. Grazie all’ausilio di un filo guida, si posiziona uno strumento che ha, sulla sua estremità, un palloncino che viene gonfiato per ripristinare il flusso sanguigno. In alcuni casi può essere inserito uno stent metallico e/o medico per evitare una recidiva dell’occlusione a breve termine.

Un’alternativa più invasiva è la tromboendoarterectomia (TEA). Questa procedura richiede infatti un’anestesia generale ed un taglio chirurgico. Il chirurgo, in questo caso, si occupa della rimozione del segmento dell’arteria che risulta ostruito. I rischi correlati a questo intervento sono sicuramente maggiori, ma questa può essere la tecnica d’elezione in determinati casi.

Infine, ricordiamo la tecnica del by-pass, un intervento molto utilizzato e tra i più conosciuti, che consente di ristabilire il flusso deviandolo in un vaso innestato appositamente per superare l’ostruzione. In questo modo, il sangue supera l’ostacolo e può tornare ad irrorare il distretto a valle dell’ostruzione.

Fonti bibliografiche: