Sto insieme a mio marito da sempre, da che ho memoria praticamente. Eppure non credo di essere mai stata innamorata di lui per davvero. Non dico che non ci sia per niente amore, anche perché insieme abbiamo costruito una splendida famiglia e anche perché, nonostante gli anni trascorsi, siamo riusciti ad andare sempre d’accordo. Qualche anno fa lui mi ha tradito, io non ho sofferto. Poi l’ho tradito anche io e mi sono sentita viva, come forse non mi era mai successo. Ma abbiamo deciso comunque di non separarci e di restare insieme, perché così è più facile e comodo. Perché ci supportiamo in tutto, emotivamente e anche economicamente. So che il matrimonio dovrebbe essere amore e non assistenzialismo ma quello che ho è tutto ciò che conosco e credo che ormai i tempi per sperimentare altro siano finiti da molto per me.
Sono figlia di un’epoca che ha raccolto i frutti delle battaglie femministe che si sono perpetuate nei secoli, quelle che oggi echeggiano nelle gesta di chi le porta avanti. Ma sono stata anche una bambina cresciuta a “pane e favole Disney” e come molte ho subito il fascino dell’amore romantico e del lieto fine. E questo mi ha influenzata in parte, sicuramente lo ha fatto durante l’adolescenza e dopo.
Ti dico questo perché le relazioni, anche quelli più improbabili, si reggono sempre su delle logiche. Alcune seguono il linguaggio del cuore, altre quello dei retaggi culturali che appartengono alla società, e quindi anche a noi. Non conosco la tua storia, né i dettagli di questo lungo matrimonio, ma non fatico a immaginare, leggendoti adesso, che forse hai fatto solo quello che pensavi andasse fatto. Questo ti ha permesso comunque di conoscere un uomo buono che è restato al tuo fianco e che è diventato il padre dei tuoi figli. E questo, mi sembra chiaro, è un motivo più che valido per non rimpiangere niente.
Ma hai ragione quando dici che una relazione, e ancor di più un matrimonio, deve essere amore, e non assistenzialismo. Ma non sempre va così e, anche se forse non ti consola, non sei l’unica. Accade quando ci si accontenta o quando non lo si fa mai. Quando stare insieme a qualcuno in grado di farsi carico dei nostri bisogni diventa persino più importante della nostra autonomia e della nostra indipendenza, della nostra libertà. Quando diamo per scontato che questo debba avvenire solo perché abbiamo pronunciato le fatidiche parole: Sì, lo voglio.
Ecco che il matrimonio si trasforma in bisogno emotivo ed economico da una parte e in dovere dall’altra. Non è uno status assistenziale, non è sicuramente un patto di sostegno nei confronti dell’altro. Ma queste sono cose che, sono certa, tu sai già.
Quindi ti chiedo, amica mia, cos’è che vuoi davvero per la tua vita adesso? Perché quel “Per me è troppo tardi” è una scusa dietro la quale non potrai nasconderti a lungo. Ho visto persone di ogni età rinascere e poi farlo ancora. Ho visto la speranza riaccesa in chi credeva di aver perso tutto e ho visto splendere chi aveva attraversato la notte più nera. Puoi farlo anche tu, se vuoi. Puoi sentirti di nuovo viva, come è successo qualche anno fa. E la cosa meravigliosa è che puoi farlo in ogni momento della tua vita, come e quando vuoi.
O puoi scegliere comunque di restare al fianco di quell’uomo che conosci e che ami, anche se in maniera diversa da come immaginavi. Insieme potreste ridare un nuovo nome al vostro rapporto, ed esserci comunque l’uno per l’altra anche in forme diverse. Qualsiasi decisione tu prenderai sarà comunque quella giusta, a patto che sia quella che ti fa stare bene.
Silenzia i dubbi, le paure e le insicurezze, tutto ciò che conosci e che ti ha sempre accompagnata e mettiti all’ascolto del cuore. Lui saprà suggerirti cosa fare.