Aldilà di coccole e fusa, avere cura del gatto significa anche e soprattutto proteggerlo e preservarlo da malattie, parassiti, zanzare e pappataci. In commercio, si trovano vari prodotti e, per questo, la confusione, per ogni proprietario coscienzioso, è sempre dietro l’angolo.
Nei gatti (così come nei cani), i vermi intestinali sono una potenziale zoonosi, ovvero patologie potenzialmente trasmissibili anche a noi umani. Questi parassiti possono attaccare i nostri pets tutto l’anno e in condizioni molto diverse, a seconda del tipo di vita che il peloso conduce.
Preservare il gatto dai parassiti interni (endoparassiti) ed esterni (ectoparassiti) è uno dei principali elementi della medicina preventiva, al fine di garantire un buono stato di salute al quattrozampe e una convivenza per noi sicura. Ovviamente è necessario che la profilassi sia mirata, poiché si parla sempre si utilizzo di farmaci (molti dei quali soggetti all’obbligo di ricetta elettronica veterinaria) con un impatto tanto sull’animale quanto sull’ambiente.
Attenzione: non tutti i luoghi sono uguali, sia per aspetti climatici sia per presenza di parassiti e patogeni; e non tutti i gatti vivono nelle medesime condizioni (ambientali, di allevamento, etc.). Va detto poi che negli ultimi anni i parassiti sono mutati e diventati più resistenti, acquisendo la capacità di adattarsi ai principi attivi utilizzati per il loro controllo. Per cui ogni animale può reagire al parassita e al principio attivo usato per eliminarlo in modo differente, motivo per il quale è sempre bene affidarsi alle indicazioni del veterinario.
Indice
I parassiti esterni
I parassiti esterni che più comunemente attaccano i gatti sono pulci e zecche, in grado di causare emergenze veterinarie come la piroplasmosi e l’erlichiosi, forme allergiche da morso di pulce (la famosa DAP) e l’infestazione da parassiti intestinali (il dipylidium).
Come accennato, pulci e zecche ben si adattano ai cambiamenti climatici, riuscendo a sopravvivere anche in ambienti umidi o con temperature rigide. Luoghi chiusi o crepe nei muri possono essere il loro habitat ideale! Non è tutto: questi parassiti sono diventati via via sempre più resistenti ai principi attivi dei prodotti normalmente utilizzati per contrastarli, portando alle necessità di dover proteggere il peloso tutto l’anno (a meno che non viva in montagna) e di trovare una combinazione di farmaci adatta. I gatti che vivono sempre al chiuso in appartamento possono essere trattati anche solo da primavera ad autunno inoltrato.
Sappiate che zanzare e pappataci sono nemici anche dei gatti, non solo dei cani! Non si tratta di veri parassiti, tuttavia possono rendere difficile la vita ai nostri felini (soprattutto a quelli che vivono e dormono fuori in primavera-estate) causando gravi dermatiti e trasmettendo malattie, come la filariosi cardiopolmonare. Azione preventiva consigliata? Nella stagione in cui i piccoli temibili nemici si presentano, ricorrete ai repellenti; non è necessaria una disinfestazione delle nostre case, sono sufficienti buone pratiche igieniche e una regolare routine di pulizia (ovviamente se i nostri felini sono protetti da antiparassitari).
Gli antiparassitari per gatti
Gli antiparassitari non sono tutti uguali: ne esistono di abbattenti (in grado di uccidere i parassiti che effettuano il pasto di sangue sul gatto) e di repellenti (impediscono al parassita di salire sull’animale); ottimo sarebbe ricorrere ad un prodotto dalla duplice azione.
In commercio è possibile trovare antiparassitari sotto varie forme:
- spot-on (repellenti e/o abbattenti, alcuni dei quali inefficaci dopo il lavaggio);
- collari (efficaci anche per più mesi);
- compresse ad uso orale con effetto abbattente ed iniettabili col medesimo scopo per più mesi.
Chi preferisce può optare anche per prodotti naturali a base di olio di Neem ed altri olii essenziali con azione repellente, shampoo con potere abbattente per poco tempo e spray ad azione abbattente e lievemente repellente.
Una precisazione importantissima: alcuni antiparassitari usati nel cane come tutti quelli che contengono permetrina possono essere mortali per i gatti!
Per quanto riguarda gli effetti collaterali, tutti gli antiparassitari (compresi quelli naturali) possono causare intolleranze o allergie: ad esempio, con l’uso di collari e spot-on possono comparire prurito, alopecia transitoria nel punto di applicazione, arrossamenti, dermatiti ed orticarie; gli effetti collaterali nelle formulazioni orali sono invece di tipo gastroenterico (vomito o diarrea). Come regola generale, è sempre meglio scegliere insieme al veterinario il prodotto a cui affidarsi.
I parassiti interni
Gli endoparassiti più frequenti nel gatto sono i nematodi: ascaridi e ancilostomi. L’infestazione può avvenire in due modi: attraverso l’assunzione da parte del felino di cibo o terriccio contaminato dalle uova patogene o direttamente da mamma gatta al cucciolo post-parto. Diffusa è anche l’infestazione da cestodi, il più comune dei quale è il dipylidium canino, noto come tenia. In questo caso, il gatto si contagia ingerendo pulci che contengono il parassita. Vediamoli nel dettaglio.
- Vermi piatti (cestodi) o tenie: sono parassiti che hanno la caratteristica di avere una testa uncinata che si attacca alla parete intestinale e un collo da cui il verme continua a formare dei segmenti. Il Dipylidium cresce in lunghezza fino a 60 cm. I segmenti più lontani dalla testa contengono le uova e si staccano nelle feci, infestando l’ambiente esterno. Il Dipylidium Caninum viene trasmesso attraverso le pulci, che fungono da vettore intermedio.
- Vermi tondi (nematodi): gli ascaridi parassitano sia il cane che il gatto e vivono nell’intestino producendo uova che vengono trasmesse all’esterno attraverso le feci dell’animale. Allo stadio larvale passano anche attraverso la placenta infestando i cuccioli.
- Ancylostomi: non superano i 2 cm di lunghezza. Si insediano nell’intestino dove rilasciano le uova che re-infestano il terreno. Le larve si localizzano soprattutto nel verde e possono essere assunte per via orale oppure anche attraverso la cute (soprattutto dei cuscinetti plantari).
- Strongyloidi: si trasmettono per via percutanea, dalle larve nate dalle uova nel terreno.
Fra gli infestanti intestinali abbiamo anche la Giardia e altri coccidi, protozoi unicellulari che hanno sempre albergato nell’intestino dei gatti e di altri vertebrati, uomo compreso. Il gatto può contrarre la giardiasi mangiando cibo, bevendo acqua o venendo a contatto con feci contaminati. Questi parassiti, soprattutto nel gattino, possono causare gravi danni all’apparato gastroenterico.
Come prevenire l’infezione
Le norme da rispettare per evitare i parassiti intestinali sono: eseguire una buona igiene delle lettiere, con la rapida eliminazione delle feci del gatto, e dopo diagnosi procedere a piani di profilassi, somministrando famaci che uccidano il parassita e ne blocchino lo sviluppo ciclico.
Un altro consiglio è alimentare il felino con cibo industriale o con alimenti cotti, soprattutto per pesce e carne suina. L’utilizzo di alimenti industriali, cotti (temperatura interna di almeno 65 °C per 10 minuti) o surgelati (per almeno una settimana a temperature comprese tra -17 e -20 °C) consente di prevenire le infestazioni parassitarie trasmesse attraverso la carne cruda. Non è tutto: i gatti non devono avere accesso a roditori, carcasse, placente o feti bovini o ovini abortiti e devono sempre avere a disposizione acqua potabile fresca.
La prevenzione delle verminosi è essenziale, sia nei felini che nei cani. Per la tenia è necessario ricorrere alla eliminazione delle pulci che ospitano il parassita: occorre che il medico veterinario consigli un regolare programma di sverminazione a partire dalle 4 settimane di vita, da ripetersi dopo 21 giorni; controlli e altre sverminazioni dovrebbero eseguirsi poi ogni 3–4 mesi, soprattutto per i gatti che vivono in ambiente domestico, per evitare zoonosi.
I farmaci antielmintici
I farmaci antielmintici (vermicidi o vermifughi) sono utilizzati per eliminare svariati tipi di vermi o elminti che possono infestare l’organismo e provocare elmintiasi. Agiscono selettivamente sul parassita secondo diversi meccanismi: alcuni interferiscono con la funzione dei microtubuli, altri (come l’ivermectina) inibiscono le funzioni neuromuscolari del parassita, altri ancora interferiscono col metabolismo energetico.
Gli antielmintici sono commercializzati sotto forma di compresse, di polveri per sospensione orale, di sciroppi, di soluzioni per iniezioni e anche di formulazione spot-on. È importante ricordare che gli antiparassitari devono sempre essere utilizzati dietro prescrizione veterinaria e monitoraggio medico, seguendo strettamente le indicazioni riguardo a posologia e modalità di assunzione; non farlo potrebbe ridurre l’assorbimento del farmaco o rendere inutile il trattamento, oltre a stimolare lo sviluppo del fenomeno della farmaco-resistenza.
La durata dei trattamenti varia da caso a caso: alcune infezioni (come la giardiasi e la tricomoniasi), possono richiedere 5-7 giorni di terapia, mentre altri tipi di trattamento (come quello per gli ascaridi e i cestodi) prevedono una modalità di assunzione dei farmaci per 24-48 ore con richiami a 3 settimane. Sul mercato sono disponibili una grande varietà di prodotti, molti formati da combinazioni di principi attivi diversi (in poche parole, con un unico prodotto possiamo proteggere il gatto da un numero elevato di parassiti). In ogni caso, è sempre opportuno rivolgersi al veterinario di fiducia per trovare il prodotto più adatto ed idoneo al proprio pet.
Vuoi approfondire il tema? Ascolta la puntata del Podcast “Come Cani e Gatti” dedicata alla salute dei nostri mici.
“Non si possiede mai un gatto. Semmai si è ammessi alla sua vita, il che è senz’altro un privilegio.” (Beryl Reid)