Sindrome di Cushing nel cane: cos’è, come riconoscerla e affrontarla

La sindrome di Cushing o ipercortisolismo, è una patologia che colpisce principalmente i cani in età avanzata e che si manifesta con un aumento della concentrazione di cortisolo nel sangue: scopriamo insieme i sintomi da monitorare e le cure disponibili.

Foto di Eleonora Toresi

Eleonora Toresi

Veterinaria

Amante sin da bambina degli animali, a 16 anni decide di diventare veterinaria. Si trasferisce in Spagna a studiare, prima a Lugo poi a Madrid, specializzandosi in medicina felina. Per DiLei scrive nella sezione Pets.

Il morbo – o sindrome – di Cushing è una delle malattie endocrine più frequenti nel cane e consiste nell’aumentata concentrazione di cortisolo nel sangue. Tale ormone è prodotto dalle ghiandole surrenali, situate in prossimità dei reni, e agisce regolando la pressione sanguigna, il bilancio elettrolitico, il metabolismo e il sistema immunitario.

Nonostante tale patologia sia più frequente in soggetti tra i 10 e gli 11 anni, può essere riscontrata anche in cani più giovani, in virtù di una predisposizione genetica. I bassotti, infatti, incorrono più facilmente dei cani di altre razze in questa malattia.

Quali sono le cause della sindrome di Cushing?

Nella maggior parte dei casi, all’origine di questa sindrome viene diagnosticato un tumore all’ipofisi. Si tratta, generalmente, di una neoplasia benigna e di piccole dimensioni, raramente capace di danneggiare il sistema neurologico. L’incidenza di questa condizione è dell’85%, il restante 15% dei casi vede come causa la presenza di un tumore maligno a carico delle ghiandole surrenali.

È necessario specificare che in piccolissima parte, la sindrome di Cushing può anche essere causata da una prolungata somministrazione di farmaci corticosteroidei.

I segnali d’allarme e sintomi da non trascurare

Osservando il tuo cane nella vita di tutti giorni, potresti accorgerti di segnali da non trascurare. Vediamo insieme cosa dovrebbe allarmarti e spingerti a contattare un medico veterinario.

  • Incremento della sete e della minzione: il segno più comune che spinge i proprietari a portare il loro cane dal veterinario è l’aumento della sete e della pipì. A volte, per esempio, il tuo piccolo potrebbe urinare in casa durante la notte, inaspettatamente.
  • Addome gonfio: questa condizione causa l’ingrossamento del fegato, un aumento del grasso addominale e una perdita di tono muscolare.
  • Diradamento del pelo: i cani affetti dalla sindrome di Cushing possono presentare aree di calvizie, soprattutto sulla parte centrale del corpo.
  • Dermatiti: la pelle diventa più sottile e più vulnerabile alle infiammazioni, ma queste dermatiti non sono associate a prurito.
  • Affaticamento: i nostri amici pelosi, se colpiti dalla sindrome di Cushing, tendono a essere deboli a causa della perdita di massa muscolare e mostrano una minore inclinazione a muoversi e a giocare.

Questi segnali devono costituire un primo campanello d’allarme. Tuttavia, tieni sempre presente che per effettuare una diagnosi accurata del morbo di Cushing è essenziale rivolgersi a un professionista per una visita approfondita.

Pericolosità e complicazioni

Nei suoi primi stadi, questa condizione non rappresenta una minaccia immediata per la sopravvivenza. Tuttavia, con il progredire dei sintomi, possono emergere problematiche legate al fegato, può insorgere la pancreatite e tromboembolismi, che a loro volta possono causare problemi polmonari, compromissioni della salute cardiaca e, nei casi gravi, portare anche al decesso del piccolo.

È cruciale individuare la malattia precocemente al fine di avviare una terapia appropriata che possa controllare i sintomi e prevenire complicazioni significative.

Diagnosi

Di fronte al sospetto, uno dei primi passi che solitamente compie il veterinario prevede l’esecuzione di esami del sangue e delle urine, così da verificare l’eventuale presenza di valori anomali.

Subito dopo, viene eseguita un’ecografia addominale, per studiare con assoluta precisione la forma e le dimensioni delle ghiandole surrenali.

Infine, viene somministrato un test specifico sempre sul sangue, per quantificare la produzione di cortisolo da parte del cagnolino. In alcuni casi, il veterinario può considerare di eseguire anche una risonanza magnetica per studiare attentamente l’ipofisi. A seconda dei risultati ottenuti, il veterinario potrà elaborare la diagnosi e predisporre una terapia ad hoc.

Come si cura la sindrome di Cushing?

Una volta confermata la presenza della sindrome di Cushing nel tuo cane, il piano di trattamento varierà in base alla causa. Dunque, se la sindrome è causata da un tumore nelle ghiandole surrenali o nell’ipofisi, l’intervento chirurgico potrebbe essere una soluzione necessaria e risolutiva. Questo intervento mira a rimuovere il tumore e ripristinare il corretto funzionamento delle ghiandole.

Tuttavia, in situazioni in cui i tumori ghiandolari sono inoperabili o la sindrome di Cushing è causata da altre ragioni, la chirurgia potrebbe non essere un’opzione. In questi casi, si ricorre a terapie farmacologiche per alleviare i sintomi e migliorare la qualità di vita del cane. Uno dei farmaci più comunemente utilizzati è il Trilostano, che è disponibile in forma di capsule da somministrare per via orale. Questo farmaco agisce inibendo la produzione eccessiva di cortisolo.

È fondamentale sottolineare che il trattamento farmacologico sarà un impegno a lungo termine e richiederà un monitoraggio costante da parte del veterinario. La dose di farmaco deve essere attentamente regolata in base alle specifiche esigenze del cane e alla sua risposta al trattamento. Se il cane è anziano, e parte da condizioni di salute già complesse, non sempre è sicuro sottoporlo a procedure chirurgiche impegnative: in questi casi la terapia medica assume un ruolo cruciale.

La vita del cane dopo la diagnosi

Un cane affetto dalla sindrome di Cushing e sottoposto a terapia farmacologica può condurre una vita relativamente normale e confortevole, ma è importante tenere presente che la malattia richiede una gestione costante e attenta.

  • Somministrazione del farmaco: il trattamento principale coinvolge la somministrazione regolare del farmaco prescritto, come il Trilostano, seguendo attentamente le indicazioni del veterinario. Solitamente, viene somministrato una o due volte al giorno, con o senza cibo, a seconda delle specifiche raccomandazioni.
  • Monitoraggio regolare: è essenziale pianificare controlli veterinari periodici per valutare la risposta del cane alla terapia e per regolare la dose del farmaco, se necessario. Questi accertamenti, solitamente, includono esami del sangue per misurare i livelli di cortisolo e verificare che il trattamento stia funzionando correttamente.
  • Dieta e nutrizione: alcuni cani con la sindrome di Cushing possono sviluppare problemi di appetito. Il veterinario, dunque, potrebbe raccomandare un’alimentazione specifica o integratori per garantire che il cane riceva una nutrizione adeguata. Ricorda che mantenere il corretto peso corporeo del tuo piccolo amico è importante per il suo benessere generale.
  • Idratazione: dato che la sindrome di Cushing può causare aumento della sete, è fondamentale garantire al piccolo un accesso costante ad acqua fresca per prevenire la disidratazione.
  • Esercizio fisico: anche se il cane potrebbe sentirsi meno energico a causa della malattia e della terapia, è comunque importante incoraggiare il movimento e l’esercizio moderato, se possibile. L’attività fisica, infatti, aiuta a mantenere la tonicità muscolare e la sua salute generale.
  • Monitoraggio dei sintomi: gli effetti collaterali del trattamento o il deterioramento delle condizioni del cane devono essere puntualmente segnalati al veterinario. Questo è di aiuto per regolare la terapia e apportare tempestivamente eventuali modifiche.
  • Cura e comfort: assicurarsi che il cane trascorra il proprio tempo in una situazione confortevole è fondamentale. Il riposo adeguato, un ambiente tranquillo e il tuo amore, infatti, possono contribuire a ridurre lo stress e a migliorare la qualità della sua vita.

In generale, dunque, con una gestione appropriata e un trattamento continuo, molti cani affetti dalla sindrome di Cushing possono vivere una vita soddisfacente e felice. Tuttavia, è importante seguire attentamente le istruzioni del veterinario e mantenere una comunicazione aperta con lui per affrontare eventuali sfide e adattare il piano di trattamento secondo le necessità specifiche del tuo amico a quattro zampe.

Quanto può vivere un cane con la sindrome di Cushing?

La durata della vita di un cane in terapia farmacologica per la sindrome di Cushing dipende da diversi fattori, tra cui la gravità della malattia, la risposta al trattamento, la causa scatenante della sindrome e lo stato generale di salute del cane.

In molti casi, con un trattamento adeguato e una buona risposta al farmaco, i cani affetti dalla sindrome di Cushing possono vivere per molti anni. Tuttavia, è importante sottolineare che questo morbo è spesso diagnosticato in cani anziani che hanno già altre problematiche di salute. La gestione delle condizioni concomitanti può influenzare la prognosi generale.

In definitiva, sebbene la sindrome di Cushing non sia sempre curabile definitivamente, è comunque gestibile. Il trattamento può includere la terapia farmacologica, l’intervento chirurgico o altre opzioni. La prognosi – come abbiamo visto – dipende da vari fattori, ma con una gestione attenta e costante, la qualità della vita può migliorare e molti cagnolini possono vivere una vita soddisfacente, nonostante tutto.