Il nome di Elena Cecchettin, così come quello di Giulia, è destinato a essere ricordato per sempre: la sorella, la figlia, la giovane donna che adesso alza la voce, rompe gli schemi e parla di femminicidio, di violenza sulle donne. E lo fa per “bruciare tutto”, dopo la morte della sorella, ritrovata il 18 novembre 2023 nei pressi del lago di Barcis in Friuli-Venezia Giulia. Il cordoglio, il dolore, il silenzio, la lotta al patriarcato: la vita di Elena Cecchettin.
Chi è Elena Cecchettin
Sin dagli inizi dopo la scomparsa di Giulia Cecchettin, il nome di Elena è stato legato a doppio filo a quello della sorella. Giovane, 24 anni, con già un dolore enorme alle spalle: quello della scomparsa della madre, Monica Camerotto, a causa di una malattia, nell’ottobre del 2022 a soli 51 anni. Oltre a lei, c’è Davide in famiglia, il fratello minore: figli di Gino Cecchettin. Diversi gli studi rispetto a quelli intrapresi dalla sorella – ch’era iscritta alla Facoltà di Ingegneria Biomedica di Padova – è reduce da un’esperienza all’estero, avendo vissuto a Vienna.
Il suo profilo su Instagram racconta i sogni, le speranze e i desideri di una ragazza giovanissima, amante dell’arte e della natura, della creatività e del disegno: si è occupata proprio di disegni su commissione, e sul profilo dedicato al suo lavoro, un post salta subito all’occhio, sulla lotta al patriarcato. Elena Cecchettin ha sempre lottato, ha sempre combattuto contro un sistema sociale che divide nettamente ancora oggi uomini e donne. Tantissime le sue foto, anche insieme alla mamma, molte in bianco e nero.
La lotta per tutte le donne vittime di violenza
L’impegno di Elena Cecchettin nei confronti della tematica è una battaglia che ha avuto inizio tempo fa, e che ora è diventata un imperativo, una ragione di vita. Ha fatto manifesto della poesia di Cristina Torres Cáceres: “Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”. Riecheggiano in ciascuno e ciascuna di noi le sue parole: “Bruciate tutto per Giulia”.
“Io non starò mai zitta. Non mi farete mai tacere. C’è bisogno di capire che i ‘mostri’ non nascono dall’oggi al domani. C’è una cultura che li protegge e li alimenta”. Queste sono solo alcune delle sue dichiarazioni dopo il ritrovamento del corpo di Giulia, che è stato abbandonato vicino al lago di Barcis dal “presunto” assassino, l’ex fidanzato Filippo Turetta.
Le sue idee, esplicate in modo lucido e limpido, senza alcuna ombra, hanno scosso le fondamenta della cronaca stessa. Sia Elena quanto Gino Cecchettin non hanno urlato, non hanno ceduto al dolore, nonostante il pieno diritto. La loro dignità è passata attraverso un messaggio: Giulia è morta, ma sul banco degli imputati non sale esclusivamente Filippo Turetta. Bensì, secondo Elena, il patriarcato, lo Stato, gli uomini. Tutti coloro che ad oggi si sono girati in fretta dall’altra parte.
Quando pensiamo a chi è Elena Cecchettin, c’è un’unica risposta: non è solo la sorella di Giulia. Ma è una giovane donna che non ha intenzione di rimanere in silenzio e con cui tutte noi dovremmo combattere. Bruciamo tutto, facciamo rumore, per Giulia e per tutte le donne che non sono più qui, che non hanno più voce. Che non hanno più vita.