I citofoni rosa che aiutano a sconfiggere la solitudine

I citofoni rosa sono un progetto lanciato nella città di Padova che permette di scambiare quattro chiacchiere con perfetti sconosciuti per vincere la solitudine

Prima dei telefonini, prima delle cabine telefoniche, c’era il citofono! Da piccoli non si vedeva l’ora di correre a suonare a un amico per farlo scendere in cortile e giocare. Il citofono era anche un modo per scambiare quattro chiacchiere con un vicino, perché si sa, parlare fa bene ed è un toccasana per la salute mentale.

Parlare è anche il modo perfetto per sentirsi meno soli e rafforzare l’autostima. È proprio per tutti questi motivi che l’artista Antonio Irre ha lanciato i citofoni rosa, pensati per tutti coloro che hanno voglia di aprirsi e parlare e sentirsi meno soli. I citofoni rosa stanno diventando sempre più una presenza fissa a Padova, la città di Irre, con un obiettivo nobile da raggiungere: far riscoprire alla gente il piacere dei rapporti personali.

Una conversazione che fa bene al cuore

I citofoni possono sembrare quello che resta di un passato che non c’è più, ma il loro valore sociale non può essere trascurato. Il progetto di Antonio Irre è stato ideato in collaborazione con il Comune di Padova: i citofoni delle persone che sono disponibili a parlare anche con perfetti sconosciuti sono riconoscibili da alcune targhette rosa.


Su queste targhette è ben visibile una frase: Vuoi scambiare due parole ma non sai con chi farlo? Sei nel posto giusto! Se un citofono è rosa vuol dire che chi risponde fa volentieri due chiacchiere. Si possono scambiare quattro chiacchiere in base ai giorni e agli orari segnalati sulla targhetta rosa: chi vuole parlare deve semplicemente suonare il campanello per cominciare a parlare, una conversazione magari insolita ma che può fare molto bene al cuore. In fondo abbattere il muro di solitudine che spesso si viene creare non è impossibile, con i citofoni rosa ci si potrà concentrare anche su qualcosa di più concreto che non sia una semplice relazione virtuale come quelle che hanno cominciato a spopolare da qualche anno a questa parte.

Quattro chiacchiere e non solo

Irre considera le sue installazioni una sorta di regalo alla città di Padova. Il primo citofono rosa è apparso a gennaio, poi il successo dell’iniziativa ha spinto ad aggiungerne altri anche in altre città, come in provincia di Pordenone, nel Veronese e nel Cesenate. Tra l’altro, il citofono può in questo modo trasformarsi in qualcosa di diverso che non sia un semplice “cancello” impossibile da valicare. Dietro a un semplice pulsante c’è una voce pronta ad ascoltare, tranquillizzare e condividere emozioni, una novità dal sapore forse “antico” ma di cui non si può fare a meno.

Il progetto ha già incontrato un buon successo: non si tratta soltanto di conversare con dei perfetti sconosciuti, ma di instaurare veri e propri rapporti, come sta accadendo nelle città in cui i citofoni rosa sono stati installati. C’è minore diffidenza nei confronti di chi non si conosce, alcune chiacchiere sono diventate veri e propri incontri dal vivo e c’è chi si è scambiato il numero di telefono per rivedersi al più presto. Non ci pensiamo mai, a volte basta davvero un gesto che sembra piccolo ma che è invece grandissimo per nutrire l’anima e farla sentire meno sola.