I lunghi mesi estivi, per i bambini ed i ragazzi, fanno rima con i compiti delle vacanze, croce di intere generazioni, da quando se ne ha memoria. In realtà, sapere come gestire i compiti per le vacanze è il segreto per finirli in tempo, prima dell’inizio della scuola, senza perdersi nulla delle esperienze meravigliose che si possono fare con la propria famiglia, da giugno ad agosto.
Non tutti i bambini ed i ragazzi hanno lo stesso numero di compiti per le vacanze, in quanto essi sono certamente proporzionati al grado ed alla classe della scuola che si frequenta, ma senza dubbio, anche per i più piccoli, questi possono avere un peso non indifferente, se non si distribuiscono in modo adeguato. Vedremo, con l’aiuto di una docente, la dottoressa Raffaella Basciani, professoressa di Lettere nella scuola secondaria di primo grado IC 13 di Bologna, e responsabile per l’Istituto dell’insegnamento di Educazione Civica., quanto sia importante anche il coinvolgimento dei genitori, per aiutare i più giovani a vivere meglio i compiti delle vacanze.
Prima di addentrarci tra i consigli su come distribuire correttamente i compiti e su qual è il loro valore, parliamo della loro obbligatorietà. I compiti estivi sono obbligatori per legge oppure no?
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Compiti delle vacanze: obbligatori o discrezionali
“Non c’è alcuna direttiva ministeriale che preveda l’obbligatorietà dei compiti estivi. L’articolo 33 della Costituzione ed il decreto legislativo del 94 n. 297 stabiliscono la libertà dell’insegnamento, che si traduce in autonomia didattica. L’insegnante, in relazione al gruppo classe, deve modulare delle proprie strategie e non deve seguire più dei programmi ministeriali ma delle indicazioni nazionali basate su conoscenze, competenze ed abilità, dirette ad un unico obiettivo: la piena formazione della personalità degli alunni”.
Queste le parole della Basciani, che tolgono qualunque dubbio in merito all’obbligatorietà dei compiti, in qualunque periodo dell’anno vengano assegnati. “In genere ci sono delle linee comuni fra gli inseganti che compongono il collegio docente. All’interno della stessa scuola c’è una popolazione abbastanza simile, se le classi vengono formate con dei criteri di omogeneità, i bisogni delle classi saranno comuni fra le varie sezioni. In tal modo, gli insegnati si accordano per avere linee comuni: dai libri di testo alle prove, fino ai compiti per le vacanze. C’è sempre qualche piccola differenza, ovviamente, ad esempio, ci sarà la classe alla quale sarà richiesto l’acquisto di un libro ad hoc per le vacanze, mentre ad altri richiederanno il completamento degli esercizi presenti nel libro di testo usato durante l’anno scolastico e così via”.
Il valore dei compiti per le vacanze
Diciamoci la verità, quando eravamo noi i figli da sollecitare per eseguire i compiti, durante l’estate, ci domandavamo a cosa servisse questa ulteriore prova di resistenza! Con il tempo, abbiamo capito che si tratta di tempo prezioso che, se ben calibrato, non toglie nulla alla bellezza dell’estate ma può avere un gran valore aggiunto.
“Il valore dei compiti dati per le vacanze è quello del mantenimento all’esercizio mentale. Facciamo un paragone fra alunni e sportivi, per comprenderlo meglio. Pensiamo allo sportivo che, anche quando stacca rispetto al periodo di lavoro più intenso, cerca di mantenere una certa routine di allenamento, per evitare che la ripresa sia molto dura, con il rischio di vanificare gli sforzi sostenuti durante l’anno. Come gli sportivi, alunni e studenti devono mantenersi sempre attivi, non possono fermarsi del tutto, per un periodo di tempo medio o lungo, per non sprecare quanto fatto durante le lezioni a scuola.”
Compiti per le vacanze: quando cominciare, se sono tanti
Gli esercizi, i test, i libri assegnati durante l’estate hanno la caratteristica intrinseca di sembrare sempre troppi, non è vero? Ma qual è la giusta misura, come si capisce se essi siano tanti o pochi e quando è il momento opportuno per iniziarli.
Ecco cosa ci dice la docente Raffaella Basciani. “Il criterio della sostenibilità è quello che deve guidare l’assegnazione dei compiti per le vacanze. Essi devono essere sostenibili per gli allievi in quanto, durante le vacanze (tutte), devono poter esser organizzabili e gestibili senza pregiudicare il tempo libero, il diritto a fare esperienze con la famiglia e gli amici, fondamentale per la crescita di un soggetto in età evolutiva. Seconda considerazione, i compiti devono poter essere rivisti e corretti in classe, in modo da poter riflettere su ciò che è stato fatto. Se io assegno tantissimi compiti non rispetto il diritto dell’alunno al tempo libero, rischiando anche di non riuscire a correggerli tutti”.
Se ci sono ragazzi che smaniano dalla voglia di cominciare, per finirli prima di andare al mare, c’è chi, invece, stanco per l’anno scolastico appena terminato, procrastina più a lungo possibile il momento in cui iniziarli, tanto più che le vacanze degli studenti sono lunghe. Per noi genitori non è sempre facile capire cosa consigliare, soprattutto nei casi dei ragazzi più piccoli che non sono in grado di gestire il proprio tempo. Quando cominciare, quindi?
“Due sono le possibilità: iniziare a giugno, cercando di fare un pezzo alla volta, diluendo i compiti oppure rimandare ed iniziare più a ridosso del nuovo anno scolastico. E’ un lavoro soggettivo, non c’è un giusto o uno sbagliato. Sicuramente la prima strada rispetta di più i tempi di apprendimento e di concentrazione dei ragazzi, in estate”.
Consigli per gestirli e finirli prima che inizi la scuola
Abbiamo chiesto a Basciani qualche consiglio pratico da dare non solo ai ragazzi ma anche a noi genitori, chiamati ad intervenire per sostenere, aiutare, lì dove ci possono essere delle difficoltà organizzative.
“La premessa è che i compiti estivi richiedono una grande capacità agli alunni, quella organizzativa, rispetto ai compiti assegnati durante l’anno, che rispecchiano una routine scolastica quotidiana.
Il primo consiglio è quello di crearsi una sorta di calendario, verificando tutto quello che è richiesto dai docenti, alternare lo scritto all’ orale, e distribuire le diverse discipline in modo da non concentrare le stesse in un unico lasso di tempo.
Se i compiti vengono assegnati con il criterio della sostenibilità , dunque rispettando il diritto al tempo libero, allora possono e devono essere svolti tutti. Purtroppo, a volte succede che il quantitativo è significativo a tal punto che i ragazzi non riescono a coniugare le due esigenze, quella di ristoro e quella scolastica. Questo potrebbe essere risolto con un maggiore confronto tra i docenti che compongono il consiglio di classe, sia durante l’anno che in periodo di vacanza. In questo modo, i docenti si rendono conto della fattibilità dei compiti assegnati e da assegnare”.
Ma come si devono comportare i genitori, di fronte ai compiti per le vacanze? Sappiamo che la strada non è mai quella di sostituirsi, ma il nostro contribuito può fare la differenza.
“Ci sono quelli che si siedono accanto ai figli per guidarli e quelli che li lasciano più autonomi, tuttavia, quello che gli adulti possono fare è aiutare a pianificare il lavoro: stabilire quante pagine vadano fatte, ogni giorno e per quanto tempo, sino alla fine dei compiti, tenendo presente lo sport, le gite, i giorni da dedicare al relax più assoluto .Sarebbe opportuno fare questo lavoro insieme ai figli, in modo che essi si sentano più partecipi. Dunque, la presenza dell’adulto deve avvenire in compartecipazione con i ragazzi”.
Pro e contro dei compiti
Concludendo, è importante che i ragazzi si impegnino durante l’estate per non ritrovarsi, a settembre, smarriti e privi di quegli strumenti che si erano, con fatica, affinati durante le ore di lezione. Se la scuola e le famiglie si parlano tutto sarà più fattibile e nessuno vedrà leso alcun diritto. Certo, da ragazzi non è facile capirlo, a noi il compito di interpretare i loro bisogni e far comprendere quanto essi possano essere soddisfatti senza compromettere l’apprendimento.
Ecco come concludere la dottoressa Basciani, circa i pro ed i contro dei compiti per le vacanze.“Bisogna tenere presente i due aspetti, quello della quantità e quello della qualità. Se i compiti sono troppi, rappresentano un limite a quella condizione formativa che può avvenire solo durante l’estate, quando la famiglia ha più tempo libero da passare con i figli, e questo non va bene. Se, invece, i compii rispecchiano questa esigenza allora sono un allenamento gestibile , da onorare.
Per quanto riguarda la qualità, inoltre, i compiti estivi devono stimolare la fantasia, la curiosità. La motivazione di questa loro peculiarità è che essi vengono svolti da soli, non in classe, con gli altri, come avviene duranti il resto dei mesi. Se durante l’anno è l’insegnate a motivare gli alunni ad incoraggiarli, quel distacco estivo che c’è fra di loro deve essere colmato assegnando un certo tipo di contenuti. I compiti estivi dovrebbero essere capaci di “autoalimentarsi”, l’esercizio svolto dovrebbe appagare l’alunno affinché egli ritorni, il giorno dopo, interessato a svolgere nuovamente i compiti con passione e coinvolgimento”.