I dolci di Natale sono una trasgressione continua che parte da fine novembre e arriva a metà gennaio, quando in casa finiscono le scorte di panettoni & Co che abbiamo preso in offerta al super. Alla linea ci penseremo dopo: la prova bikini è ancora lontana. E poi è così rassicurante consumare un pezzetto di questi dolci “temporanei” che scompaiono per il resto dell’anno: è la tradizione di gesti e sapori che si ripetono, in una ritrovata convivialità familiare.
Indice
Origini dei nostri dolci di Natale
Ognuno ha il “suo” dolce delle feste, non solo per il sapore più gradito ma perché lo percepisce come il comfort food perfetto per il proprio mood del periodo. Ma da dove arrivano le prelibatezze che allietano le festività? Alcune hanno alle spalle una storia millenaria. Ad esempio, sapevate che…
Il Torrone, la delizia che viene da lontano
Quello classico è composto da albume d’uovo, miele, zucchero e mandorle. Una formula simile era alla base di un dolce analogo che era in uso nell’antica Grecia e poi a Roma, una specie di barretta altamente energetica consumata dagli atleti prima delle gare e poi dai soldati romani durante le battaglie. Sembra che il Torrone così come lo conosciamo sia una creazione araba che poi si è diffusa nel Mediterraneo, dalla Spagna verso l’Europa.
Questo dolce goloso ha anche una data di nascita ufficiale in Italia: venne realizzato a Cremona e servito qui per la prima volta il 25 ottobre 1441, alle nozze di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti. Ma ogni regione ha il suo Torrone: dalla Sardegna al Piemonte, ci sono tante varietà – con noci, nocciole, pistacchi, cioccolato fondente o al latte, più morbide o dure – che sono tutte buonissime.
Il Pandoro, il dolce disegnato ad arte
Questo dolce è originario di Verona, ma ha alle spalle una lunga storia di preparazioni simili. Pare che derivi da un dolce analogo, il Nadalin, sempre di questa zona e creato dopo la metà del 1200 per i signori della famiglia Della Scala; altre fonti propongono che si ispiri al Pan di Vienna, una specie di brioche dolce austriaca risalente al 1850 ma di origine addirittura vichinga.
In realtà il Pandoro è “figlio” del levà, un dolce ricoperto da granella di zucchero e mandorle, che le donne del veronese impastavano tutte insieme alla vigilia di Natale. A creare il vero Pandoro (“pan de oro”, come lo chiamò un garzone della pasticceria quando lo vide così dorato) fu Domenico Melegatti che brevettò quel dolce a forma di stella, alto, soffice e ricco di burro, disegnato dal pittore impressionista veronese Angelo Dall’Oca Bianca. Era il 14 ottobre 1894, data storica per tutti i fan del Pandoro.
Il Panettone, tradizione moderna ma antichissima
Si narra che, nella zona del milanese, già nel IX secolo si realizzassero dei “pani grossi” farciti di uvetta nel periodo delle festività. Erano povere focacce dal sapore dolce molto gradite ai bambini. Alla fine del ‘500, questi pani si erano arricchiti di burro, uvetta e spezie, in un’evoluzione della ricetta sempre più vicina al Panettone attuale. Già nel 1853 circolava la ricetta quasi finale in un manuale di cucina dell’epoca.
Questo dolce, emblema del Natale, nacque nel 1919 ad opera di Angelo Motta: alto, soffice, con canditi e uva sultanina, del peso di circa 700 gr., venne poi confezionato nella scatola di cartone azzurra con l’effige del duomo di Milano. Fu prodotto da decine di brand diversi e declinato in tante versioni, tutte golose.
Gli Struffoli, tentazioni golose dalla Magna Grecia
Questo dolce tipico napoletano appare in tutte le regioni del sud, in tante versioni simili ma con nomi diversi (uno, ad esempio, è la cicerchiata che si mangia a Carnevale in Umbria, Abruzzo, Molise e Marche). Eppure queste palline di pasta dolce, fritte e ricoperte di miele caldo, esistevano già in Grecia e quindi nella Magna Grecia, di cui la regione campana faceva parte: siamo nell’8° secolo a.C. Le gustose palline si diffusero anche alla zona araba fino in India. In tempi più recenti, nel loro lungo dominio del vicereame di Napoli (1503–1713), gli spagnoli portarono nell’area la ricetta del piñonate, dolce molto simile agli struffoli.
Sembra che a legare gli struffoli al Natale siano stati i conventi della zona campana. Le monache confezionavano questi dolci per donarli, nel periodo delle feste, alle famiglie che si erano distinte per atti di carità. Questo dolce, composto di tantissime palline fritte di circa 1 cm di diametro, disposte a collinetta o a ciambella, ricco di miele, agrumi canditi e diavoletti (in dialetto, diavulilli, confettini di zucchero colorati), è un classico di Natale in gran parte del nostro paese e ha un solo difetto: è difficile smettere di mangiarlo perchè una pallina tira l’altra!
E ora gioca con il test più dolce
Essendo frutto dell’ingegno e della creatività umana attraverso i secoli, ognuno di questi tradizionali dessert delle festività racconta qualcosa della nostra storia e può somigliarci per caratteristiche, gusto, personalità. Per scoprire a quale di essi sei più vicina, gioca con il test più buono dell’anno che ti svela di che… pasta sei fatta!