Red flags in una relazione: fate attenzione a questi 7 comportamenti tossici e narcisisti

Sebbene ci sia una maggiore consapevolezza dei comportamenti “narcisisti” e “tossici” all'interno di una relazione, è molto importante saper riconoscere le principali red flags di un rapporto malsano

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Miriam Tagini

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista pubblicista, in passato ha lavorato come web editor, content creator e social media manager. È bilingue e collabora con testate online nazionali e magazine internazionali. Per DiLei scrive di Lifestyle nella sezione GirlZ.

Può sembrare molto facile individuare relazioni malsane dall’esterno. Magari ad esempio vi è già capitato di esprimere le vostre preoccupazioni a un’amica che ha iniziato da poco una nuova relazione che secondo voi non va bene. Ma quando si tratta della vostra relazione, potrebbe non essere così facile vedere e riconoscere le famose red flags.

Che voi stiate uscendo con una nuova persona, o siate in una relazione già da qualche tempo, potreste non essere consapevole alcuni campanelli d’allarme tipici delle relazioni tossiche.

L’amore, quello da celebrare e augurare, si costruisce su solide basi di fiducia e rispetto delle libertà altrui, elementi che, se vengono meno, possono trasformare un rapporto sano in malsano e abusivo. Sempre di più, anche a causa della maggiore attenzione rispetto a questi temi da parte della società e degli esperti, hanno preso piede termini ed espressioni come “tossico” e “narcisista”, in riferimento sia alla relazione in cui ci si trova che al/la proprio/a partner. 

Ma come capire se si è in un rapporto tossico e a quali aspetti fare particolare attenzione? Interviene su questo punto Serenis, centro medico di psicoterapia online, che attraverso il contributo del suo direttore clinico Francesco Russo ha redatto una lista di comportamenti e tendenze da non sottovalutare, soprattutto se si teme di trovarsi in una relazione malsana, senza rischiare di cadere in diagnosi inappropriate, che spettano a un professionista.

Red flags, i campanelli d’allarme da non ignorare

Comunicazione

Il tipo di comunicazione può rappresentare un primo segnale d’allarme. I comportamenti di invalidazione delle emozioni, di gaslighting, di svalutazione, soprattutto se rigidi e persistenti nonostante le discussioni volte a un loro cambiamento, possono suggerire l’esistenza di una persona chiusa, indisponibile alla discussione, a cui importa solo di sé, del proprio benessere e non dell’altra persona.

Controllo

La tendenza di uno, o entrambi i partner, al controllo dell’altro, spesso è ciò che definisce la relazione come tossica. Controllare i messaggi, gli spostamenti, i like ai post, il numero di followers – magari conteggiati prima o dopo un litigio dovuto a dubbi di tradimento – sono azioni volte a controllare l’altra persona e ad assicurarsi che si conformi all’idea di amore di uno dei due individui. Questa idea di amore però può essere troppo rigida, utopistica, irrazionale, fino ad avvicinarsi al delirio, come nella gelosia definita ossessiva.

Manipolazione 

Un altro aspetto rilevante è la manipolazione affettiva; e la forma più nota negli ultimi anni è proprio il gaslighting. Si tratta di una serie di espedienti sottili, volti a svalutare l’altra persona, invalidarne le emozioni, manipolarne persino i ricordi fino a farle credere che si sia inventata tutto o abbia esagerato. Si può, di questo passo, arrivare a vivere una relazione tossica in maniera traumatica e sviluppare così sintomi da stress post-traumatico.

Svalutazione

Su questa scia, il fatto che i propri bisogni non vengano ascoltati ma anzi ridicolizzati, negati e sminuiti è un altro indizio che depone per un tipo di relazione abusante da un punto di vista psicologico. L’atteggiamento critico e svalutante di una persona rispetto all’altra è infatti un serio campanello d’allarme, che può portare uno dei due a sentirsi inferiore, nutrendo un sentimento di inadeguatezza che può sfociare in stress e sopraffazione.

Isolamento e rinuncia 

Spesso, per non indisporre il partner, si finisce per accettare condizioni o capricci dettati in realtà da comportamenti manipolatori e di controllo, che man mano portano la vittima a isolarsi dalle amicizie, a rinunciare alla propria privacy o addirittura alle proprie passioni o sogni. Si vive così uno stress continuo che invade la quotidianità e fa stare sulle spine, con la costante apprensione di fare qualcosa di sbagliato o provocare reazioni spiacevoli nell’altro/a.

Abuso 

Il controllo può assumere forme di vero e proprio abuso. Al di là della più evidente violenza fisica, sono ormai tristemente noti degli schemi di comportamento psicologicamente abusanti, che si mettono in atto per assoggettare l’altra persona al proprio volere e renderla conforme alle aspettative. L’autore di questi comportamenti abusanti, la maggior parte delle volte, è identificato in uomini narcisisti. Tuttavia, non bisogna cadere in una narrazione stereotipata perché non sono le uniche persone a mostrare tratti narcisisti o comportamenti abusanti e manipolatori.

Disturbi psicologici

A complicare la situazione, c’è la possibilità che a incastrarsi con questi comportamenti siano persone con tratti di personalità borderline. A livello statistico e diagnostico, non ci sono differenze sostanziali tra uomini e donne, ma a livello clinico si tende ad assistere a una prevalenza di donne con tratti borderline che arrivano in terapia, coinvolte in relazioni tossiche con uomini dai tratti narcisistici. È molto raro vedere questi ultimi in terapia: può accadere laddove, a una certa età, le conseguenze negative dei loro comportamenti li hanno nel tempo portati a perdere persone significative, o a incorrere in guai legali, e per questo a cercare aiuto.

L’importanza di non semplificare e non confondere il bisogno con la dipendenza

Si fa presto, tuttavia, a parlare di carnefici narcisisti e vittime borderline. Una tale semplificazione della realtà rende più facile identificare sé o l’altra persona in queste diagnosi e lasciare che sia questo a spiegare il tutto. Difficilmente, però, la realtà è così netta ed è probabile che una persona abbia dei tratti di personalità che si avvicinano a quelli narcisistici o borderline, senza però configurarsi in un disturbo di personalità.

L’apprezzamento, infine, non è un bisogno di per sé patologico, ma può diventarlo. A chiunque fa piacere vedersi riconosciute delle qualità, ma ciò non implica una dipendenza, né porta a maltrattare il partner che non rivolge elogi. Allo stesso modo, la gelosia e la paura dell’abbandono sono comuni alla maggior parte delle persone, non solo a chi ha tratti borderline, e ciò non rende una persona automaticamente borderline.