Più Libri Più Liberi si è trovata al centro di una tempesta mediatica dai contorni sempre più divisivi. In un’edizione dedicata alla memoria di Giulia Cecchettin, l’invito a Leonardo Caffo, sotto processo per presunti maltrattamenti, ha scatenato polemiche, portando a boicottaggi e critiche feroci verso la direttrice Chiara Valerio. Zerocalcare, Fumettibrutti e altri hanno scelto di rinunciare, mentre autori come Daniel Cuello restano, ricordando che per molti questa è una vetrina irrinunciabile.
Tra interventi annullati e social infuocati, la fiera rischia di perdere di vista il suo scopo. Critiche e riflessioni sono necessarie, anche le prese di posizione sono doverose, ma il linciaggio e le fazioni non aiutano. Ma facciamo un po’ di chiarezza, e vediamo cosa è successo.
Chiara Valerio, Leonardo Caffo e la tempesta mediatica: facciamo chiarezza
La direzione della fiera, guidata da Chiara Valerio, ha scelto di dedicare questa edizione alla memoria di Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio. Una decisione carica di significato, accolta con applausi ma anche travolta da una tempesta. Al centro del programma spuntava però la presentazione di Anarchia, il libro di Leonardo Caffo. E da qui è partita la questione che ha fatto storcere più di un naso, perché il è filosofo sotto processo per presunti maltrattamenti. La sua presenza è stata un boomerang per molti: difficile immaginare scelta più controversa per un evento incentrato sulla lotta contro la violenza di genere.
I social non l’hanno presa bene, e gli utenti hanno reagito con veemenza. Valerio, sotto una pioggia di critiche, ha difeso la decisione appellandosi al garantismo e alla libertà d’espressione: questo non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Tra storie su Instagram e interventi a Propaganda Live, ha cercato di smorzare la tensione, ma senza conquistare nessuno. Al contrario, le sue parole sono state percepite come eco di un certo linguaggio politico pronto a brandire la bandiera della “censura” non appena si alzano voci critiche.
La replica e l’annullamento: troppo poco, troppo tardi?
Dopo giorni di polemiche incandescenti, l’organizzazione della fiera ha deciso di annullare l’incontro con Leonardo Caffo. Lo spazio vuoto sarà occupato da un dibattito sul caso, ma la scelta non ha placato il malcontento. Autori come Zerocalcare, Fumettibrutti e Sio hanno dichiarato il loro boicottaggio, lasciando un’ombra pesante sull’evento. Le critiche verso Chiara Valerio si sono intensificate, tra accuse di favoritismi personali e utilizzo del femminismo per scopi di visibilità.
Il primo intervento della direttrice, percepito come freddo e distante, ha contribuito ad alzare i toni. E poi, immancabile, è arrivata la questione politica, come se i maltrattamenti e i femminicidi fossero una questione di scelte ideologiche e non un problema di diritti e di dignità umana. La stampa di destra, solitamente poco vicina all’ambiente culturale progressista, ha cavalcato l’onda definendo Caffo una vittima del “panico woke”, alimentando ulteriormente la spaccatura. Uno schema già noto che continua a dividere.
Le ragioni di Zerocalcare: coerenza e riflessione
Il pubblico si aspettava la presa di posizione di Zerocalcare, che è arrivata. Michele Rech ha scelto Instagram per spiegare la sua assenza alla fiera diretta da Chiara Valerio. Nessun attacco personale, ma una riflessione coerente che racchiude un messaggio chiaro: “Non penso che sia un’appestata o che con lei non si possa parlare, ma mi pare impossibile glissare su questo tema e parlare d’editoria come se niente fosse. E al tempo stesso grottesco che un maschio tenga un incontro per spiegare a una donna come comportarsi in termini di femminismo”.
Pur riconoscendo la buona fede di Chiara Valerio, il fumettista non ha risparmiato critiche alla gestione del caso, giudicandola un errore dall’inizio alla fine. “Quando diventiamo utili agli articoli della Verità e i nostri nemici ci prendono a simbolo, è il momento di fermarci a riflettere”, ha aggiunto, sottolineando il peso delle strumentalizzazioni che hanno seguito l’intera vicenda.
La sua decisione si unisce a quelle di altre voci importanti del panorama culturale. Fumettibrutti, Pietro Turano, Azzurra Rinaldi e Giulia Siviero hanno annunciato il boicottaggio, seguiti dall’autrice Sara Ahmed, che in una lettera aperta alle femministe italiane ha spiegato il suo ritiro dall’evento. Le conseguenze dell’invito a Caffo, viste le accuse pendenti, si sono rivelate un macigno difficile da ignorare.
Zerocalcare, nel suo post, ha anche richiamato scelte passate per ribadire la coerenza delle sue posizioni. Dal boicottaggio del Salone del Libro nel 2019 per la presenza di Casapound, alla rinuncia al Lucca Comics per il patrocinio di Israele, il fumettista ha dimostrato di essere fedele ai suoi principi. “Per me, rinunciare a una fiera è uno strumento di pressione per raggiungere un obiettivo”, ha spiegato, pur riconoscendo che non sempre questi gesti portano ai risultati sperati.
L’ annullamento dell’incontro di Lucarelli e Ferri
Ma la valanga di ripensamenti non finisce qui. Anche Carlo Lucarelli e Margherita Ferri hanno annullato l’incontro previsto per il 5 dicembre a Più Libri Più Liberi. La decisione, presa in accordo con la Regione Emilia-Romagna, punta a evitare che le polemiche sull’invito a Leonardo Caffo oscurino il valore dell’evento. Il focus era su A fari spenti e Cerchi, un podcast e un mediometraggio che raccontano storie di femminicidio affrontate dalla Fondazione emiliano-romagnola vittime di reato.
La Regione ha espresso dispiacere con una nota, ribadendo l’importanza del lavoro della Fondazione, che sostiene le vittime di violenza ogni giorno. Nonostante l’annullamento, la Regione conferma la presenza operativa del proprio stand, determinata a far emergere un messaggio che resta centrale, al di là delle polemiche.
Il peso delle scelte e la coerenza mancata
L’intera vicenda di Più Libri Più Liberi è diventata un caso emblematico di quanto sia facile inciampare nelle contraddizioni. Nessuno contesta il diritto di parola di Leonardo Caffo o la presunzione d’innocenza, ma la scelta di offrirgli un palco in un evento che ambiva a trasmettere un messaggio forte contro la violenza sulle donne ha sollevato, giustamente, non poche perplessità.
Questo, però, non giustifica la cascata di insulti personali che si è abbattuta su Chiara Valerio. Le critiche sono una cosa, il linciaggio mediatico e la strumentalizzazione politica è un’altra. Si rischia di trasformare una discussione importante in uno spettacolo sterile fatto di accuse esagerate e rancori personali, allontanandosi dal cuore del problema.
Non è giusto nemmeno puntare il dito contro chi ha scelto di partecipare. Per molti autori, come Daniel Cuello, la fiera rappresenta un’opportunità di lavoro irrinunciabile, una vetrina fondamentale per il proprio percorso artistico. Catalogarli come “complici” sarebbe una semplificazione ingiusta che non tiene conto delle complessità del settore.
Più Libri Più Liberi dovrebbe essere uno spazio di confronto, anche acceso, ma capace di costruire qualcosa. Quest’anno, però, il dibattito pubblico, salvo chi ha espresso il proprio dissenso in modo costruttivo, sembra essersi smarrito tra le pieghe del web.