Noam Chomsky, uno degli intellettuali più influenti del nostro tempo, è al centro di un mistero riguardo alla sua sorte. Si è diffusa la notizia della morte del 95enne sociologo e linguista americano, considerato uno degli intellettuali più influenti a livello mondiale e critico degli Stati Uniti. Tuttavia, a stretto giro, media e giornalisti sudamericani hanno diffuso la smentita della moglie, Valeria Wasserman.
Alcuni profili su X hanno mostrato screenshot dei messaggi con cui la consorte di Chomsky definisce “bugie” le notizie relative al decesso dell’intellettuale. Chomsky è attualmente ricoverato in un ospedale di San Paolo, in Brasile, dopo essere stato colpito da un ictus circa un anno fa. La moglie ha recentemente rivelato la notizia della sua degenza in un’intervista al quotidiano Folha de Sao Paulo, smentendo categoricamente le voci sulla morte del marito.
Il genio della linguistica
Chomsky è stato un pioniere della linguistica moderna, rivoluzionando il campo con la sua teoria della grammatica generativo-trasformazionale. Docente emerito al Massachusetts Institute of Technology (MIT), ha cambiato per sempre il modo in cui comprendiamo il linguaggio umano. La sua opera principale, La struttura della sintassi, pubblicata nel 1957, ha introdotto l’idea che la capacità di generare linguaggio sia innata in ogni individuo, permettendo anche ai bambini di formulare frasi mai sentite prima.
La teoria della linguistica generativa di Chomsky sostiene che tutti gli esseri umani possiedano una struttura grammaticale universale innata. Questo concetto ha avuto un impatto enorme non solo sulla linguistica, ma anche sulla psicologia, la filosofia e le scienze cognitive. Chomsky ha criticato l’uso delle nuove tecnologie come i traduttori automatici, sottolineando che questi strumenti non riescono a cogliere la complessità del linguaggio umano.
“Il linguaggio e la mente”: la rivoluzione di Noam Chomsky
Il Linguaggio e la Mente di Noam Chomsky rappresenta una pietra miliare nella linguistica moderna. Chomsky ha introdotto la teoria della grammatica generativa trasformazionale, sostenendo che la capacità di generare linguaggio è innata, simile a funzioni biologiche come la visione nei mammiferi. La sua critica al comportamentismo ha ridefinito la comprensione dell’acquisizione del linguaggio nei bambini, basata su schematismi innati e universali.
Questo libro è il risultato di quarant’anni di ricerche che hanno fissato nuovi standard e definito principi fondamentali nella linguistica teorica. La teoria di Chomsky non solo ha rivoluzionato il campo della linguistica, ma ha anche avuto un impatto significativo su altre discipline affini, offrendo una finestra preziosa per esplorare le proprietà generali della mente umana.
“Chi sono i padroni del mondo”: un’analisi lucida di Chomsky
In Chi sono i padroni del mondo, Noam Chomsky affronta con lucidità e rigore le più attuali questioni di politica internazionale. Dal terrorismo alle tensioni mediorientali, dal conflitto potenzialmente esplosivo tra Occidente e Russia all’espansione cinese, Chomsky ci costringe a guardare ciò che spesso preferiamo ignorare.
Il volume rappresenta una critica feroce al “discorso ufficiale” e alla “memoria autorizzata” che tende a dimenticare troppo facilmente i crimini perpetrati dai potenti. Con oltre cinquant’anni di esperienza come osservatore e attivista, Chomsky esamina i “sistemi di potere” e denuncia le ingiustizie dei “padroni dell’umanità”.
L’autore non si limita a descrivere i problemi, ma propone anche un appello urgente all’azione. La sua logica stringente non conduce alla disperazione, ma piuttosto alla consapevolezza che ogni individuo ha il potere e il dovere di agire per cambiare il destino collettivo. La convinzione di Chomsky è chiara: dobbiamo agire rapidamente, perché il tempo a nostra disposizione sta per scadere.
“Alla corte di re Artù: Il mito Kennedy”
In Alla corte di re Artù. Il mito Kennedy, Noam Chomsky smonta il mito del “presidente buono” e del volto umano della politica estera americana rappresentato da John F. Kennedy. Questo mito, diffuso anche nella sinistra italiana ed europea, viene analizzato e decostruito attraverso una profonda ricostruzione dell’era kennedyana e della cultura politica che ha alimentato e incoraggiato la Guerra Fredda.
Chomsky smentisce l’idea romantica di una fase magica della storia americana, spesso paragonata a una sorta di Tavola Rotonda dove Kennedy, come un moderno Re Artù, e i suoi “luminosi cavalieri” lottavano per la pace, il benessere e la giustizia globale. La narrazione comune vuole che questo periodo di speranza sia stato brutalmente interrotto dall’assassinio del presidente.
Tuttavia, Chomsky argomenta e documenta che non sono i singoli presidenti, ma le istituzioni politiche e la cultura politica istituzionale, le chiavi di lettura per comprendere la politica estera americana. Proprio come Re Artù, che forse non è mai esistito o che era molto diverso da come viene raccontato, anche John F. Kennedy è stato oggetto di una mitizzazione che Chomsky si impegna a smascherare. Il libro invita i lettori a guardare oltre la superficie delle figure carismatiche e a comprendere i meccanismi più profondi che guidano le politiche di una nazione.