Lasciarsi a San Valentino

Qualche giorno fa ho raccolto le lacrime di una donna che si sta separando, nei suoi occhi ho visto lo strazio di una moglie che non si rassegna

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Irene Vella

Giornalista televisiva

Scrive da sempre, raccogli emozioni e le trasforma in storie. Ha collaborato con ogni tipo di giornale. Ha fatto l'inviata per tutte le reti nazionali. È la giornalista che sussurra alle pasticcerie e alla primavera.

Non ho mai sopportato le feste comandate, quelle in cui devi fare per forza fare qualcosa, anche perché, tutte le volte capitava un imprevisto e io mi ritrovavo sempre sola, che poi a pensarci bene sola non lo sono mai stata, ho sempre avuto una miriade di amici accanto a me, che alla fine se sai scegliere bene, gli amici sono la famiglia che ti scegli. Ma quando hai vent’anni questo non puoi saperlo, lo capirai solo con il tempo. Eppure quando sei poco più che adolescente e ti lasci qualche settimana prima di San Valentino il mondo sembra caderti addosso, e i contorni della vita assumere colori nefasti. Ma sapete qual è la verità? Che non è vero che i dolori del cuore fanno più male quando si è più giovani, perché quando te lo spezzano l’età diventa un dettaglio, è che quando si è più piccoli quello che non sappiamo è che quel tipo di struggimento passerà, magari ci vorrà del tempo, ma arriveranno nuovi amori, e nuovi dispiaceri, perché tutto passa, solo che non lo sappiamo. Ma quando a distruggerti la favola è l’uomo con cui hai deciso di passare l’esistenza, magari creando una famiglia con l’arrivo dei figli, allora sì fa davvero male, eppure anche in questo caso gli anni voleranno via, e forse, quello che ti sembrava la fine sarà solo l’inizio di un altro modo di vivere.

Qualche giorno fa ho raccolto lo sfogo di una persona che conosco, una donna che ha tre figli e si sta separando dal marito. Nei suoi occhi ho visto il dolore di una donna che non si rassegna alla perdita, ho percepito lo strazio di una moglie che non si rassegna a veder distruggere la sua famiglia, perché almeno all’inizio è così, quando finisce un matrimonio, difficilmente la scelta di lasciarsi sarà consensuale, o almeno lo sarà solo sulla carta, perché uno dei due subirà la decisione dell’altro, e penso sia la situazione più difficile da sopportare, lasciare libero chi ami, perché il suo cuore ha smesso di battere per te. Mi ha raccontato queste cose perché ha seguito la mia vicenda e la situazione di mio marito, facendo il tifo per noi, e si è commossa davanti alla foto delle nostre mani intrecciate in ospedale, mi dice di averla mostrata al marito dicendogli una frase che mi ha lasciato senza fiato: “Loro lottano contro la malattia per stare insieme, e tu invece non combatti per noi, hai deciso di mollare.” Ho perso un battito lo confesso, avrei voluto dirle tante cose, avrei voluto anche abbracciarla, ma mi sono limitata a dirle di non perdere la speranza, che se una cosa finisce è perché deve finire, però mi sono sentita morire dentro, ma non gliel’ho detto.

Per un attimo ho chiuso gli occhi e mi sono immaginata la vita senza il mio amore, e ho realizzato quanto le mie parole fossero vuote e di circostanza, perché in quel momento non ti interessa quello che accadrà nel futuro, non te ne frega nulla se ci saranno nuovi amori, perché tu vuoi lui, solo lui, il cuore sanguina e ti sembra che nulla abbia un senso, perché la realtà è che non ce l’ha. E quando il dolore ti guarda negli occhi e ti chiama per nome puoi fare solo una cosa per superarlo, lasciare che ti attraversi, piangere tutte le lacrime e poi ricominciare, ma non puoi farlo sul momento, devi darti tempo, devi darti il tempo di metabolizzare lo squarcio della tua anima e piano piano rimettere in piedi i pezzi. E mi sono ricordata di tutte le volte che sono stata lasciata, anzi che ho lasciato, perché gli uomini che ho avuto prima di mio marito non riuscivano a farlo, ma mi mettevano in condizione di prendere quella decisione, perché erano talmente vigliacchi da non assumersi nemmeno quella decisione. Perché diciamo la verità spesso gli uomini fanno così, ti portano allo sfinimento fisico e mentale per troncare una storia, vogliono testare i tuoi limiti, ed è vero, per fortuna non tutti sono così, ma se dovessi fare una statistica direi che purtroppo tanti lo sono. Ed è vero che quando una coppia smette di amarsi o di capirsi la colpa va suddivisa, perché le cose non capitano, e i silenzi uccidono anche il migliore degli affiatamenti, ma diciamoci la verità, spesso gli amori finiscono perché uno dei due ha continuato a guardarsi intorno, a cercare occasioni o a crearsi diversivi, lasciando che l’altro trainasse la famiglia, sopportasse le assenze, perché magari ci è stato cresciuto così.

Ma l’amore non svanisce con la lontananza, quello vero viene alimentato dalla distanza, viene fortificato dal dolore, viene corroborato dagli imprevisti della vita, dopotutto se nelle promesse matrimoniali si recita “nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia” ci sarà un perché. Eppure quando mi guardo indietro e ripenso alle mie feste in solitario, al mio cuore sospeso e ridotto in pezzi, non riesco a non provare tenerezza ed empatia per quel dolore, e allora per tutte quelle che soffrono, o hanno sofferto per amore, ho scritto queste parole. Buon San Valentino a tutte noi.

C’è stato un periodo in cui odiavo San Valentino.
Tutti festeggiavano.
Io o ero appena stata lasciata
o avevo deciso di rimanere single per incompatibilità di carattere.
Mi capitava sempre.
O prima di Natale
O prima di un compleanno
Mi sembrava che tutti fossero felici
Che tutti fossero più felici di me
E non riuscivo a capire
Se ero io quella sbagliata
se quelli davanti a me fossero solo stati più fortunati
O si fossero accontentati
Ed io li guardavo
Fuori dal ristorante
Scambiarsi baci
Dentro una stazione
Ad aspettarsi
Con gli occhi a forma di cuore
Con gli occhi della cura
Con gli occhi dell’amore
Io vedevo loro
Ma non vedevo me
Ero sempre troppo
Troppo esuberante
Troppo alternativa
Troppo gelosa
Troppo incazzina
Troppo fashion
Avevo troppe amiche
Amavo troppo i cani
Avevo troppi vestiti
Ero troppo disordinata
La mia casa era troppo piccola
Ed io ero troppo un casino
Poi un giorno è arrivato lui
E il troppo non è mai stato abbastanza
Ecco io vi auguro un amore così
Un amore che vi faccia sentire quella giusta
Perché a sentirsi sbagliate spesso ci pensa la vita
O ci pensiamo da sole
Trovatevi qualcuno che davanti allo specchio veda prima voi
Che conosca i vostri difetti
E li chiami per nome
Trovatevi qualcuno che abbracci i vostri sogni come se fossero i suoi
Che vi prenda per mano e vi dica
Tranquilla andrà tutto bene
Anche quando tu non ci credi più
Che vi abbracci forte
E rimetta a posto tutti i vostri pezzi
Anche quando fa male
Fatevi portare davanti a quella vetrina
Davanti a quel ristorante
In quella sala d’attesa
Guardatevi in quello specchio
Non eravate voi quelle sbagliate
Erano loro.