Come consentire una crescita forte e sana delle piante? Il segreto è il pH del terreno. La salute della pianta è determinata da una serie di fattori, tra cui l’acidità, perché ce ne sono alcune che tollerano un livello più alto. Mantenere il livello di acidità ideale è indispensabile, quindi, ma come fare? Osserviamo due aspetti in particolare, ovvero il pH dell’acqua per i nutrienti e il pH ideale del terreno.
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pH e acidità: perché sono importanti?
Una piccola fluttuazione nel livello di acidità può causare non pochi danni. Prima di tutto, infatti, dobbiamo sapere che l’acidità è molto importante per la vita sulla Terra: è essenziale, perché determina l’assorbibilità e la solubilità di determinate sostanze. Monitorare il livello di acidità nelle cosiddette piante acidofile – come le camelie, le ortensie, la gardenia e tante altre – è uno step che ci permette di osservare una crescita forte della pianta.
Conoscere il pH, che influenza inevitabilmente le prestazioni nutritive delle piante, si rivela utile: questo indice numerico è strettamente connesso all’acidità, ovvero alla concentrazione di ioni idrogeno, e oscilla tra 4,0 e 8,50. Da cosa dipende l’equilibrio del pH? Da numerosi fattori, come reazioni, trasformazioni e processi di ossidazione dell’alluminio, del sodio, del carbonato di calcio o dei colloidi.
Il pH è importante perché permette – o in alcuni casi ostacola – lo sviluppo delle piante, determina l’assorbimento degli elementi nutritivi, regola i microrganismi e incide anche sulle caratteristiche fisiche del suolo. In teoria, il valore del pH del terreno del nostro giardino dovrebbe essere tra 6,5 e 7,5. Ma ci sono le piante acidofile che richiedono delle attenzioni speciali.
Quali sono le piante che prediligono il terreno acido?
Arbusti, alberi, fiori o persino frutta e verdura: in natura, molti richiedono un terreno tendenzialmente più acido: è il caso dell’azalea, della gardenia, dell’agrifoglio, della magnolia, della camelia, dell’ortensia e di molte altre piante. L’elenco delle piante acidofile è sicuramente vasto, tra quelle da orto e da giardino. Queste richiedono degli accorgimenti speciali per il concime e l’irrigazione, ma può anche capitare di osservare semplicemente un livello più alto di pH e di dover intervenire. Come misura di riferimento, teniamo presente che un pH minore di 4,5 è estremamente acido, mentre un pH superiore a 9,0 è estremamente alcalino.
Come aumentare l’acidità del terreno?
Come rendere il terreno più acido? Quali sono le strategie da mettere in pratica per risolvere la situazione? Il compost non modifica il livello di pH del terreno, ma contiene ugualmente dei nutrienti essenziali che tendenzialmente sono assenti in un terreno alcalino. C’è poi il concime organico correttivo con zolfo agricolo, che corregge i terreni alcalini e salini ed è particolarmente indicato per le colture acidofile. Lo zolfo interviene sul pH dei suoli alcalini: sintetizza, inoltre, gli amminoacidi.
Anche il solfato di ferro per le piante è molto usato: se eseguiamo un’analisi del terreno e troviamo una carenza di ferro, allora questa sostanza si rivela un’alleata preziosa, perché agisce più rapidamente rispetto allo zolfo agricolo. C’è, però, un accorgimento da non sottovalutare: deve essere usato con moderazione, altrimenti potrebbe danneggiare la pianta. Lo troviamo disponibile in due formati, ovvero in polvere, da interrare nel terreno, oppure in soluzione, da spruzzare sulle foglie.
Conoscete tutti i benefici dei fondi di caffè per il nutrimento dei fiori e delle piante? Il fondo del caffè è ricchissimo di sostanze nutritive e può essere usato come concime e fertilizzante per le piante acidofile, quindi che richiedono un pH compreso tra 4 e 6,5. Vanno però mescolati al compost, in modo tale da aumentare l’acidità del terreno: basta applicare quattro parti di materiale organico e una parte del fondo del caffè. Infine, possiamo valutare i prodotti disponibili in commercio, quindi i fertilizzanti organici cristallini o idrosolubili per piante acidofile. In tal caso le istruzioni sono presenti sulla confezione di ogni prodotto: usarli è piuttosto facile.
Come aumentare l’acidità con l’acqua?
Il pH delle piante acidofile deve essere inferiore a 6,5, in modo tale che possano crescere forti e robuste e prosperare. Avere un terreno con il giusto livello di pH è importante, ma non è l’unica cosa che aiuta a mantenere le piante in forma: spesso dobbiamo intervenire anche con l’acqua. Ma come modificare l’acidità dell’acqua? Quella dei nostri rubinetti è spesso calcarea, quindi se la usiamo aumentiamo il livello di calcare del terriccio. Possiamo prediligere l’acqua demineralizzata o l’acqua distillata. In alternativa, è possibile rendere più acida l’acqua del rubinetto.
Dobbiamo avere tutto l’occorrente con noi per verificare il pH dell’acqua prima di procedere: questo punto è molto importante perché potremmo compromettere la sua salute. Quindi, ci serve un recipiente, un pH-metro e aceto di vino. Quello che dobbiamo fare è riempire un recipiente con 10 litri di acqua: aspettiamo un po’ di ore prima di usare il pH-metro per capire il livello di pH. Una volta verificato il pH, possiamo procedere con due cucchiai di aceto: aspettiamo 5 minuti e successivamente misuriamolo. A questo punto abbiamo delle scelte: ripetiamo l’operazione fino a confermare il livello di pH raggiunto, o aggiungiamo ancora un po’ di aceto, sempre nella quantità di un misurino, per ottenere l’acidità desiderata. Un piccolo tip: segniamo la quantità di aceto usata, ci tornerà sicuramente utile per le prossime volte.
pH troppo basso o troppo alto: i segnali da verificare
Come abbiamo visto, l’acidità ha un’influenza positiva o negativa sul ciclo di vita della pianta. Un livello troppo basso o troppo alto può essere dannoso per le piante, ma come capire se il livello è sbagliato? Ci sono alcuni segnali da verificare, anche se, con il tempo, l’esperienza si rivela l’alleata migliore per curare le proprie piante.
I fattori che influenzano il pH del terreno sono il clima, la tipologia di pianta, l’acqua di irrigazione, il terreno, i fertilizzanti, la disponibilità di nutrienti. Se il livello è troppo basso, allora può capitare un eccesso di manganese, di alluminio e di ferro, con carenze di fosforo, potassio e magnesio. Il terreno, quindi, è povero di nutrienti. Al contrario, un pH troppo alto fa precipitare i livelli di calcio, ferro e fosforo, riducendo l’assorbimento di manganese, fosforo e ferro in particolare, ma anche di rame, zinco e boro.