Calathea, dove tenere e quanta luce vuole la pianta anti-umidità

Questa pianta anti-umidità è bella, fa bene alla casa e le sue foglie sembrano quasi dipinte: ecco tutti i segreti per curare la Calathea in casa

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Serena De Filippi

Lifestyle Editor

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Pubblicato: 12 Dicembre 2024 14:16

Esistono molti esemplari di Calathea: ciascuna ha una sua bellezza indiscutibile. Questa pianta è una delle più amate proprio perché sembra quasi dipinta: le sue forme risultano molto armoniche e visivamente sono piuttosto affascinanti. Conosciuta come pianta anti-umidità, le foglie sembrano disegni perfetti, ma come curarla e prendersene cura? Soprattutto: dove tenere la Calathea in casa e di quanta luce ha bisogno? Un approfondimento.

Cos’è la Calathea, la pianta anti-umidità

Sono tantissime le piante d’appartamento, ma non tutte eguagliano in bellezza la Calathea, un vero e proprio spettacolo della natura: esteticamente presenta delle forme quasi sinuose, le sue foglie sono a contrasto e sembrano davvero dipinte. Stiamo parlando di una pianta sempreverde di origine tropicale con un fogliame acceso: appartiene alla famiglia delle Marantaceae, un genere originario dell’America del Sud, precisamente tra il Brasile e il Perù. Talvolta viene confusa con una pianta simile, ovvero la Maranta. In Brasile, questa pianta è molto cara alla popolazione, tanto da essere ritenuta sacra. Uno dei suoi soprannomi è “pianta del pavone”.

In natura il suo fusto supera il metro di altezza, ma nel momento in cui la coltiviamo in vaso si ferma a circa 50 centimetri. Le specie sono moltissime, ma il tratto caratteristico della Calathea non cambia: possiamo sempre usarle proprio perché decorano la nostra casa. A tal proposito è nota anche perché purifica l’aria: questa pianta tropicale riesce ad assorbire l’umidità presente nei nostri ambienti, ed ecco perché spesso viene addirittura posta in bagno o in cucina.

Calathea, dove posizionarla: temperatura e luce

Se abbiamo scelto di acquistare e prenderci cura della Calathea, allora teniamo presente che stiamo pur sempre parlando di una pianta di origini tropicali: non è di per sé una pianta da appartamento e richiede un clima tipicamente tropicale, quindi con un tasso di umidità tra il 50% e il 70% e la temperatura dell’ambiente in cui la collocheremo non deve scendere sotto i 18 gradi. Evitiamo di porla in ambienti con bruschi sbalzi termici, che possono danneggiare le foglie, e teniamola lontana da correnti d’aria, finestre aperte nei mesi freddi o condizionatori.

La Calathea predilige una luce indiretta e diffusa, simile a quella filtrata che riceverebbe sotto la copertura degli alberi nel suo habitat naturale. Attenzione, però, perché la luce troppo intensa o diretta, come quella del sole pieno, può bruciare le foglie e causare la perdita dei colori vivaci delle venature. L’ideale è posizionarla in un luogo ben illuminato, ma schermato da tende leggere o lontano da finestre esposte a sud.

Allo stesso tempo, prestiamo attenzione alla luce insufficiente: anche in questo caso la pianta potrebbe perdere la sua caratteristica principale, la vivacità. Le stanze ideali per la Calathea sono quelle con luce naturale filtrata e una buona umidità, quindi il bagno o la cucina. In alternativa, se vogliamo metterla in soggiorno o in camera da letto, dobbiamo comunque propendere per una zona luminosa, ma che non risulta esposta al sole diretto. L’idea in più? Una mensola o un angolo vicino a una finestra orientata a est o nord.

Come curare la Calathea in casa

Prendersi cura della Calathea significa rispettare le sue esigenze tropicali: luce indiretta, calore e umidità, in modo tale che possa prosperare e regalare quel tocco esotico ai nostri spazi. Nonostante tutto, presenta comunque una grande capacità di adattamento e quindi può resistere ai climi temperati. Le sue qualità depuratrici sono riconosciute sin dagli anni ’80, dopo gli studi effettuati dalla NASA.

Per mantenerla sana e rigogliosa, dobbiamo ovviamente annaffiarla seguendo una semplice regola: per sapere quando è arrivato il momento, verifichiamo l’umidità del terreno, quindi tocchiamo il primo strato, circa 2-3 cm. Se risulta asciutto al tatto, possiamo annaffiarla. In estate, durante i periodi di crescita attiva, potrebbe essere necessario annaffiare più frequentemente, circa 1-2 volte a settimana. Al contrario, in inverno, possiamo procedere una volta ogni 10-14 giorni, monitorando sempre il terreno. Un piccolo consiglio: usiamo acqua distillata, piovana, quindi non calcarea.

Per quanto riguarda il terriccio, ne predilige uno apposito per piante d’appartamento: invece, possiamo arricchire l’acqua da dare alla pianta con del concime liquido ogni due settimane in estate. Non è necessario potare la Calathea. L’unica cosa da fare è prendersene cura eliminando le foglie secche ogni tanto. Possiamo usare un panno in microfibra per pulire le foglie vive, invece.

Problemi della Calathea, perché si abbassano le foglie?

Una delle cause più comuni dell’abbassamento delle foglie è la disidratazione. La Calathea necessita di un substrato costantemente umido, ma non inzuppato, altrimenti andrebbe incontro al marciume. Se il terreno è troppo secco, la pianta riduce la turgidità delle foglie per conservare energia. Cosa possiamo fare? Semplice: prendercene cura irrigandola al momento giusto. Controlliamo il terreno e, se risulta asciutto, annaffiamo abbondantemente con acqua non calcarea. Anche l’umidità potrebbe fare abbassare le foglie della Calathea: di sovente questo problema si presenta in inverno, quando accendiamo i caloriferi a lungo.

La Calathea è tossica?

Un aspetto da controllare sempre nel momento in cui si sta per coltivare una nuova pianta è verificare la sua tossicità, soprattutto se abbiamo degli animali domestici come cani e gatti. Possiamo dire che questa pianta non è apprezzata solo per la sua bellezza, ma anche perché non è tossica: è sicura per i nostri pet.

Calathea, parassiti e malattie

In ultimo, per capire come prendersene cura a 360°, vediamo quali sono le malattie e i parassiti più frequenti della Calathea. Il ragnetto rosso, per esempio, è un minuscolo parassita che attacca soprattutto in ambienti secchi, causando macchie giallastre sulle foglie e la loro progressiva decolorazione. Anche la cocciniglia attacca la pianta: possiamo osservare dei piccoli rigonfiamenti bianchi o cotonosi sulle foglie e sugli steli. Non meno problematici sono gli afidi, gli insetti verdi o neri che si concentrano sugli steli e sulle foglie giovani. Un altro problema a cui prestare attenzione è il marciume radicale, che è provocato da un eccesso di acqua e si manifesta con foglie ingiallite, mollicce e un cattivo odore nel terreno. Come sempre, l’importante è prendersene cura nel modo giusto: questa pianta ha davvero tantissime potenzialità per rendere più bella la casa.