Dall’accendino alla Moka, il genio del design anonimo che vive con noi

Dalla Moka Bialetti all’accendino Bic, passando per la Sedia Thonet: il design anonimo racconta la bellezza nascosta degli oggetti quotidiani che usiamo senza saperlo

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Chiara Guarino

Service e product designer

Designer del prodotto con un occhio allenato a cogliere dettagli, finiture e armonie tra estetica e funzionalità. Crede che la bellezza stia nelle relazioni ben calibrate tra le cose.

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Quante volte al giorno usiamo un oggetto senza nemmeno pensarci? Una puntina da disegno, l’ombrello che apriamo di fretta, le forbici con cui tagliamo qualcosa, o quella caffettiera che ci prepara il caffè ogni mattina. Questi oggetti sono ovunque. Eppure, raramente ci chiediamo chi li abbia progettati o quale azienda li produca. Sono le icone del design che non sappiamo di avere intorno a noi.

Bottiglietta Campari Soda in vetro rosso con forma conica, esempio di packaging di design riconoscibile
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La bottiglietta del Campari Soda, un piccolo capolavoro di design funzionale e grafico, immediatamente riconoscibile per la sua forma conica.

Nel design contemporaneo, quando non c’è una firma d’azienda o di un designer in primo piano, il design è chiamato: Design Anonimo.

Cos’è il Design Anonimo? Il genio nell’ordinario

Il Design Anonimo definisce quei prodotti e oggetti di uso quotidiano di cui non si conosce il progettista e spesso neppure l’azienda di produzione. Potrebbero sembrare “senza un autore” perché la loro origine non è specificata o manca documentazione. Ma ogni prodotto, sia esso artigianale o industriale, è necessariamente il risultato di un processo di progettazione.

A differenza degli oggetti di design più noti che puntano a sorprendere con forme audaci o materiali insoliti, il Design Anonimo si impone per la sua funzionalità e semplicità. La sua qualità estetica non è un vezzo, ma una conseguenza diretta della sua efficacia, dei materiali scelti e delle tecniche di produzione (spesso le più economiche e con meno sprechi possibili).

Accendino Bic giallo, icona di design anonimo e oggetto quotidiano diffuso in milioni di pezzi in tutto il mondo
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L’accendino Bic, un’icona democratica del design anonimo, che ha trasformato un bene di lusso in un oggetto quotidiano.

Per Bruno Munari, grande padre del design italiano, si tratta di “forme spontanee” caratterizzate da un’essenzialità formale mai banale. Il loro unico scopo è assolvere a una funzione nel modo migliore possibile, non di apparire per la loro grazia o eleganza ricercata.

Moka Bialetti in alluminio con manico nero, simbolo del caffè italiano e oggetto iconico di design funzionale
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Il simbolo del caffè all’italiana, presente in milioni di case e diventato un’icona intramontabile.

Le icone silenziose che migliorano la nostra vita

Molti di questi oggetti iconici sono diventati veri e propri patrimoni culturali, legandosi indissolubilmente alle nostre gestualità e alla nostra “memoria oggettuale”. Ecco alcuni esempi che testimoniano il loro impatto:

Pennarelli Tratto Pen Fila in vari colori disposti a ventaglio, con i cappucci sollevati collegati da sottili fili d’inchiostro
Fila
Gamma completa di pennarelli Tratto Pen Fila disposti a semicerchio in ordine cromatico
  • La Moka Bialetti: Un simbolo italiano, presente in quasi tutte le case, la sua forma è iconica e la sua funzione impeccabile.
  • Lo Swiffer (1999): Questo prodotto per la pulizia è nato da un’analisi dei bisogni inespressi dei consumatori e ha cambiato il modo in cui milioni di persone puliscono i pavimenti.
  • Il Contatore Enel (2001, Michele De Lucchi): Un oggetto progettato con forme pulite e rassicuranti per rendere chiara la funzione e semplificare l’esperienza utente.
  • L’Interruttore Rompitratta (1968, Achille & Piergiacomo Castiglioni): Un prodotto “di basso profilo” ancora oggi diffuso, pensato per la funzionalità più che per l’estetica.
  • Il Cubo Posacenere (1957, Bruno Munari): Un cubo in melammina che nasconde i mozziconi, diventato un classico contemporaneo.
  • L’Accendino Bic (1973, Marcel Bich): Ha trasformato un bene di lusso in un oggetto democratico, con milioni di pezzi venduti ogni giorno.
  • La Sedia Thonet Numero 14 (1859, Michael Thonet): La sedia per eccellenza di ogni bar, primo esempio di produzione in serie.
  • La Bottiglietta Campari (1932, Fortunato Depero): Una bottiglia con geometrie coniche immediatamente riconoscibili.
  • La Tratto Pen (1975, Design Group Italia per Fila): La prima penna con punta in feltro, che ha rivoluzionato il modo di scrivere.
Scopa Swiffer con manico giallo e panno catturapolvere, prodotto innovativo per la pulizia domestica
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Swiffer, l’innovazione che ha rivoluzionato la pulizia domestica, nata dall’osservazione dei gesti quotidiani.

Il senso profondo del Design Anonimo

Questi e tanti altri oggetti dimostrano come il design migliore sia quello che coglie il senso del momento e lo trascende, progettando oggetti che restano tra noi il più a lungo possibile e siano il più funzionali possibili.