Ada d’Adamo ha vinto il premio Strega con “Come d’aria”

La scrittrice era morta ad aprile, poco dopo aver saputo di essere tra i finalisti dell'ambito premio letterario. Nel suo romanzo il racconto del suo grande amore di madre di una figlia disabile

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Maria Francesca Moro

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Ada D’Adamo ha vinto il Premio Strega 2023. La scrittrice era morta sabato primo aprile 2023 a 55 anni, poco dopo la notizia della selezione del suo romanzo d’esordio Come d’aria tra i 12 candidati al Premio Strega, il più importante premio letterario in Italia. La giuria ha fatto sapere che il libro resterà in gara e alla fine ha vinto l’ambito premio finale.

Ripercorriamo la storia di questa promessa della letteratura che, nel suo primo romanzo, scelse di raccontare il grande, straziante amore di una madre malata per la figlia disabile. Il racconto di due vite difficili, unite da un legame indissolubile, la d’Adamo è riuscita a raccontare con la grazia e la concretezza di una ballerina, che danza leggera sulle difficoltà della vita.

Ada d’Adamo, ballerina con la passione per la letteratura

Prima di diventare scrittrice, Ada d’Adamo fu ballerina. Nata a Ortona, in provincia di Chieti, nel 1967, il mondo del lavoro per lei assume le forme di un teatro. Prima la laurea in lettere con una tesi sulla danza in video, poi anni di carriera come danzatrice, per poi passare a insegnare agli altri cosa vuol dire danzare di fronte a una telecamera accesa, le evoluzioni del ballo nel corso del tempo, le avanguardie che modificarono per sempre il modo di muoversi a ritmo di musica.

Studio, ricerca e azione: a conferenze e lezioni Ada d’Adamo ha sempre affiancato l’attività organizzata, contribuendo alla creazione e alla promozione di spettacoli per compagnie e teatri italiani, da Roma, sua città di adozione, a Napoli e Friuli. Di danza parlava e scriveva, i suoi primi lavori su carta sono saggi dedicati al mondo del ballo. Fino alla vera entrata nel mondo della letteratura, come editor e traduttrice di libri dell’infanzia per la casa editrice Gallucci.

Come d’aria, il libro dedicato alla figlia malata

“Avere un figlio invalido significa essere soli. Irrimediabilmente, definitivamente soli. Indietro non si torna. Uguale a prima non sarà più. È come se dentro di te si fosse accomodato il punteruolo delle palme che rosicchia la pianta dall’interno piano piano, la trasforma in un involucro pieno di segatura. La superficie resta uguale, ma sotto i bordi, sotto la pelle, non resta più niente. La solitudine è fatta di puntini piccoli, uno vicino all’altro. Non te ne accorgi”. Sono poetiche, le parole di Ada d’Adamo, ma dolorose, arrivano dritte al punto e non permettono l’indifferenza al lettore.

Il suo romanzo d’esordio Come d’aria non è stato subito compreso dagli editori italiani, i rifiuti sono stati numerosi, ma alla fine c’è stato qualcuno che, dotato di un’attenzione più acuta, ha compreso la potenza di questo racconto di amore vero tra una madre e una figlia, i cui corpi fanno fatica a toccarsi davvero, a causa delle malattie che li tengono in ostaggio. Il corpo è centrale nella narrazione di d’Adamo che, da ballerina, lo riconosce come uno strumento di idee ed emozioni.

Nelle pagine del romanzo in lizza per vincere il Premio Strega, l’autrice racconta la nascita e i primi anni della figlia Daria, oggi 16 anni, affetta da una grave malattia congenita e la malattia della madre stessa, che a 50 anni scopre un tumore. La malattia costringerà Ada a pesanti cure, con la grande paura di perdere il contatto fisico con la figlia: l’unico vero modo attraverso cui comunicarle il proprio amore.