Visita ortottica: a cosa serve e quando prenotarla

La visita ortottica è un esame specialistico per valutare e trattare problemi di motilità oculare e coordinazione visiva, come strabismo e ambliopia

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Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

Prendersi cura degli occhi è importante a tutte le età, ma farlo in età pediatrica è ancora più importante perché permette di scoprire in tempo alcuni deficit della vista che, se non diagnosticati, possono essere causa di disturbi diffusi e di problemi di apprendimento. Accanto allo screening visivo proposto fin dai primi giorni di vita, è bene affiancare sempre una visita ortottica che ha scopi diversi dalla visita oculistica di base. 

Che cos’è la visita ortottica

La visita ortottica è una visita che mira a diagnosticare o escludere la presenza di anomalie a carico dell’apparato neuromuscolare dell’occhio e le alterazioni che da questi derivano. L’ortottica (dal greco “orto”, che significa “dritto” e “optichè” che sta per “atto della visione”) è quindi un ramo molto importante dell’oculistica. Questa visita viene eseguita dall’ortottista.

L’ortottica ha diversi ambiti di applicazione, dato che non serve soltanto a diagnosticare eventuali anomalie della visione binoculare, ma si occupa anche di riabilitazione visiva nell’ambito terapeutico grazie a esercizi specifici per i vari disturbi.

Come funziona l’occhio

L’occhio umano ha sei muscoli: il retto superiore, il retto inferiore, il retto laterale, il retto mediale, il grande obliquo e il piccolo obliquo. Questi sei muscoli servono a tenere l’occhio in posizione primaria, cioè “dritta”, ma si occupano anche di muoverlo nelle diverse posizioni, quindi in alto, in basso, a destra e a sinistra. In caso di un problema nel movimento di uno o più di questi muscoli si potrebbe incorrere in disagi e disturbi della vista.

Ogni quanto fare la visita ortottica

In linea generale, la visita ortottica è sempre affiancata a quella oculistica, almeno nei primi anni di vita. 

In teoria, quindi, un nuovo nato dovrebbe sottoporsi a controlli regolari a 40 giorni dalla nascita, a un anno di vita, poi a 2-3, a 4-5 e ancora a 6 anni, poi ogni anno e mezzo o due anni con l’ingresso a scuola, in assenza di difetti refrattivi. In ognuna di queste occasioni, sarebbe bene prenotare anche la visita ortottica, in modo da verificare il funzionamento dei muscoli oculari, anche qualora non ci fossero difetti evidenti come, per esempio, lo strabismo. 

In età adulta, invece, è bene prenotare una visita ortottica qualora insorgessero dei problemi o dei disturbi legati agli occhi che non hanno a che fare con difetti refrattivi. Verificare se si ha una buona motilità di fondo e quindi se gli occhi sono effettivamente dritti (cosa che solo il medico a volte può verificare) è importante a tutte le età, e in alcuni casi è proprio il medico oculista a richiedere una visita ortottica.

L’obiettivo della visita ortottica è diagnosticare la presenza di anomalie a carico dell’apparato neuromuscolare dell’occhio (alterazioni a carico dei muscoli degli occhi, deficit dei nervi che comandano i muscoli degli occhi) e le alterazioni che da questi derivano (visione doppia, confusione, strabismo, ambliopia, anisometropia, paralisi oculari, ecc) e disporre il trattamento adatto al disturbo riscontrato. Attraverso la visita ortottica si può anche monitorare l’eventuale evoluzione di una patologia già diagnosticata.

Come si svolge la visita ortottica

La visita ortottica, che come abbiamo detto è solitamente affiancata a quella oculistica e viene svolta dall’ortottista, inizia con una valutazione che punta a escludere l’ipotesi di limitazioni dei muscoli oculari. Questo tipo di valutazione viene fatta prima su un occhio, poi sull’altro, poi su entrambi contemporaneamente. Dopodiché si passa alla convergenza, e cioè la capacità di fissare oggetti che, da lontano, vengono avvicinati sempre più al centro degli occhi e devono essere messi a fuoco dal paziente senza che la visione risulti doppia. 

Durante la visita, l’ortottista controlla anche l’acuità visiva, cioè la capacità di riconoscere lettere, numeri e simboli a una certa distanza. 

Solo successivamente, il medico passa a test più specifici che possono variare a seconda del motivo per cui si svolge la visita. Se si è in età pediatrica, si tratta di controlli di base, se invece si è adulti e ci si sottopone a una visita ortottica per valutare un disturbo o su consiglio del medico oculista, il dottore potrà fare una valutazione più specifica. 

Quali test si fanno durante la visita ortottica

Posto che i test hanno lo scopo di individuare anomalie dell’apparato neuromuscolare dell’occhio, ognuno ha uno scopo diverso ma possono essere comunque somministrati tutti qualora si trattasse di una prima visita e, in particolare, si stesse cercando la causa di alcuni disturbi. 

I principali test che svolge l’ortottista sono: 

  • convergenza: valuta la capacità degli occhi di vedere un oggetto in avvicinamento senza che questo si sdoppi
  • esame della motilità oculare: detto anche MOE, verifica eventuali deficit a carico dei muscoli degli occhi, che potrebbero essere causa di strabismo
  • test per la diplopia: serve a valutare la presenza di un’eventuale visione doppia tramite l’uso dei prismi
  • schermo di Hess Lancaster e di Gracis: somministrato in caso di strabismo per capire quali sono i muscoli coinvolti e l’entità della deviazione
  • test per lo studio della sensorialità: serve a valutare la corrispondenza retinica degli occhi, e cioè quanto corrispondono tra loro le immagine che si formano sulle due retine, ed è usato soprattutto per strabismo e ambliopia
  • vergenze funzionali: studia anch’esso la convergenza, valutando il grado di collaborazione tra i due occhi, ed è molto utile nei casi in cui si lavori molto al computer
  • cover test: anche questo test valuta l’entità dello strabismo e individua anche i casi di strabismo latente

Generalmente la visita ortottica dura tra i 15 e i 20 minuti e comprende la sottoposizione misurazione dell’acuità visiva e la valutazione della motilità oculare, del senso della tridimensionalità (“stereopsi”), della convergenza, dei movimenti che permettono agli occhi una visione unitaria, dell’accomodazione.

Quando prenotare una visita ortottica

Come abbiamo già accennato, è importante prenotare insieme ai controlli oculistici nei primi anni di età anche la visita con l’ortottista, in modo da prevenire eventuali disturbi o diagnosticarli per tempo. Anche dopo i sei anni, qualora si verificassero disturbi di apprendimento legati alla lettura, sarebbe meglio fare un controllo specifico. 

In età adulta, sarebbe meglio fare controlli regolari della motilità oculare di base, ma è raccomandabile prenotare una visita ortottica qualora si avvertissero disturbi come cefalee ripetute e costanti, visione doppia, affaticamento della vista, in particolare da vicino, bruciore agli occhi persistente che non se ne va utilizzando un apposito collirio, disagio nella lettura e nell’uso del computer. Anche la lacrimazione frequente e la sensibilità alla luce possono essere sintomi da indagare insieme all’ortottista, perché una scorretta motilità oculare può generare disagi fisici che, se trascurati, possono diventare anche invalidanti. 

Gli esercizi dell’ortottista

La riabilitazione della funzione visiva è uno step fondamentale per rieducare la motilità oculare e correggerne eventuali anomalie. Si tratta di diversi esercizi in cui l’ortottista può o meno utilizzare strumenti che hanno lo scopo di far muovere i muscoli correttamente ed eliminare o ridurre il problema diagnosticato in partenza. Il training ortottico viene generalmente fatto in studio dal dottore, individualmente, per circa 20/30 minuti, ed è pensato su misura per il singolo paziente. In alcuni casi si possono riprodurre a casa, tra una seduta e l’altra, oppure come mantenimento alla fine del ciclo di rieducazione. 

La visita ortottica è un controllo che deve essere eseguito in contemporanea con la visita oculistica perché si occupa di valutare la motilità dei muscoli degli occhi. Nei primi anni di vita sono importanti visite regolari con l’ortottista, mentre in età adulta è bene richiedere un controllo ortottico qualora si avvertissero disturbi legati agli occhi come difficoltà visive, fastidi, cefalee e vista sdoppiata.

Fonti bibliografiche: